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Uomo dal carattere inflessibili e discreto, dagli interessi vasti quanto la sua generosità, avventuroso discendente di una nobile famiglia tedesca e comandate di U-Boat durante la Prima Guerra Mondiale, artista folgorato sulla via della pittura dalle atmosfere di un piccolo borgo del Mandrolisai, regione storica dalla Sardegna centrale. E oggi, a distanza di più di 80 anni, il Comune Atzara ricambia l’affetto di Richard Scheurlen dedicandogli una mostra che contribuirà a riaccendere l’interesse su un interessante interprete del linguaggio pittorico del ‘900. “Richard Napoleon Scheurlen – l’uomo e l’artista” è l’esposizione a cura di Sabina Corriga e Antonello Carboni, visitabile fino all’1 dicembre 2021 al Museo Ortiz di Atzara. In questa occasione è stato anche presentato il documentario “Il pittore tedesco”, road-movie con la regia di Antonello Carboni. L’iniziativa è organizzata dall’Associazione culturale Antonio Corriga con il patrocinio e il sostegno del Comune di Atzara e della Comunità Montana Gennargentu-Mandrolisai.
Richard Eugen Napoleon Scheurlen nacque a Stoccarda il 5 dicembre 1890, figlio di Karl, noto medico. Spinto da Filippo Figari, conosciuto casualmente a Positano, giunse ad Atzara nel 1936. Qui, visse ospite della famiglia Demurtas. Ad Atzara conobbe Antonio Corriga, artista che poi sarebbe diventato conosciuto a livello nazionale e che a quel tempo studiava presso l’Istituto D’Arte di Sassari, diretto proprio da Filippo Figari. Corriga raccontò che ragazzino rimase folgorato dalla pittura ”del tedesco” e che da questi apprese molto più di quanto non avesse imparato in anni di scuola dai suoi maestri. Nel 1942, Scheurlen venne richiamato alle armi forze armate tedesche che allora si trovavano in Sardegna. Ma alla fine degli anni ‘50 fece ritorno ad Atzara e riprese a dipingere con le sue ampie pennellate grandi tele, rigorosamente all’aria aperta.
«Grandi tele con figure colte in tutta la spontaneità dei movimenti e immerse in una atmosfera rarefatta in cui la luce del sole radente, scintillando nei profili principali delle masse compositive, conferiva quella mobilità che mancava nelle immagini figariane, sempre scenografiche e perciò sottomesse al compromissorio linguaggio accademico delle sue grandi decorazioni», così Corriga descriveva la poetica visiva di Scheurlen. «Instancabile viaggiatore, attento e colto conoscitore dei movimenti artistici europei, si fece agevolmente convincere a visitare Atzara dove la sua pittura avrebbe trovato più che altrove occasioni ispiratrici ancora più coerenti. E vi si trasferì per viverci e lavorarci per circa una quindicina d’anni, allargando in tal modo quella catena iniziata qualche lustro addietro. Contrariamente a quanto si può pensare, Richard Scheurlen non ha solo amato Atzara, né si è fatto condizionare ad osservatore passeggero, ma ne ha carpito il fascino intimo, è entrato nel profondo della sua anima, ne ha colto l’essenza reale».
In mostra, diverse opere presenti in Sardegna e numerose altre messe a disposizione dalla famiglia dell’autore, oltre a documenti originali dell’epoca e al suo epistolario. Grazie alla collaborazione con i discendenti è maturata anche l’idea di realizzare il documentario, che vede la partecipazione del nipote Ulrich Tukur, musicista, scrittore ma soprattutto un attore di fama internazionale.