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Pinacoteca Agnelli e Pista500: nuova linfa per Torino
Mostre
Torino riconferma la sua centralità nel panorama dell’arte contemporanea italiana ed internazionale con la nuova prospettiva curatoriale della Pinacoteca Agnelli, guidata da un team al femminile e diretta da Sarah Cosulich.
Gli spazi della Pinacoteca all’interno del complesso del Lingotto offrono al pubblico una proposta artistica che unisce la contemporaneità alla storicità, con rinnovata vita della meravigliosa collezione permanente.
La nuova Pista500 sul tetto del Lingotto è la grande novità, dedicata a progetti installativi di artisti internazionali, tra i quali troviamo Cally Spooner, Mark Leckey, Sylvie Fleury, Valie Export, Shilpa Gupta, Louise Lawler e infine Nina Beier. Questi sono i nomi dei primi artisti presentati al pubblico, secondo una programmazione che vedrà l’inserimento di successive installazioni a partire da ottobre 2022.
La curatela di Sarah Cosulich e Lucrezia Calabrò Visconti punta a «prospettive plurali sull’arte pubblica» con una visione di mostra all’aperto. Una visione intensa, chiara, democratica e di forte progettualità internazionale e arricchimento per la città, che consenta un rapporto più immediato con l’arte, considerando anche i diversi pubblici a cui si rivolge.
Tutto ciò prendendo atto della storia e della specificità del Lingotto, luogo iconico per la città di Torino, e dunque contestualizzando elementi come l’immagine dell’automobile, lo sviluppo architettonico, le implicazioni sociali e culturali sulla città e sui cittadini, secondo un desiderio di “mediazione” con i visitatori, in un percorso espositivo in continua trasformazione. I progetti che verranno realizzati comprenderanno opere di pionieri ricontestualizzate, ma anche commissioni di opere site specific con attenzione anche a pratiche emergenti.
Coglie questo spirito l’installazione ambientale dell’artista danese Nina Beier (1975) The Guardians, commissionata e prodotta da Pinacoteca Agnelli, composta da cinque leoni di marmo sdraiati su un letto di ghiaia. Sembrano un punto di unione tra la terra e il cielo così vicino alla Pista500, in un’atmosfera di sacralità quasi atemporale. Il leone rappresentato a riposo abbandona la sua funzione decorativa e monumentale, per ritrovarsi in una condizione selvatica, che richiama immediatamente una nuova unione con la natura, così contrastante con il luogo in cui ci troviamo. Il leone è al tempo stesso anche simbolo di potere e autorità, posto ai piedi dei monumenti per segnare il confine tra pubblico e privato: in questo caso lascia il suo posto e invade nuovi luoghi.
La Beier punta così a decontestualizzare simboli che si ripetono nella storia, e approfondisce come questi possano influire nella nostra esperienza. E vi è da dire che questo tentativo, in un luogo che così pregnante di “storia” trova perfetta collocazione ed attualità.
L’ambizione è che la Pista500 diventi con il tempo un luogo di interazione e di richiamo (le premesse numeriche dei visitatori stanno già dando conferma della forza del progetto), essendo inoltre l’unico museo della città aperto sino alle 21, nel quale si può entrare anche dal nuovo spazio di Casa500 e FIATCafè500, luoghi di incontro e condivisione per il pubblico.
Un’ulteriore novità già presentata lo scorso 27 maggio al pubblico è il progetto espositivo “Beyond the Collection”, con cui vengono messe in relazione di volta in volta opere della Collezione permanente di Giovanni e Marella Agnelli esposte nello Scrigno con capolavori in prestito da altre prestigiose collezioni nazionali e internazionali. Dopo vent’anni dall’allestimento di Renzo Piano si assiste a una rilettura della collezione, alla quale viene data nuova dinamicità.
Il primo progetto “Pablo Picasso e Dora Maar. Un dialogo con la Fondazione Beyeler”, curata da Sarah Cosulich, Lucrezia Calabrò Visconti e Beatrice Zanelli, ha come nucleo un ritratto di Picasso Homme appuyé sur une table (1915-1916), messo in relazione con altri tre ritratti di Picasso della Fondazione Beyeler raffiguranti Dora Maar e una serie di fotografie scattate da quest’ultima, artista surrealista e musa di Picasso. Il risultato è molto interessante, si fa luce con una nuova chiave sul sodalizio tra i due artisti, allontanando in un certo senso lo stereotipo che legava la Maar a Picasso, evidenziando la forza della artista anche nella sua pratica artistica individuale.
Il progetto è accompagnato da una pubblicazione edita da Corraini Edizioni e prodotta dalla Pinacoteca Agnelli.
Contestualmente il terzo piano ospita la personale di Sylvie Fleury (Ginevra, 1961) – “Turn Me On”a cura di Sarah Cosulich e Lucrezia Calabrò Visconti fino al 15 gennaio 2023, la più completa mostra in Italia dedicata all’artista, inserendosi nell’idea più ampia di una programmazione che consente di costruire punti di contatto tra la storia del ventesimo secolo e le pratiche artistiche contemporanee.
La mostra di Fleury, che si autodefinisce «Femminista punk sotto mentite spoglie», comprende sette sale che accolgono sessanta opere circa. Vengono affrontate tematiche trasversali, legate principalmente alla messa in discussione di paradigmi della storia dell’arte occidentale, la complicità dell’arte con le dinamiche di mercato, il consumismo contemporaneo, l’idealizzazione dell’artista uomo, approfonditi nel corso della sua carriera tramite la scultura, il neon, la pittura, la videoarte e il suono, oltre che pregnanti installazioni come quelle ospitate dalla Pinacoteca.
Inizia così la nuova identità della Pinacoteca Agnelli, con intense e positive premesse ed ambizioni che non vediamo l’ora di scoprire.