Parole che si fanno materia, abitano uno spazio, diventano altro. Creando nuovi significati, facendosi interrogare attraverso l’osservazione. Accade nell’installazione di Artan (Shalsi) realizzata per Crac – Chiara Ronchini Arte Contemporanea, in occasione della mostra “Waiting to board the plane”, che occuperà la galleria di Terni dal 14 dicembre al 26 gennaio. Realizzata in collaborazione con la Galleria Niccoli di Parma, la personale dell’artista albanese propone una scultura in alluminio pensata e realizzata appositamente per lo spazio, invitando a interagire fisicamente con il suo lavoro.
Nella purezza della sua forma, “Waiting to board the plane” presenta la bellezza di una linea nelle sue infinite possibilità, immagine essenziale, affascinante, autorevole, avvolta nella sua totalità. In cui l’artista, sopraffatto dalla bellezza strutturale, pone tutta la sua attenzione nella forma, tralasciando l’importanza del contenuto: «A volte il fascino di una figura colpisce talmente forte da far dimenticare tutto il resto».
Nell’opera, una serie di lettere in alluminio compongono frasi dove il significato viene completamente sopraffatto da una sensibilità esclusivamente fisica dell’essere parola: una vicino all’altra, scelte solo per la loro attrattiva estetica, per il loro apparire, così come sono. Per un gusto unicamente formale, diventando perfezione visiva, tralasciando quello che è scritto, conta solo come è scritto. Il significato della parola stessa perde interesse per lasciare la scena al suo “corpo fisico”. Con il testo che si materializza in un suo essere, relazionandosi in modo concreto con noi e lo spazio circostante. La parola occupa letteralmente un posto, rubando significato all’oggetto, divenendo altro.
Artan continua il suo dialogo con lo spazio, imprescindibile in ogni suo lavoro, attraverso lo studio e la ricerca della materia, analizzata e ideata in ogni sua declinazione possibile. Forme e linee interagiscono con il pubblico mettendo in soggezione anche gli sguardi più curiosi e audaci, invitando a muoversi incontrollabilmente intorno a queste sculture, per poterle ammirare, interrogandole, in ogni loro angolazione. Ma non c’è niente da capire, bisogna soltanto lasciarsi emozionare.
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