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Okuda San Miguel: la prima personale in Italia, con Magma Gallery a Bologna
Mostre
di Simona Poli
In un’esplosione di colori, irriverente e provocatoria si è aperta negli spazi di Magma Gallery a Bologna la prima grande mostra personale in Italia di Okuda San Miguel. Fino al 4 dicembre, lo street artist spagnolo, espone una serie di dipinti, sculture e installazioni di grandi dimensioni create appositamente per la mostra “The Renaissence Metaverse” che ci proietta nel suo personalissimo universo virtuale.
Classe 1980, Okuda, negli ultimi dieci anni ha partecipato a numerosi progetti pubblici realizzando murales di grandi dimensioni e sculture in 3D in tutto il mondo, dalle sette figure geometriche nel porto di Boston alla sua Mona Lisa a Parigi o alla spettacolare Rainbow Thief che copre un edificio residenziale di dodici piani a Hong Kong.
Con questa mostra, che si sviluppa nei suggestivi spazi dell’ex chiesa di San Mattia e in galleria, Okuda torna a popolare con le sue figure pop e surreali uno spazio sacro, come è avvenuto nelle pareti del tempio di Kaos nelle Asturie, ex chiesa sconsacrata, considerato il suo capolavoro.
Le parole di Okuda San Miguel
Qual è il significato del progetto “The Renaissence Metaverse” esposto a Bologna?
«Come artista, mi sento a metà tra i grandi riferimenti artistici del passato e il futuro del metaverso, dell’universo-oltre. Siamo in un momento di grande transizione, di passaggio, come è avvenuto nel Rinascimento. Dai modelli artistici del passato come Donatello, Botticelli, Leonardo che cito continuamente nei miei lavori, dove le opere sono tangibili stiamo passando al mondo del virtuale della NFT Art, dove è possibile creare opere d’arte digitali uniche e certificate, a cui il mercato ha già riconosciuto valori altissimi. È un nuovo modo di pensare l’arte con cui mi sto confrontando. La digitalizzazione, inoltre, mi consente di inserire nelle mie opere il concetto di movimento, di prendere le icone del passato e portarle nel mondo del metaverso».
Alla luce di queste trasformazioni, ritieni che l’arte possa continuare a svolgere una funzione sociale?
«Assolutamente sì, le mie opere esprimono anche una critica alla società, non a caso in questa chiesa infondo, dove tradizionalmente ci sarebbe la figura di Cristo, ho collocato il nuovo messia del mondo consumistico, Mickey Mouse, la faccia della modernità che porta delle shopping bag come una signora uscita da un grande magazzino. Ma il mio impegno nel sociale non finisce qui, ho istituito la Fondazione “Coloring the World” che si occupa di migliorare le condizioni di vita attraverso l’arte e la cultura nei paesi in via di sviluppo».
Progetti per il futuro?
«Tantissimi, come la mia arte sono in continuo movimento. A dicembre presenterò la Fondazione “Coloring the world” a Miami, nel 2022 aprirò un nuovo studio a Madrid con 25 persone che lavorano ai miei progetti artistici. Sto realizzando tre grandi sculture in Cina e voglio approfondire sempre di più gli aspetti legati all’architettura per costruire sculture che siano come palazzi».