18 settembre 2024

NETS, il viaggio – ora a Milano – all’interno del segno magmatico di Maurizio Donzelli

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Nel suo spazio milanese, fino al 15 novembre, Cortesi Gallery ospita “NETS”, mostra personale di Maurizio Donzelli che prende il titolo dall’ultimo ciclo pittorico dell’artista, esposto per l’occasione insieme ai suoi O e Mirrors

Maurizio Donzelli, NETS. Installation view, Cortesi Gallery, Milano. Ph. Fabio Mantegna

«Si possono leggere come un viaggio all’interno del segno magmatico in espansione che tende a occupare nuovi spazi dando vita ad architetture immaginarie» afferma Alberto Fiz – curatore della mostra – a proposito di NETS, l’ultimo ciclo di lavori che Maurizio Donzelli ha realizzato per indagare e mettere in discussione, ancora una volta, lo sguardo dello spettatore. 

Il primo, frontale rispetto all’ingresso di Cortesi Gallery, è di grande impatto e di grande formato – misura 225×225 cm (Nets big )- e sembra restituire lo sguardo che gli si rivolge con una domanda ben precisa: cosa vedi? La risposta, Donzelli, la lascia tutta allo spettatore che si troverà – forse inevitabilmente – a utilizzare espressioni come «circa, pressappoco, poco meno che, come, come se fosse, simile a». Questi avverbi, queste locuzioni, non sono affatto casuali, sono infatti tutti sinonimi di «quasi», termine caro, e centrale, nella poetica dell’artista che proprio dal suo concetto di disegno del quasi ha sviluppato queste nuove opere che, come reti, catturano in un nuovo e sempre diverso incantesimo. 

Maurizio Donzelli, Nets big, 2024. Acrylic on print on UV black back canvas, from an artist matrix, 225 x 225 cm

I Nets nascono da un disegno di reti, su carta, legno, tessuto o tela, che Donzelli realizza in piccolo formato lasciandosi poi guidare sensibilmente verso il minuscolo frammento che più lo attrae e che, in un secondo momento della fase processuale, viene allargato, manipolato, digitalmente, e poi trasposto ora su tela, ora su carta poi applicata su dibond, lavorando sul contrasto (bianco è lo sfondo dei disegni, nero invece è quello delle opere di grande formato) e intervenendo manualmente per andare a ridipingere l’immagine: «in tal modo non solo sottolineo l’importanza dell’azione umana, ma prima devo riosservare le mie reti, lasciarmi catturare da esse e rispondere a questo incantesimo con una nuova pittura e nuovi colori», afferma l’artista. 

Rappresentazioni non figurative della realtà, dunque, i Nets lasciano la possibilità di mille interpretazioni, aprendosi verso una dimensione intima e soggettiva che va acuendosi all’interno di una piccola stanza che è stata voluta e concepita, attraverso un interessante riflesso del pavimento lavorato secondo il motivo delle girandole in uno specchio sospeso dal soffitto, come una nicchia immersiva all’interno della quale suona musica classica e sono esposti due lavori, su carta, proprio della serie Girandole.

Maurizio Donzelli, Girandole, 2022. Ink on 300g pure cotton paper, 150 x 121 cm

Il passaggio all’interno di queste due stanze è significativo e sintomatico della volontà espositiva di toccare, nel percorso, tutti i passaggi (La Natura Delle Cose, in tal senso, è ancora più esplicita e raccoglie diversi Disegni e Liber) che Donzelli ha, negli anni, attraversato: lo specchio che riflette le Girandole e la resina che ricopre i NETS, ne sono gli indicatori, o fari, formali. 

Di fronte a una serie di Nets bianchi su sfondo nero, sono gli O a dare forma all’esperienza mentale dell’oro che sta all’origine di questa serie di monocromi di color oro realizzati su legno – in forma di rombo, di rettangolo e di ottagono – con tanti piccoli tasselli creati in foglio di alluminio con una texture che ricorda il tessuto ed evocativi dei mosaici ravennati. La mano di resina, che Donzelli dà in ultimo strato, enfatizza all’ennesima potenza i giochi di opacità ed evanescenza che si sprigionano sulla superficie all’incontro con la luce: ciascun tassello è infatti disposto in maniera ortogonale secondo un accurato studio di rifrazione. 

Maurizio Donzelli, NETS. Installation view, Cortesi Gallery, Milano. Ph. Fabio Mantegna

Il percorso conduce, naturalmente, all’ultima stanza, interamente dedicata alla serie Mirrors, che Donzelli realizza come dispositivi ottici attraverso l’uso di lenti prismatiche che rendono vana la distinzione tra vero e falso in una progressiva moltiplicazione dei punti di vista. Sei in tutto, e tutti a parete, i Mirrors esposti – fatta eccezione per uno, frontale quando si accede alla stanza, colorato – conservano al loro interno l’immagine di composizioni di petali di colori tenui, che si riconoscono, con un certo stupore destinato via via che ci si muove ad aumentare, quando si raggiunge il centro dell’opera: gli specchi, vere e proprie scatole della meraviglia, non riflettono chi guarda ma lo catturano e lo trasportano in una dimensione fantasmatica entro cui, ancora, è il nostro occhio a completare l’opera scoprendo un mondo nuovo, un mondo a sé. 

Come in una rete. Perché la traduzione italiana di NETS è proprio reti, ovvero quegli intrecci di materiale vario, incrociati e annodati tra loro regolarmente in modo che restino degli spazi liberi, detti maglie, necessari, forse anche urgenti, per intuire che il quotidiano, che ciò che ci circonda, non esiste davanti a noi come rappresentazione di qualcosa bensì come rivelazione possibile, non dogmatica ma attitudinale, che chiede di essere rilevata.

Maurizio Donzelli, NETS. Installation view, Cortesi Gallery, Milano..Ph. Fabio Mantegna

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