Un suggestivo viaggio nel tempo attraverso 12 capolavori bresciani e bergamaschi provenienti da collezioni private, esposti in un avvolgente contesto ricreato ad arte nella Sala della Gerusalemme Liberata di Palazzo Moroni, salone di rappresentanza della famiglia. Inaugurata nel mese di luglio e aperta fino all’otto ottobre 2023, L’età dell’innocenza narra un capitolo della storia del palazzo bergamasco, rievocando lo splendore, i fasti ed il fervore del “rinascimento” che vissero le città di Bergamo e Brescia durante i primi anni del Novecento, quando le ricche e nobili famiglie locali, dopo aver accumulato preziose raccolte nei loro palazzi, aprivano le porte a visitatori e conoscitori d’arte provenienti da tutto il mondo, alla ricerca di opere da scoprire o da acquisire per i nascenti musei nazionali o per collezionisti privati.
Arredi e suppellettili dalle peculiarità uniche, selezionati per l’occasione da un patrimonio di oltre 30mila pezzi donati nel tempo al FAI e disseminati in altri Beni della Fondazione, dialogano con i dipinti alle pareti o sui cavalletti, quattro presenti normalmente nelle raccolte del palazzo ed altri otto convocati appositamente da altre raccolte.
Illuminati da flebili lampe a incandescenza, si scorgono il volto di Isotta Brembati (1555 – 1557), dipinto dal celebre ritrattista bergamasco Giovanni Battista Moroni, insieme al suo Cavaliere in rosa (1560), Gian Girolamo Grumelli, marito della contessa Isotta, entrambi in mostra nel 2019 alla Frick Collection di New York e parte della collezione permanente di Palazzo Moroni.
Tra tende damascate, vasi cinesi e trionfi di fiori e di frutta, lo spettatore si muove così da Moroni a Lotto, da Savoldo al Moretto, pittori già all’epoca ampiamente apprezzati, nel contesto locale, in quello italiano e persino all’estero, dove i capolavori bresciani e bergamaschi del Rinascimento avevano raggiunto nel corso dell’Ottocento i grandi musei, in particolare nel mondo anglosassone.
Incentrata sul tema del viaggio, la mostra prende il titolo dal celebre romanzo della scrittrice americana Edith Wharton, che visitò Bergamo come altri personaggi di spicco, tra cui Bernard Berenson – uno dei più importanti storici dell’arte del tempo – e Dan Fellows Platt. Questi stessi itinerari, ricostruiti su itinerarifaibergamobrescia.it diventano ora ripercorribili, configurandosi quasi come un “continuum off-site” della mostra, che permette peraltro ai visitatori di riscoprire opere di Lotto, Moretto, Romanino e Moroni nelle due città sorelle e nelle realtà locali circostanti, spesso sconosciute ai più, seppur ricche di beni da scoprire.
Curata dallo storico dell’arte Giovanni Agosti, con allestimento scenografico di Margherita Palli e luci disegnate da Pasquale Mari, l’iniziativa si inserisce nel ricco programma espositivo dedicato alla celebrazione di Bergamo e Brescia Capitale Italiana della cultura, anticipando e preparando alla riapertura completa e definitiva del Palazzo prevista per l’autunno 2023, che vedrà l’inaugurazione delle sale ottocentesche attualmente in restauro.
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