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Ogni anima è un Anima∞le. Il ritorno a Genova di Tomas Saraceno
Mostre
Le Cloud cities, almeno per come Tomás Saraceno (San Miguel de Tucumàn, 1973) ce le ha fatte conoscere, hanno cambiato pelle. Fluttuano sempre (anzi non sempre, almeno non per forza, per cortesia non spoileriamo ora), mantenendo la loro caratteristica forma poliedrica, perdendo però la metafisicità delle superfici trasparenti-riflettenti. Sono Cloud cities più calde, nel materiale (legno) e nei colori (terrosi e naturali), nel complesso decisamente più “terrene”. Al netto di ciò, la personale Anima∞le da Pinksummer siamo certi non destabilizzerà chi guarda a Saraceno in una giusta prospettiva di concretezza (non a caso è architetto di formazione). La stessa prospettiva che, dopo aver parlato di esistenza sulla terra in varie latitudini, a un certo punto ci fa uscire con un «Tomás, tu riesci a trattare con semplicità temi complessi». Lui rimane quasi meravigliato, non certo come quando gli parliamo di Cloud cities adattate a dimensione animale. Qui la risposta è prontissima, quasi scontata: «Le cities non hanno mai escluso nessuno». Quindi, così come tutti conviviamo – o dovremmo imparare a farlo – sullo stesso pianeta, Anima∞le offre un ambiente a misura di tutti gli esseri viventi. A due zampe, quattro o di più, con le ali o senza.
Ragni e altre storie, da Matera passando per Genova
Connesso al progetto Anima∞le è il libro Life(s) of Webs, arachnophobias, arachnophilias, and other stories edito da Nero Edizioni, presentato a Palazzo Ducale di Genova e a sua volta direttamente legato all’omonimo site specific permanente ideato dall’artista per Matera, inaugurato nel novembre dello scorso anno. Tanto a Matera, quanto qui a Genova, Saraceno si è concentrato sui ragni (che studia da un bel po’ di tempo, qui era il 2014) seguendo una logica di condivisione e congiunzione tra emisferi contingenti. Da una parte quindi ci sono loro, dall’altra noi, che da Pinksummer ammiriamo la tecnica “scultorea” di una ragnatela piena di dettagli narrativi, o possiamo interagire direttamente coi ragni percependone le vibrazioni in un’apposita opera. Più o meno quello che accade anche con insetti e uccelli, ai quali sono dedicate Cloud da vivere adattandole ai propri scopi. Due di queste sono state installate nel cortile di Palazzo Ducale, lì dove affaccia l’ingresso di Pinksummer, spazio nello spazio che rende partecipi – e un po’ più consapevoli – tutti i presenti (sulla faccia della terra).
Cloud cities come allegoria del buon vivere
A completare il progetto ci sono Cloud che sembrano palloni rotolati a terra, così come una serie di tele olfattive pensate per un’interattività canina (con l’artista ce lo siamo detto: ognuno visita una mostra con i sensi che più lo contraddistinguono). Nel complesso, se si guarda ad Anima∞le in un’ottica narrativa concentrata sull’impostazione di un buon vivere, Saraceno è il nostro nuovo Ambrogio Lorenzetti, quello dell’Allegoria del buon governo nel Palazzo Pubblico di Siena. A lanciarsi in un parallelismo del genere, per di più senza paracadute (l’artista ne è all’oscuro, tutto è nato successivamente, rimuginando sul suo progetto), si rischia di prendere altro che una facciata: l’attuale universo della critica d’arte ha un perimetro molto meno elastico rispetto all’arte stessa. Ma è un rischio calcolato, ragionato sulla base di espressioni separate da secoli, modi e intenzioni in cui c’è una sintassi comune; con la costruzione di un microcosmo esemplificativo dove ogni immagine è estremamente diretta, così come ogni elemento è dipendente da una schiettezza che porta l’artista a comunicare il proprio messaggio al pubblico andando alla radice, senza perdersi in arzigogoli. Nel caso di Saraceno, anche con sculture-silhouette, dove un pensiero inclusivo è un gioco speculativo-speculare: ovvero un cane con ombra di gatto, un gatto con ombra di topo. Un gioco da bambini, che come tutti i giochi da bambini arrivano dritti al punto più di quelli degli adulti. Non per nulla, Tomás a un certo punto ci deve abbandonare per raggiungere sua figlia di cinque mesi. Essere diventato papà ha avuto un ruolo su di lui anche come artista. Non l’ha cambiato, ma l’ha completato, che è diverso.