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La galleria-appartamento Casa Vuota chiude l’anno ospitando l’insolita mostra di Natascia Abbattista “Riunione di condominio”. Non poteva esserci altro posto per la prima personale romana dell’artista che per l’occasione ha pensato a un progetto site-specific con cui si tingono di giallo le stanze dello spazio in via Maia 12. Infatti, è proprio l’appartamento tutto a entrare nel vivo dell’operazione artistica di Natascia Abbattista che lo trasforma in una scena piena di indizi da cogliere. In ogni stanza l’artista lascia la traccia di un delitto e anche più, alcuni risolti e altri destinati a rimanere senza soluzione. A cura di Francesco Paolo Del Re e Sabino De Nichilo, “Riunione di condominio” veste Casa Vuota di un velo tutto misterioso.
Un’inconsueta riunione di condominio a Casa Vuota
Appena entrati in Casa Vuota è un bivio ad accogliere il visitatore. Di fronte, oltre la soglia della prima stanza, delle sedie messe in cerchio e delle voci in sottofondo; a sinistra una parete ricoperta di identikit e poi una porta chiusa, che aspetta di essere aperta. Sei sedie disposte come aspettassero l’incontro di più persone ma in realtà solo su di una ci si può sedere, per un’inconsueta riunione di condominio. Dettagli deliziosi e anche pungenti: fiori, marshmallows, spilli e chiodi ricoprono le sedute in attesa di questo appuntamento.
Ad accompagnare questa attesa un audio che mette insieme una serie di messaggi vocali che gli amici hanno inviato all’artista: non si capisce bene di cosa parlino, forse di un corpo. Ogni oggetto assume un significato diverso da quello reale. «Nella mia Riunione di condominio ambientata nelle stanze di Casa Vuota – spiega l’artista – ogni oggetto assume un significato diverso da quello reale. Questo slittamento semantico dipende dal fatto che i nostri codici di interpretazione sono cambiati, non sono oggettivi ma rispecchiano quello che viviamo e il modo in cui viviamo».
Natascia Abbattista e la scena del crimine
Tutto sembra disposto ordinatamente, come se qualcosa stesse per avvenire o fosse appena avvenuto. Tutto sembra calcolato, con la stessa precisione maniacale della miniatura di una casa di bambole che troviamo appesa al muro. Dentro di questa un arredamento e dei colori così candidi e precisi degni di un killer psicopatico, infatti ci starebbero a pennello anche due piccolissime gemelle Grady. Invece, disseminati sulle pareti di questa casa in miniatura qualche mini-ritratto – forse di vittime – e poi, un video creato da Natascia Abbattista dal tono ironicamente splatter.
Raccolti gli indizi in questa stanza e usciti di qui, si torna al punto di partenza, tra le mura consunte della casa: una parete è ricoperta da una serie di identikit. Un volto, un nome e un cognome, data di nascita e di morte: sono i visi dal colore cadaverico di famosi serial killers. “Riunione di condominio” nasce proprio da questa serie di ritratti che l’artista rende opere leggendoli come icone moderne. «L’elemento macabro è presente, l’elemento macabro è assente. Questo lo decide chi guarda l’opera, che diventa perturbante a seconda dell’esperienza del fruitore. La mia riunione di condominio è un fraintendimento o forse no.»
Nell’ultima stanza la seconda installazione di questa mostra: Eternità. Una stanza buia, la finestra con la tapparella socchiusa, una canzone che risuona ripetutamente sul silenzio. Al centro, un frigorifero disposto orizzontalmente che non si può aprire né chiudere…cos’è che nasconde? Da dentro filtra una luce che accende la nostra curiosità. Una radio emette “Eternità”, canzone che i Camaleonti suonavano negli anni Settanta, decennio famoso in quanto a delitti. Anche qui, qualcosa è accaduto… o sta per accadere?