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Pittura emiliana nella Collezione di Michelangelo Poletti a Palazzo Fava, Bologna
Mostre
di Simona Poli
Per la prima volta, nelle splendide sale di Palazzo Fava a Bologna, affrescate dai Carracci, sono visibili al pubblico ottantacinque opere appartenenti alla collezione privata creata da Michelangelo Poletti e conservate nel suggestivo Castello di San Martino in Soverzano, località della pianura Bolognese, residenza dell’imprenditore bolognese.
La Collezione Poletti si è formata negli ultimi trent’anni grazie alla passione di Michelangelo Poletti, sensibile alla cultura e appassionato di pittura emiliana tra il ‘400 e ‘700.
La selezione operata dal curatore Angelo Mazza offre una documentazione assai rappresentativa della “Pinacoteca Poletti”, raccolta che comprende la più cospicua e significativa collezione di pittura emiliana in mani private.
«Si tratta di una collezione unica – spiega il curatore Angelo Mazza – che non si saprebbe come definire, icasticamente, se non ricorrendo all’aggettivo “aperta”. Ogni suo aspetto si oppone infatti alla diffusa concezione della collezione privata quale tesoro da tenere gelosamente riservato. Le linee guida che la ispirano sono del tutto estranee alle finalità speculative».
Quello che unisce le opere è il desiderio di raccontare una scuola, quella emiliana appunto, fatta anche di artisti meno noti ponendo grande attenzione agli aspetti formali di virtuosismo del pittore e al significato storico dell’opera d’arte.
Il percorso espositivo si articola in sei sezioni che instaurano un dialogo costante con le sale di Palazzo Fava. La prima sezione, ambientata nella Sala del mito di Giasone e Medea, affrescata da Ludovico, Agostino e Annibale Carracci, è dedicata ai pittori di Palazzo Fava: Lorenzo Pasinelli, Donato Creti, Ercole Graziani e Aureliano Milani e presenta i capolavori di questi artisti che proprio a Palazzo Fava si sono formati.
La seconda sezione raccoglie le opere delle donne che hanno dato un contributo fondamentale alla storia figurativa di Bologna: Lavinia Fontana, Elisabetta Sirani, Lucia Casalini.
Si passa poi alle opere del “Rinascimento e anticlassicismo tra Romagna e centri padani dal “Maestro dei Baldraccani” a “Girolamo Genga e Garofalo”. La quarta sezione è dedicata ai “Protagonisti del secondo Cinquecento a Bologna. Tra Maniera e Controriforma”. Il percorso prosegue con i quadri del Seicento e si conclude con l’ultima sezione intitolata ai “Maestri e allievi nel Settecento. I pittori dell’Accademia Clementina”. Angelo Mazza spiega così il valore della mostra: «La collezione che Michelangelo Poletti ha formato attraverso la frequentazione delle gallerie degli antiquari e la partecipazione alle aste italiane, europee e americane, costituisce un episodio in controtendenza rispetto alla storia di dispersioni e di dissoluzione delle collezioni storiche bolognesi proseguita in tutto il Novecento. Collezioni che erano mete ambite dei viaggiatori europei e vanto della città di Bologna fino a tutto il Settecento».