Categorie: Mostre

Piero Persicalli, Abissi e seduzioni – Galleria Aleandri Arte Moderna

di - 19 Dicembre 2022

Il lungo oblio calato sul nome e sull’opera di Piero Persicalli (Zara, 1886-1977) – complice il  decorso capriccioso degli eventi, unito alla inveterata sbadataggine degli uomini e, probabilmente, incoraggiato dal temperamento schivo dell’artista – subisce, finalmente, una battuta d’arresto, grazie all’opera alacre di Mario Finazzi, curatore della mostra di opere grafiche (a tempera e a pastello) – oltre che estensore del corposo catalogo assieme al gallerista Simone Aleandri – dedicata al pittore dalmata dalla Galleria Aleandri che, fin dai suoi esordi, si è posto come obiettivo primario lo studio e, ove occorresse, la valorizzazione, del complesso e variegato panorama artistico dei primi decenni del Novecento.

Piero Persicalli, veduta della mostra, Galleria Aleandri Arte Moderna, Roma

Il focus prescelto è sulla produzione giovanile di Persicalli il quale – lo apprendiamo compulsando il dotto saggio critico del curatore che non fa mistero della difficoltà di ripercorrere l’itinerario sia biografico che artistico del pittore – fu allievo di Hugo von Habermann e di Heinrich Knirr, entrambi legati al movimento secessionista di Monaco, prima di stabilirsi, inizialmente, per qualche anno, a Vienna, all’epoca centro nevralgico del mondo culturale europeo e, quindi, mondiale; ed in seguito, in Italia, segnatamente a Roma. La tecnica divisionista impiegata nella composizione di numerose opere, il gusto per le morfologie esornative (floreali e, soprattutto, ittiche) talvolta prossime all’astrazione, una sensibilità visionaria allusiva al lato occulto della vita verosimilmente distillata dall’ancora fertile humus simbolista, traggono linfa, carsicamente, dagli anni fecondi della formazione mitteleuropea.

Piero Persicalli, veduta della mostra, Galleria Aleandri Arte Moderna, Roma

Ci soccorrono le parole di Carlo Carrà, tratte da una recensione del 1924, acclusa in appendice al catalogo: «Piero Persicalli appartiene dunque a quella categoria di artisti nostri che hanno maturato la loro arte all’estero. Peraltro la sua attività pittorica è ben conosciuta anche in Italia, per aver egli partecipato con un discreto gruppo di opere alla Prima Biennale di Roma e alla Primaverile  Fiorentina del 1922». Godibile, come sempre, la visita alla galleria…vorremmo dire, alla quadreria, per quel gusto dell’allestimento denso e serrato che rimanda ai fasti mecenateschi di illustri collezionisti del passato.

Piero Persicalli, veduta della mostra, Galleria Aleandri Arte Moderna, Roma

Al giovane Persicalli piaceva dar colore alla cose, un colore animico, vitalizzante, ritmico, effusivo; e mettere nelle sue creazioni quella tribolazione esistenziale, quel senso effimero di impermanenza, rifrazione di un epoca effervescente e inquieta e, forse, di un suo più intimo sentire. Lo vediamo, ad esempio, in una composizione ittico-equorea che accoglie le suggestioni formali della coeva poetica futurista, adusa al libero gioco delle compenetrazioni morfo-cromatiche; ovvero in una coinvolgente fantasia marina con conchiglia, una sorta di caduceo ermetico dagli intriganti rimandi occultistici; o, ancora, in certe ideazioni visionarie ove figure umane intrise di inquietudine paiono mosse dal desiderio di affrancarsi dal grave peso tellurico.

Col passare degli anni, lentamente, di Persicalli si perdono le tracce: poco si sa della sua età più matura; nulla, sembrerebbe, della sua vecchiaia. Ufficio nobile dei cultori dell’arte è restituire al godimento dei sensi e del pensiero questi perduti lacerti di bellezza, per esempio con una mostra retrospettiva e con una, sia pur breve, recensione.

aurora, pastelli su cartoncino grigio-celeste, 1910 ca.
composizione futurista con code di delfini che emergono dai flutti, tempere su cartoncino bianco, 1923 ca.
fantasia marina con conchiglia, tempere su cartoncino grigio, 1923 ca.

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