Pesaro, città che ha visto operare menti geniali in grado di intrecciare scienza e arte come Luca Pacioli e Piero della Francesca, si profila come il luogo ideale per ospitare la mostra Nelle Regole della Bellezza di Numero Cromatico, curata da Marcello Smarrelli. L’esposizione colpisce per la sua dichiarata intenzione di approfondire una delle questioni centrali del dibattito critico contemporaneo: il rapporto tra arte e nuove tecnologie. Il titolo stesso ci fornisce già un’indicazione significativa: Nelle regole della bellezza è un verso tratto da una poesia generata da S.O.N.H. (Statements Of a New Humanity), una delle tre intelligenze artificiali sviluppate da Numero Cromatico per esplorare il futuro dell’umanità.
Il cuore della mostra, come evidenziato da Marcello Smarrelli, ruota attorno a domande attuali di cruciale importanza: «Possono le nuove tecnologie fornire contenuti per la realizzazione di opere d’arte? Potranno mai diventare una fonte iconografica per gli artisti? O sono destinate a rimanere solo un supporto della tecnica?». Numero Cromatico si inserisce nel dibattito contemporaneo andando oltre la semplice espressione di un messaggio o una visione; il suo intento è creare le condizioni adatte affinché il pubblico possa riflettere e trovare risposte personali, mettendo in discussione la propria percezione del mondo e del proprio ruolo in esso. Grazie a un approccio interdisciplinare che spazia tra arte e neuroscienza, l’artista crea uno scenario caratterizzato da spazi sinestetici e drammaturgici che ci coinvolgono a livello sensoriale. In mostra, le due installazioni ambientali site-specific, Codice Umano e Noosfera, sono progettate per farci immergere in una condizione percettiva inusuale. Entrambe le opere, concepite attraverso una combinazione di tecniche artigianali, testi, suoni e intelligenza artificiale, ci invitano a riflettere sul presente e sul nostro ruolo nel mondo in relazione alla tecnologia.
Codice Umano, esposta nel Loggiato esterno, utilizza tecnologie analogiche come la tessitura per realizzare 24 arazzi posti sul pavimento. Ogni arazzo contiene testi poetici generati dalle tre intelligenze artificiali di Numero Cromatico che stimolano un meccanismo immaginativo. I testi, che possono essere letti in tre modi differenti – per intero, solo in maiuscolo o solo in minuscolo – mantengono sempre un significato, offrendo molteplici livelli di interpretazione. Le poesie dialogano tra loro senza alcuna intenzione di comunicare un messaggio univoco: siamo di fronte a testi aperti che ci mettono nella condizione di riflettere sul nostro essere umani. La scena guadagna ulteriore profondità grazie a una grande vela che attraversa la sala e ad alcuni ventilatori posizionati sul retro, i quali, muovendola delicatamente, intensificano l’esperienza sinestetica. Legata alla parete come una quinta teatrale, la vela si profila come un vestiario di 80 immagini antropomorfe che evocano elementi naturali e artificiali, frutto di una ricerca psicologica sui residui diurni e sui sogni.
Noosfera, situata nello spazio dodecagonale della Chiesa del Suffragio, è un’installazione neurovisiva pensata per esplorare il legame tra l’umanità, l’ambiente e l’universo.
L’esperienza è decisamente avvolgente: siamo immersi in un ambiente multisensoriale che ci offre uno sguardo sui possibili futuri dell’essere umano. Le pareti sono coperte da una nebulosa di parole, a tratti leggibili e a tratti indecifrabili, che scorrono e si intrecciano a velocità diverse. I testi, generati dalle AI sopracitate, cambiano di continuo per riflettere la vastità delle informazioni che riceviamo ogni giorno. Accompagnata da un suono rosa che favorisce la meditazione, l’opera ci invita a fermarci al centro della grande sala per avere un momento di introspezione. Nelle regole della bellezza quindi, si propone di stimolare una riflessione profonda e personale, guidandoci nella comprensione del nostro rapporto e interazione con il mondo che ci circonda.
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