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La collezione esposte nel giardino dello Spazio Thetis, all’Arsenale di Venezia, alla fine lo scorso giugno si è arricchita di un nuovo lavoro, che va ad aggiungersi alle opere di artisti come Jan Fabre, Beverly Pepper, Michelangelo Pistoletto, Marica Moro, Pinuccio Sciola, Omar Ronda e altri: la nuova installazione site-specific di Nello Petrucci (1981), del 2021 e a cura di Luigi Giordano, è strutturata in tre parti, realizzate in corten, che osservate da un preciso punto di vista vanno a comporre la mappa della città partendo dai suoi canali. È un omaggio a Venezia entrato a far parte della collezione di Spazio Thetis grazie alla donazione da parte dell’artista e di Contemply Art& Investment.
L’artista e il curatore ci hanno raccontato Trame.
Le parole di Nello Petrucci e Luigi Giordano
Come è nata la lettura di Venezia proposta dall’opera TRAME? Quali aspetti ne vuole sottolineare?
Nello Petrucci: «Venezia mi ha sempre affascinato, città di molti ponti e pochi muri, luogo di scambio e confronto, con un legame inscindibile con l’elemento acqua, per questo le trame dell’opera evidenziano i canali, le vie d’acqua vere, la mappatura di Venezia. L’opera TRAME suggerisce allo sguardo un incrocio di mani, l’incrocio di civiltà e cultura che la città ha sempre rappresentato nella Storia. Un’opera che muta al mutare della luce e dal punto di visione. Quando cambiamo il modo di guardare le cose, le cose che guardiamo, cambiano… questo è l’approccio di TRAME a Venezia, un invito a ricercare nuovi punti di vista».
Luigi Giordano: «Dar vita e animo all’opera site-specific TRAME di Nello Petrucci è stato l’equivalente di un lungo viaggio attraverso gli animi e la storia di chi vive questa città, anche solo attraverso la sua fama. Un aspetto fondamentale che tengo a sottolineare è che TRAME ci suggerisce molti punti di lettura su cui riflettere. La fluidità dei canali, i quali compongono le trame della città non sono altro che le nostre vite e strade da percorrere. Ricalcando il pensiero di Eraclito «tutto scorre, tutto è in mutamento e tutto è in divenire». Questo divenire come l’opera suggerisce: solo avendo un nuovo punto di vista abbiamo nuove percezioni, nuovi mutamenti, nuova vita».
Che cosa significa per Lei avere un’opera nel parco dello Spazio Thetis, accanto a quelle di altri grandi maestri?
Nello Petrucci: «Avere il privilegio di entrare in dialogo, attraverso una mia opera, con artisti che hanno un peso specifico così importante da un punto di vista storico-culturale mi ha reso orgoglioso. Sono felice di essere entrato in questa collezione al loro fianco con un’opera che omaggia Venezia, posta proprio all’Arsenale, l’antico opificio per le imbarcazioni, un luogo che di per sé è fonte di grande ispirazione. Attivismo, energia, questo si avverte ancora oggi a Spazio Thetis grazie all’impegno della responsabile culturale, Antonietta Grandesso, al suo spirito di ricerca artistica, alla capacità di promozione delle nuove tendenze e degli artisti e nello stimolare il dialogo con i Maestri.
Luigi Giordano: «Per me è stato davvero una grande emozione, oltre che un grande onore, far sì che un artista con cui ho il piacere di collaborare da anni sia riuscito a entrare in una collezione di tale prestigio. Abbiamo fotografato il tempo e questo tempo resterà lì, nella storia e nello spazio. Non posso che sentirmi orgoglioso del lavoro svolto».
Quali altri progetti ha in corso in questo momento o a che cosa sta lavorando per il futuro?
Nello Petrucci: «Per il futuro ho idee e progetti grazie anche agli stimoli derivanti dall’essere entrato in una collezione di tale prestigio che ha segnato un importante passo nella mia carriera artistica consolidandola nello scenario dell’arte contemporanea internazionale.
Nuove sculture sono state concepite e nei prossimi mesi nasceranno, sono progetti riservati che avranno però un filo conduttore, che è la mia firma scultorea: il corten.
Al momento, durante l’estate, mi sto occupando di passioni parallele, la street art e i video e ho il piacere di essere il direttore artistico di un festival internazionale a Pompei: “POMPEI STREET FESTIVAL” che vedrà la sua prima edizione il prossimo settembre, con street artist con più di 30 nazionalità diverse, cineasti, film maker internazionali e musicisti. È un’idea che mi stimola moltissimo, e non vedo l’ora di questo grande evento… è una sfida che spero di portare a termine con successo …
Nell’attesa sono stato nominato finalista al Globo d’Oro con un mio cortometraggio già pluripremiato L’ultimo whisky con il Cappellaio Matto, ne vado orgoglioso perché è una produzione a cui sono affezionato e un’altra attività artistica che mi appassiona».