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Psiche allo specchio. Omnia vincit amor, a Modena
Mostre
Partendo dal tema del Festival, la curatrice Daniela Ferrari ha voluto sviluppare la mostra sulla natura dei sentimenti attraverso lo specchio del mito per dimostrare, ancora una volta, come la cultura e la narrazione antica sia stata capace di indagare l’intero spettro delle emozioni umane. “Psiche” è una parola che racchiude più significati: per i greci è l’anima, il soffio vitale, ma Psiche è anche il nome della protagonista della favola di Apuleio, Amore e Psiche, e nel XIX verrà chiamato così un mobile composto da uno specchio abbastanza grande da poter contenere, per la prima volta, il riflesso di una persona intera.
La mostra si apre proprio con un mobile di questo tipo, la psichè impero del XIX secolo, uno dei primi specchi in gradi di cogliere la figura umana nella sua interezza. A noi oggi può sembrare scontato, ma grazie a questa invenzione gli uomini e le donne potevano a fine ottocento vedere per la prima volta la propria figura nella loro totalità, acquisendo consapevolezza del loro aspetto e, quindi, la propria identità. Affianco al mobile ottocentesco, si trova il dipinto Fèmme devant une psichè, realizzato nel 1900 dall’impressionista italiano Federico Zandomeneghi e raffigura una donna che si specchia in un mobile molto simile a quello nella stessa sala del quadro creando un dialogo molto suggestivo.
Il nucleo più consistente di opere esposte è dedicato al mito di Amore e Psiche scritto da Apuleio. Grazie a questo racconto è possibile viaggiare attraverso i secoli della storia dell’arte, con opere appartenenti a diversi periodi artistici, anche molto diversi tra di loro, ma legate tra loro da una delle storie d’amore più belle e famose di tutta la letteratura. Tra i capolavori esposti troviamo Amore e Psiche di François Gérard del 1798, una versione pressappoco coeva del capolavoro oggi conservato al Louvre ispirato alla statua del medesimo soggetto di Antonio Canova. Presente in mostra anche Amore dormiente dipinto da Guido Reni intorno al 1620 al suo ritorno a Bologna dopo il suo soggiorno romano, uno dei pezzi più pregiati della collezione di BPER Banca che ritrae il dio dell’amore ancora bambino mentre si riposa con la tipica grazie e bellezza ideale del pittore emiliano. Tra le opere in mostra non si può non citare un prestito eccezionale, ovvero sia l’intero ciclo di 25 fogli all’acquaforte e all’acquatinta di Max Klinger del 1880 che ripercorrono per intero la favolo di Apuleio a cui vanno aggiunte altre due incisioni, Amore e il futuro e Il filosofo, sempre del poliedrico artista tedesco.
La mostra non dimentica l’arte contemporanea con tre dipinti eseguiti da Andrea Facco, Omar Galliani e Andrea Mastrovito. In particolar modo, Le farfalle di Zeus di Andrea Facco è un’opera concepito appositamente per questa mostra e consiste in una semplice cartolina, raffigurante la tela Giove che dipinge farfalle, Mercurio e Virtù acquistata a Firenze, riproducendo nel retro una perfetta copia di un francobollo, di fatto falsificandolo, con la farfalla presente nel dipinto esposto di Gérard. Affianco alla cartolina, inoltre, l’artista ha voluto replicare con le esatte proporzioni il dipinto che Zeus sta realizzando identificandosi nella divinità. A concludere la mostra Un mantra per Amore e Psiche di Galliani, un dittico che cattura l’attimo che precede il bacio tra i due amanti in un momento di intimità sospesa, e Mastrovito con una lightbox dal titolo Psyche Revived by Cupid’s Kiss contenente una copertina di “Playboy” su cui è riprodotto il gruppo scultoreo di Canova.
Grazie alla collaborazione con l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza di Bologna, per la prima volta nella sua storia La Galleria BPER Banca presenta delle incisioni che riproducono le due opere principali della mostra, Amore dormiente di Guido Reni e Amore e Psiche di Gérard, in modo tale da essere fruibili anche ai visitatori non vedenti. Inoltre il ricavato della vendita del catalogo sarà devoluto a favore della Fondazione Dynamo Camp ETS che si occupa di bambini e bambine con gravi patologie.