Daniela Pergreffi ritorna al Museo Cappella Sansevero, a Napoli, reinterpretando gli esperimenti del Principe Raimondo di Sangro di Sansevero. Personalità poliedrica del ‘700 napoletano, inventore del Palco pieghevole e della Stampa a più colori, massone e alchimista come nel caso degli esperimenti di palingenesi e delle gemme artificiali, il Principe è una persona cara a Pergreffi che, nel 2017, realizzò anche la graphic novel Il Segreto della Fenice, nella quale si racconta la storia romanzata delle macchine anatomiche esposte al piano inferiore della famosa Cappella Sansevero, che al suo interno ospita, tra l’altro, capolavori come il Cristo velato di Giuseppe Sanmartino e la Pudicizia di Antonio Corradini.
Con questa esposizione, il Museo Cappella Sansevero tenta una riscoperta della figura del Principe di Sangro. Finora restano solo dei frammenti sparsi delle fonti scritte di Raimondo di Sangro, che Pergreffi, emiliana di nascita e napoletana d’adozione, rilegge attraverso immagini evocative e oniriche. A cura di Maria Alessandra Masucci, la mostra si divide tra gli spazi della off Gallery e della Cappella. Il visitatore rimane affascinato dalla tecnica dell’artista, che ha collaborato come illustratrice anche con vari quotidiani e riviste e che spiega che il suo lavoro è personale nella misura in cui gli oggetti che vengono utilizzati come matrici sono prelevati dalla sua quotidianità.
Tra le 14 opere, solo una è ispirata a una fonte illustrata: la Carrozza Marittima, disegnata da Francesco Celebrano e incisa in rame da Giuseppe Aloja. Celebrano fu anche colui che eseguì il progetto stesso, il cui modellino era conservato nell’appartamento del Principe. Nelle opere dedicate alle Invenzioni Pirotecniche e nel Lume perpetuo ritorna un elemento, il colore verde, legato alla leggenda secondo la quale il principe studiò i pigmenti che poi sono stati utilizzati per gli affreschi della cappella, il cui soffitto affrescato non è mai stato rimaneggiato dopo il 1749. Tra tutti, quelli che ancora spiccano per vivacità sono proprio i medaglioni dipinti di verde.
In merito agli studi sul lume perpetuo, invece, la fonte narra che il principe abbia utilizzato il fosforo pestato da dei crani. In Cera vegetale, che secondo le fonti deriva da erbe e fiori, Pergreffi richiama visivamente, secondo un linguaggio surrealista, l’aneddoto della donazione che Raimondo di Sangro fece a re Carlo di Borbone, un impermeabile che si dice il sovrano abbia indossato durante una battuta di caccia al Real Bosco di Capodimonte.
Oltre che attraverso il sensibile lavoro dell’artista, anche grazie alla direzione precisa della curatrice si possono aprire finestre fantastiche su un passato lontano e semidimenticato. Un lavoro storico accurato, quello di Masucci, Presidente di Museo Cappella Sansevero, confluito nell’agile brochure di accompagnamento al percorso espositivo che permette di fruire pienamente delle opere.
La mostra di Daniela Pergreffi al Museo Cappella Sansevero sarà visitabile fino al 4 marzo 2024.
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