La registrazione e l’analisi dello scorrere del tempo animano NOW IS THEN AND THEN IS NOW, mostra personale che Building dedica a Shlomo Harush, artista israeliano-americano che con mezzi e medium diversi ha saputo dare vita a un’arte multidisciplinare trasformativa.
In carta, che si ingiallisce, piuttosto che in metallo, che si arruginisce, Shlomo Harush ha realizzato installazioni, sculture e disegni per ritrarre la condizione umana nel suo stato di perenne metamorfosi, astenendosi da qualsiasi giudizio qualitativo.
Siamo noi, fruitori, ad esprimerci sulla positività o sulla negatività di fronte, per esempio, all’opera Fragile, una grande massa metallica in apertura di mostra che si schiude sprigionando una luce potente. È luce divina che si affaccia dalla grande massa metallica o è una spaccatura che ammonisce di qualcosa, al suo interno, a noi ignoto?
Simboli e archetipi contrastanti e ambivalenti trionfano nei tre livelli espositivi che, dalla materia pesante del piano terra, ascendono alla leggerezza della carta dell’ultimo piano, rimandando sempre ai due fili conduttori dichiarati, due simboli che fedelmente accompagnano Harush: il libro e la sedia. Entrambi concepiti come soggetti scultorei, il libro diffonde bellezza per mezzo della parola, intesa non solo come veicolo verbale ma anche e soprattutto come motivo visivo che, ripetendosi, perde il suo significato per sfumare in segno grafico e meditativo, come nel caso di Now is Then and Then is Now (2023). Della sedia, parimenti, di cui è emblematico esempio Untitled – Sculpted Chair (2022), la tradizionale funzionalità viene tralasciata in favore del suo potenziale scultoreo.
Prima di salire al primo piano, e dopo aver visto alcuni esempi di libri scultore, Untitled Horse ci stimola a immaginare il percorso di Shlomo Harush. La scultura in metallo ritrae un fiero cavallo carico sulla schiena di numerosi bagagli – così tanti da raggiungere otto metri di altezza e fuoriuscire dal soffitto vetrato per continuare all’esterno. Potenzialmente all’infinito? Si, perché sono i bagagli di esperienza umana che ogni giorno ogni vita accumula.
L’avvicinamento tra tempo ed essere umano ci accompagna proseguendo il percorso di registrazione e di analisi della progressione del tempo. No Title for Now (2021) è una grande installazione di opere meccanizzate composte da materiali organici e industriali, solidi e delicati che acutizzano, metaforicamente, l’indagine temporale. Sulla superficie di ciascuno di questi lavori, che si attivano automaticamente avvertendo la prossimità del fruitore, sono registrati tutti gli effetti del movimento cadenzato – che li espone al pericolo di rotture – attraverso segni casuali ed astratti. Vi è forse espressione più immediata del fluire del tempo?
Il peso della materia cede il posto alla leggerezza della carta, protagonista assoluta all’ultimo piano sia a parete che in forma scultorea. 32.000 Titles (2011) è una sedia in acciaio realizzata con migliaia di schede della biblioteca del Brooklyn Museum of Art di New York raccolte in un ampio arco temporale. Espressione dello scorrere del tempo e della preziosità che gli oggetti acquisiscono con la cura di chi li ha maneggiati e custoditi, quest’opera illumina sul pregio del riciclo della cultura: il valore culturale contenuto nelle schede viene infatti riutilizzato per la creazione della scultura, in un continuum senza fine.
«Per quanto tempo è per sempre?»
«A volte, solo un secondo»
Istintiva e istintuale, la pratica Shlomo Harush insiste sulla fluidità della materia, che esclude qualunque forma di dominio esteriore lasciando alla creazione la possibilità di esistere in un tempo che non è assoluto ma personale, che dipende da dove si trova, da come si sta muovendo, e da chi ha di fronte. La natura di Now is then and then is now è vaga, imprevedibile e multiforme, «tale che ognuno dei suoi punti può assumere la misura dell’atomo o dell’infinito».
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