Mancano pochi giorni all’apertura ufficiale della 33ma edizione dei Giochi delle Olimpiadi che, dal 26 luglio all’11 agosto 2024, porteranno a Parigi migliaia di appassionati e centinaia di atleti provenienti dai 206 Paesi partecipanti. La capitale francese ospitò il grande evento sportivo esattamente 100 anni fa: era il 1924 e quella ottava Olimpiade fu l’ultima a essere organizzata sotto la presidenza di Pierre de Coubertin, il leggendario fondatore dei Giochi olimpici moderni, riprendendo la tradizione interrotta da 1500 anni di quelli dell’antica Grecia.
Un lungo secolo di fotografie iconiche, attraverso i grandi eventi della storia, dal corridore nero Jesse Owens che, a Berlino 1936, vinse quattro medaglie d’oro e si rifiutò di fare il saluto nazista sul podio, al pugno alzato di Tommie Smith e John Carlos contro l’apartheid a Città del Messico 1968, dal 10 perfetto di Nadia Comăneci in equilibrio sovrannaturale sulle parallele di Montreal 1976, fino alla posa celebrativa di Usain Bolt, dominatore dei 100 metri a Pechino 2008.
Insomma, l’immagine – e il canone estetico – corre veloce e si intreccia allo sport e anche Casa Italia, la sede degli atleti tricolore a Le Pré Catelan, storico edificio situato nel Bois de Boulogne, sarà all’insegna dei linguaggi della creatività contemporanea, con Vincenzo Agnetti, Margherita Moscardini, Fabio Viale, Edoardo Tresoldi e Marinella Senatore, tra gli altri. Ma tutta Parigi sarà pienissima d’arte – anche più del solito – e rigorosamente a tema.
Sport e design dialogano da sempre e si nutrono a vicenda. Il design gioca un ruolo decisivo nella storia dello sport e migliora le capacità fisiche. Materiali ed ergonomia ma anche estetica servono per supportare gli artisti nella loro continua ricerca di prestazioni sempre più eccezionali. In occasione dei Giochi Olimpici di Parigi 2024, il Musée du Luxembourg propone una mostra dedicata al futuro dello sport e del design. MATCH. Design&sport ripercorre il ruolo del design nel progresso dello sport, i legami tra questi due ambiti nonché le prospettive di sviluppo. La mostra esplorerà anche come il mondo dello sport continui a ispirare grandi designer e viceversa, in settori come quello automobilistico o del prêt-à-porter.
In occasione dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Parigi 2024, il Musée Marmottan Monet presenta En jeu! Les artistes et le sport (1870-1930). Il museo ripercorrerà la storia visiva dello sport tra il 1870 e il 1930 attraverso più di cento opere provenienti da collezioni pubbliche e private tra Europa, Stati Uniti e Giappone. Protagonisti, gli sport più elitari, come equitazione, vela, scherma, ma anche quelli più arcaici, come la boxe e i giochi con la palla, attraverso capolavori di artisti come Monet, Degas, Caillebotte, Toulouse-Lautrec, Eakins, Richer, Maillol, Rodin, Delaunay, Metzinger. Perché infondo anche l’artista si può considerare uno sportivo, in quanto a determinazione e costanza.
Alla Cité de l’architecture una mostra che mette in discussione uno dei luoghi più emblematici dello sport: lo stadio. Unità di lunghezza nell’antica Grecia, lo stadio fu presto assimilato a un vasto spazio vuoto, parzialmente o interamente attrezzato lungo il suo perimetro con tribune per gli spettatori. Può assumere una pluralità di forme architettoniche, dallo stadio comunale alle grandi arene sportive. L’ascesa delle pratiche sportive di massa nel XX secolo ha trasformato lo stadio in un importante impianto pubblico, al punto da farne un monumento. Dedicato a ospitare competizioni nazionali o internazionali, lo stadio diventa anche sede di spettacoli. La mostra affronta il tema dello stadio a partire proprio da questi tre aspetti: democratizzazione, performance e globalizzazione, attraverso immagini, disegni e progetti architettonici.
Al Petit Palais i Giochi Olimpici e Paralimpici di Parigi 2024 sono celebrati con una mostra che collega arte e sport, a partire dai capolavori conservati nella collezione del museo, dall’antichità all’inizio del XX secolo. Il tema è quello del corpo, rappresentato in dipinti, sculture, oggetti, disegni e stampe: dal corpo eroico di San Giorgio che uccide il drago, al corpo come modello nell’arte occidentale, negli studi di nudi maschili di Dürer e Rembrandt, fino all’emancipazione del corpo femminile attraverso lo sport, con dipinti di Jacques-Emile Blanche e Léon Comerre.
Non poteva mancare il Louvre, che nei giorni scorsi, il 14 luglio, è stato anche attraversato dalla Fiamma Olimpica, portata da un teodoforo d’eccezione: lo street artist JR. La mostra con la quale il più importante museo parigino e del mondo celebra i Giochi Olimpici e Paralimpici di Parigi 2024 ci offre l’opportunità di scoprire la storia della manifestazione sportiva, che si intreccia con la politica e la società. Oltre a Pierre de Coubertin, diverse personalità francesi e greche sono state responsabili della riproposizione in chiave contemporanea dell’iniziativa. A loro si unì Émile Gilliéron (1850-1924), designer di origine svizzera, che si formò a Parigi e frequentò il Louvre dove copiò alcuni capolavori. Di base in Grecia e nominato artista ufficiale dei Giochi Olimpici di Atene nel 1896 e della Mesolimpiade nel 1906, si ispirò alle scoperte fatte durante gli scavi dei principali siti archeologici greci per creare i trofei dei vincitori.
Inoltre, grazie a un prestito eccezionale della Fondazione Stavros Niarchos, il Louvre espone la prima coppa olimpica, conosciuta come Coppa Bréal: disegnata dall’accademico Michel Bréal, fu creata da un orafo francese per il vincitore della prima Maratona dei giochi olimpici moderni.
La BNF Bibliothèque François Mitterrand dedica una mostra alla storia dello sport femminile in Francia, dalla fine del XIX secolo oggi. Considerato a lungo il parente povero delle competizioni sportive, lo sport femminile ha acquisito un’importanza crescente in un secolo e mezzo. La mostra ripercorre le vicende di questa storia per raccontare, implicitamente, la condizione della donna in Francia.
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