11 luglio 2024

Pippo Patruno, un Archivio sentimentale di geometria e parole, a Monopoli

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La Biblioteca Rendella di Monopoli è lo spazio ideale per ospitare la prima retrospettiva dedicata al compianto artista Pippo Patruno: geometria e parola erano gli estremi della sua ricerca, sempre tesa alla sperimentazione

Pippo Patruno, Animula vagula blandula
Pippo Patruno, Animula vagula blandula, 2012

Si chiama ARCHIVIO SENTIMENTALE la mostra che, fino al 28 luglio, sarà visitabile presso la biblioteca Prospero Rendella di Monopoli: un percorso che celebra un artista che ha dedicato la sua vita all’arte ed è proprio un contenitore culturale, tra la vivacità della piazza e il blu del mare, ad accogliere la prima retrospettiva di Pippo Patruno.

Curata da Antonella Marino e Carmelo Cipriani, la mostra riunisce le opere più significative del quarantennale percorso di Patruno, caratterizzato da una polarità tra impulso emotivo e controllo razionale e incentrato sulla geometria e sulla parola, che si avvicendano e a volte compenetrano nei diversi cicli succedutisi a ritmo serrato per un incessante bisogno di sperimentare.

Tra i numerosi libri e i giovani concentrati sui tavoli e alle prese con esami, anche fino a tarda sera, la biblioteca abbraccia un insieme meticoloso di documenti, libri d’arte, cataloghi, fotografie private che insieme costituiscono un vero e proprio archivio sentimentale. Una sintesi poetica di un “artista sensibile e raffinato” che fa della geometria e della parola i suoi assi principali. È l’elemento geometrico l’origine di una raffinata ricerca astratta di vaga matrice minimalista, mentre la parola è invece centrale nell’ultima parte del suo percorso: moltiplicata fino a costituire una texture, isolata al centro e ottenuta in negativo. Una doppia valenza, non solo prettamente estetica, ma anche semantico-concettuale. Da qui, non manca una riflessione sul tempo che implica l’idea di transitorietà e cambiamento, con inevitabili accostamenti alla condizione umana.

Nella mostra, il tratto e il percorso di Pippo Patruno si snoda tra le diverse sale e i piani della biblioteca: dalle prime opere risalenti al 1986, un viaggio nel tempo e nell’ingegno dell’artista che sperimenta, negli anni, forme e parole tanto da fare del suo ciclo Fuori Tempo un’opera protagonista del Padiglione Italia della Biennale di Venezia del 2011.

Quella di Monopoli è una prova onesta, sacrosanta e benedetta, per tenere alta l’attenzione nei confronti di un’artista che ancora tanto aveva da dire e da fare. Per non staccare quel cordone che tiene strette le radici e la memoria, un percorso che trasforma in un’azione concreta quel desiderio di Patruno di far riconoscere la sua arte e il suo percorso, «Che non è stato mai scelto».

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