Pistoia Musei in collaborazione con Fondazione Pistoletto Cittadellarte fino al 25 settembre presenta “PISTOLETTO PISTOIA. Costellazione: 5 passi tra creazione e memoria”, «una mostra diffusa in luoghi identitari della città per innescare processi di cambiamento sociale, creare collegamenti inediti, recuperare la relazione tra città e territorio», hanno spiegato le istituzioni.
«Nel 1994 Michelangelo Pistoletto scelse Pistoia per presentare Progetto Arte, progetto utopico che trovò poi la sua realizzazione a Biella con Cittadellarte. Oggi, a distanza di quasi trent’anni, in occasione del suo ottantanovesimo compleanno, il Maestro torna nella città toscana per l’apertura di “PISTOLETTO PISTOIA. Costellazione: 5 passi tra creazione e memoria”. Un legame duraturo quello tra Pistoletto e Pistoia, celebrato dalla scelta del Maestro di collaborare con la giovane rete museale di Pistoia Musei, considerata terreno fertile per attivare un’azione artistica riflessiva e propositiva, una mostra costellazione capace di innescare processi di cambiamento sociale, creare collegamenti inediti, recuperare la storica relazione tra la città e il territorio circostante.
In mostra alcune delle sue opere più iconiche – come la Venere degli Stracci, Love Difference – Mar Mediterraneo, Tempo del Giudizio (Islam, Cristianesimo, Buddismo, Ebraismo), Terzo Paradiso, Porta Segno Arte, Sfera di giornali – accanto ad altre create appositamente per la mostra, tutte allestite in edifici di valore storico e identitario della città, dall’Antico Palazzo dei Vescovi alla Chiesa di San Leone, dalla Biblioteca Fabroniana al Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni, e l’Osservatorio Astronomico della Montagna pistoiese», hanno spiegato le istituzioni..
Ne abbiamo parlato con Michelangelo Pistoletto nell’intervista qui sotto.
Cosa significa per Lei questa mostra organizzata da Pistoia Musei?
«Per me è una mostra importante perché è a Pistoia, dove ho lanciato il manifesto Progetto Arte. Erano gli anni Novanta e lì ho avuto l’opportunità di lanciare il progetto che poi è diventato la guida di Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, sviluppato a Biella con tutte le attività che ne sono seguite e che oggi proseguono. In Progetto Arte ho dichiarato che l’arte entra in rapporto con tutti i vari ambiti della vita sociale, l’artista mette insieme i diversi settori della società attraverso un’opera di rigenerazione e si assume la responsabilità di rigenerare la società attraverso la creazione».
Come avviene questo processo di rigenerazione?
«Il simbolo che ho messo in evidenza fin da allora è il simbolo dell’unione delle differenze: il simbolo del Terzo Paradiso, che significa una terza fase dell’umanità. La prima fase è quella del paradiso naturale, dentro il quale l’umanità era all’inizio e è uscita creando il paradiso artificiale, che sviluppandosi ha via via condotto al paradiso artificiale di oggi, che come vediamo ha portato grandi benefici all’umanità ma adesso la sta dirigendo verso una collisione piuttosto tragica con la natura, quindi è necessario passare a un Terzo Paradiso. Quest’ultimo corrisponde a un terzo stadio dell’umanità in cui la natura e l’artificio trovano un equilibrio attraverso la nostra capacità di creazione artistica, politica, economica, in tutti i sensi del vivere comune. Questa è la formula trinamica, che significa della dinamica del numero tre, è un simbolo-formula composto da tre cerchi consecutivi, nei due cerchi esterni vengono rappresentati tutti gli elementi contrapposti, contrari, differenti che si uniscono nel cerchio centrale per creare un terzo elemento che prima non esisteva, dunque è la creazione, che avviene proprio per connessione di elementi diversi. Attraverso la creazione cerchiamo un equilibrio e un’armonia nella società, è la formula della creazione dell’armonia».
In questa dinamica che ruolo hanno le istituzioni museali?
«Le istituzioni sono necessarie perché sono luoghi dove si mantiene la memoria, si riporta continuamente il pubblico alla memoria, all’attualità: la memoria viene riportata agli spettatori di oggi, ai viventi attuali, è un processo molto importante. Attraverso la memoria noi possiamo immaginare il futuro, che in qualche maniera deve essere una “correzione” rispetto alla memoria, una possibilità di vedere che cosa è stato fatto di buono, costruttivo e utile e distinguerlo da ciò che è stato fatto di dannoso. Il museo, quindi, serve proprio per vedere il passato sempre collegato con il presente proiettato verso il futuro. Il museo non è mai staccato dal futuro, ci parla di ciò che è stato per farci capire che andiamo verso in futuro e che noi stessi oggi stiamo costruendo una memoria. In un certo senso noi stessi entriamo nel museo del futuro».
In questo senso come si uniscono creazione e memoria nella mostra di Pistoia?
«Nei cinque passi della mostra Pistoletto Pistoia organizzata da Pisotia Musei abbiamo cinque luoghi differenti che rappresentano una storia: Palazzo dei Vescovi, Palazzo Fabroni, la Chiesa di San Leone, la Biblioteca Fabroniana e poi l’Osservatorio astronomico sulla montagna. In questa storia noi portiamo i nostri indicatori, gli attivatori [OK?] del futuro fino alla parte alta in cui la scienza guarda il cielo. E qui sabato scorso l’arte e la scienza si sono unite in un incontro tra l’artista e lo scienziato per portare un messaggio comune, quello della formula trinamica sell’equilibrio».
Come favorisce il rapporto tra arte e cittadini?
«Attraverso quello che stiamo cercando di fare con la Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, con una scuola in cui gli studenti imparano a mettere insieme la storia con la geografia attraverso una reinvenzione dei confini che invece che essere conflittuali diventano confini di rapporti, di equilibrio, è necessaria una scuola. E noi la stiamo facendo».
Che cosa è l’arte oggi?
«L’arte è come sempre una fucina di creazione, immaginazione, una fucina di “salto oltre” perché attraverso l’arte noi viviamo una condizione metafisica, parola che significa “oltre la fisica”. Attraverso l’arte noi viviamo proprio la metafisica, quindi la fisicità dell’animale attraverso l’arte diventa attività dell’essere umano geniale: la responsabilità dell’arte è fondamentale, ma non lo è tanto come esercizio privato, individuale, fatto per realizzare oggetti da mettere in commercio, è necessario che oggi l’arte si insinui in tutti i settori e gli ambiti del vivere perché si possa creare insieme, perché i cittadini diventano artisti».
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