Ogni giorno ci affidiamo a tracciati geografici che disegnano le rotte dei nostri tragitti.
Il valore assoluto delle mappe che indicano la direzione del cammino è però messo in crisi da fenomeni che riscrivono continuamente una topografia invisibile: l’incontro tra culture, il flusso migratorio, il superamento delle frontiere, l’esplorazione, il viaggio…
Partendo da queste tematiche Pietro Ruffo ha realizzato per la sua ultima mostra una serie di opere che raccontano percorsi, spostamenti e punti di vista.
Ad ospitare l’esposizione è Galerie Italienne a Parigi che, per l’occasione, ha trasformato i suoi spazi in un atlante firmato dall’artista, le cui mappe alternative potranno essere contemplate fino al 23 Novembre.
Traversées è il titolo di questa mostra, ovvero “traversate” o “attraversamenti”, un cammino tra territori reali e immaginari, fatti di carta, assemblaggi di figure anonime e allegoriche.
Qui le mappe non sono bidimensionali, sotto le mani di Ruffo acquistano volume.
Per leggere le sue cartine bisogna riflettere su come la scienza della morfologia geografica possa essere messa in discussione da quella dell’universo astronomico.
I fogli sui quali è disegnata la struttura della nostra Terra sono picchiettati da aghi che fanno da sostegno a un altro atlante sovrapposto in cui si riconoscono varie costellazioni: Orione, Lira e lo zodiaco, soggetto che prende come modello gli affreschi di palazzo Farnese a Caprarola.
Ciò che l’artista crea è una doppia superficie in cui le due mappe coesistono parallelamente e si sovrappongono. Dimostrando come, mentre la geografia mutava, le costellazioni, siano rimaste immobili sopra le nostre teste.
L’esclusività della mostra sta nel fatto che per la prima volta Ruffo ha realizzato opere in ceramica.
La scelta del materiale, proveniente dalla bottega d’arte Gatti di Faenza, ha lo scopo di avvicinare varie culture a quella italiana.
Così i murales di mattonelle ispirati agli azulejos spagnoli e portoghesi e i vasi, reminiscenze della manifattura orientale, etrusca e greca, raccontano migrazioni e fusioni di etnie. Tra esse emerge il popolo americano, riferimento esplicito al problema della frontiera tra Stati Uniti e Sudamerica.
Mentre, in mezzo alla folla, l’artista si autoritrae in osservazione dello spettatore, un’autocitazione alla maniera rinascimentale.
Se per spostarsi da un capo all’altro del mondo i navigatori prendevano come punto di riferimento assoluto le stelle, oggi noi ci affidiamo a google maps.
È dunque giusto pensare ai nostri percorsi come tracciati stabili e immutabili?
La mostra vuole proporre una riflessione sui nostri cammini, provando a sostituire alle nostre fedeli mappe un percorso alternativo: una “traversée” o meglio un attraversamento di luoghi oggettivi e immaginari con la speranza di trovare la giusta rotta che dia un senso alla storia e all’attualità.
Chiara Bonanni
Dal 10 ottobre al 23 novembre 2019
Pietro Ruffo
Galerie Italienne,
15, rue du Louvre
75001 – Parigi
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