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Non chiamatemi collezionista: la raccolta di Gino Di Maggio arriva a Tolosa
Mostre
La collezione di Gino Di Maggio arriva in Francia, a Tolosa, negli spazi di Les Abattoirs Musée – Frac Occitanie, per un progetto espositivo dal significativo titolo “Viva Gino! Une vie dans l’art”.
Classe 1940, Gino Di Maggio, è creatore e presidente della Fondazione Mudima di Milano, la prima in Italia dedicata all’arte contemporanea e alla ricerca musicale. Scrittore ed editore di libri e riviste come Alphabeta 2, appassionato d’arte, sin dagli anni Cinquanta ha organizzato numerose personali e diversi progetti in situ alla fondazione milanese, oltre ad animare la scena culturale italiana e internazionale con biennali e festival.
«A chi me lo chiede, rispondo sempre che non sono un collezionista, perché è probabilmente difficile o inappropriato definire come una raccolta quello che ho raccolto a caso durante tutto questi anni. Quello che mi trovo è il risultato incontri, situazioni, relazioni esseri umani che non miravano principalmente l’acquisizione di opere d’arte», ha spiegato Gino Di Maggio.
Dal Ready Made al Mono-Ha, la vita per l’arte di Gino Di Maggio
La mostra a Tolosa, che presenta solo una parte della collezione di Gino Di Maggio, ripercorre alcuni movimenti artistici del XX secolo e, al contempo, ci parla dei rapporti di amicizia tra gli artisti e il collezionista. Si tratta, dunque, di «una collezione in azione», come da definizione dei curatori, Annabelle Ténèze, direttrice degli Abattoirs, e Valentin Rodriguez, direttore delle collezioni, poiché riflette l’investimento morale ed etico del suo autore e la voglia di condividere la passione per l’arte direttamente con gli artisti, sostenendoli lungo tutto il processo artistico dell’opera.
L’esposizione riunisce un centinaio di opere di una cinquantina di artisti che vanno da Yoko Ono a Lee Ufan, Daniel Spoerri, Nam June Paik, Milan Knizak, Kazuo Shiraga. Non manca Benjamin Vautier, detto Ben, figura di prua del movimento Fluxus, e creatore della Fondation du doute a Blois, città sita nella regione Centre-Val de Loire, a cui Gino Di Maggio ha prestato diverse sue opere.
L’esposizione prende il via con il movimento Fluxus e le opere di George Brecht, John Cage e Robert Filliou. Seguono undici sezioni, tra cui quella dedicata al Manifesto futurista che rimanda inevitabilmente a Marinetti, al ready-made con Duchamp, allo spazialismo con Lucio Fontana e Piero Manzoni, ai Nouveaux Réalistes con Arman, César, Raymond Hains, per citarne solo alcuni, per poi fare un salto in Giappone tra Gutai e Mono-Ha. Sotto il titolo L’altra faccia dell’Italia troviamo opere di Livio Marzot, Marinella Pirelli, Alighiero Boetti, Sergio Lombardo, Renato Mambor e Fausta Squatriti.
La mostra, aperta dal 28 febbraio al 30 agosto 2020, rientra nei festeggiamenti dei primi 20 anni del museo, e si riallaccia a quel fil rouge che contraddistingue le esposizioni a Les Abattoirs, intorno ai legami tra la personalità del collezionista e le opere e gli artisti che sceglie.