Categorie: Mostre Street Art

Non aprire prima del 2023: MILLO in mostra alla Dorothy Circus Gallery di Roma

di - 25 Luglio 2023

La Dorothy Circus Gallery di Roma, spazio adibito alle avanguardie figurative nell’arte contemporanea, inaugura la mostra personale di Francesco Camillo Giorgino, in arte MILLO, street artist italiano di fama internazionale e pittore di riferimento nella scena neo-surrealista. I murales su larga scala di MILLO indagano gli aspetti più intimi ed ancestrali della natura umana tramite l’utilizzo di una tecnica essenziale che ci rapisce in una surrealtà dal carattere estremamente familiare.

DCG Rome Do Not Open Before 2023 by MILLO Opening Event Photo Courtesy of Federica Iannella

La collezione Non Aprire Prima del 2023 si compone di 11 tele e due dipinti inediti su radice di legno e intende farsi portatrice di un concetto caro all’artista: quello della memoria.  MILLO sceglie di aprire la sua personalissima scatola dei ricordi rendendo partecipe il pubblico di questo intimo momento di ricerca individuale. L’opera Time Capsule appare come la dichiarazione, da parte dell’artista, di voler aprire la scatola che contiene il proprio cuore brulicante, avvolto dalle fiamme.

DCG Rome Leave them kids alone by Millo DO NOT OPEN BEFORE 2023 Photo Courtesy of Federica Iannella

I protagonisti della narrazione sono eventi e temi drammatici che hanno caratterizzato la storia dell’umanità, la veste che indossano è, tuttavia, quella di MILLO che scava nella sua memoria riportando a galla l’essenza del suo ricordo. Il linguaggio della memoria si mescola alla poesia: E’ Giù! Il Muro di Berlino è Caduto! suona nelle orecchie di MILLO mentre salta sul lettone con il cugino in Let them Kids Alone. Io non mi arrenderò mai!, inneggia l’addolorata protagonista di un’altra opera, tenendo tra le braccia un albero secolare appena abbattuto per fare spazio a nuove costruzioni.

L’intensità evocativa delle opere consente di immortalare gli effetti più profondi che gli eventi vissuti hanno generato nell’animo umano. Attraverso un profondo dialogo con sé stesso, l’artista permette all’osservatore di attivare la propria memoria e di tesserne una ancora più complessa.

Abbiamo raggiunto MILLO per farci dire di più sulla mostra alla Dorothy Circus Gallery e sulla sua ricerca.

DCG Rome Do Not Open Before 2023 by MILLO Opening Event Photo Courtesy of Federica Iannella

Cosa significa per te esporre in una Galleria italiana? E dipingere su tela?

«È sempre un grande piacere, sono stato riconosciuto molto prima all’estero per il mio lavoro che in Italia, ma l’Italia è casa mia. C’è un feeling differente e sono certo che anche inconsciamente mentre do forma alle idee in qualche modo, questa sensazione possa finire sulle tele. Dipingere su tela è un lavoro diametralmente opposto a quello che svolgo sui muri, è un lavoro intimo e silenzioso che amo molto, specie dopo tanti mesi all’aria aperta nel caos delle città».

Come prendono forma le tue opere?

«Sono solito nella realizzazione dei muri lasciarmi ispirare da ciò che mi circonda, da quello che vivo in prima persona e tutto quello che mi gravita intorno, tuttavia approccio diversamente al lavoro su tela.  Sempre vi è presente una parte di realtà ma cerco di volta in volta di focalizzarmi su alcuni temi per poi svilupparli in una serie.

Nel mio penultimo solo show ad esempio, ho trattato il tema dell’inconscio e dei sogni, per questa mostra invece, ancora visibile presso la Galleria Dorothy Circus di Roma, ho analizzato la rielaborazione dei ricordi e di come, sedimentando nella memoria, spesso appaiano diversi dalla realtà da cui si sono generati».

DCG Rome When we thought we could fly by Millo DO NOT OPEN BEFORE 2023 Photo Courtesy of Federica Iannella

L’essenzialità tecnica che utilizzi è in qualche modo in linea con quello che vuoi comunicare?

«Credo di sì, tuttavia il mio stile, seppur minimale racchiude in sé diversi livelli di lettura: si è immediatamente attratti dai personaggi e da ciò che fanno ma poi alle loro spalle un mondo in bianco e nero brulica di altri input. Seppur possa apparire immediato, tante volte ciò che voglio dire è nascosto proprio tra le pieghe del disegno».

Trovo che le memorie che proponi siano tanto nitide e impregnate di emotività da indurre l’osservatore a fonderle con le proprie. Credi che questo possa essere il risultato dell’intimo legame che intercorre tra rappresentazione, empatia e memoria collettiva?

«Era l’aspetto che cercavo di comunicare, ognuno di noi è parte seppur in maniera diversa di una qualche memoria collettiva e allo stesso modo di memorie personali che inevitabilmente trovano un riscontro con quelle degli altri. Siamo tutti su questa terra e probabilmente alcune delle esperienze che viviamo si cristallizzano per tutti in maniera molto simile».

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