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Quando le macchine ci guardano: a Bologna, una mostra sulla sorveglianza
Mostre
Qual è il ruolo della sorveglianza e del riconoscimento biometrico nella nostra vita quotidiana? In che modo il tracciamento nello spazio fisico influisce sulla nostra esistenza? È attorno a queste domande che ruota la mostra When they see us ospitata presso la Biblioteca di Sala Borsa di Bologna, curata dall’organizzazione culturale Sineglossa e promossa dalle associazioni The Good Lobby, Hermes Center for Digital Rights e info.nodes.
Il titolo stesso dell’esposizione ci suggerisce la direzione delle riflessioni proposte: When They See Us riprende il titolo di una nota miniserie TV che narra la storia di un gruppo di afroamericani ingiustamente accusati di un crimine, semplicemente perché considerati i perfetti indiziati. Questo richiamo ci porta a riflettere su come i sistemi di videosorveglianza tendano ad accusare soggetti storicamente stigmatizzati per il genere o la razza, nonostante la loro innocenza.
La mostra, attraverso le installazioni dell’artista belga Dries Depoorter e il progetto The Glass Room Misinformation Edition del gruppo di ricerca Tactical Tech propone un’analisi critica dei rischi associati all’intelligenza artificiale e delle minacce derivanti dalla sorveglianza biometrica.
Dries Depoorter, da sempre interessato al modo in cui le macchine osservano l’essere umano, ha iniziato a esplorare il tema della sorveglianza ben prima dell’avvento delle intelligenze artificiali. Le sue opere ci esortano a una riflessione consapevole nei confronti dei sistemi di controllo presenti nello spazio pubblico.
All’ingresso della Biblioteca di Sala Borsa ci accoglie Surveillance Speaker, la prima delle installazioni dell’artista belga, che mette in luce i cambiamenti nel comportamento umano determinati da forme di controllo. Realizzata nel 2018 e successivamente perfezionata grazie ai progressi dell’intelligenza artificiale, l’opera consiste in un altoparlante che, tramite un sistema di IA, racconta vocalmente ciò che accade nell’ambiente circostante, analizzando in tempo reale le immagini catturate da una telecamera posta in alto.
Procedendo nello spazio centrale, troviamo Jaywalking, un’installazione composta da due schermi che trasmettono in diretta immagini catturate da webcam di sorveglianza situate presso incroci stradali di tutto il mondo. Dotata di un’intelligenza artificiale capace di riconoscere semafori rossi e pedoni, quest’opera ci spinge a scegliere tra agire con responsabilità ed empatia o assumere un ruolo passivo come semplici esecutori. Se il semaforo è rosso e qualcuno attraversa, premendo un pulsante possiamo infatti inviare una segnalazione alla polizia locale più vicina. Ci troviamo così di fronte a una scelta cruciale: “Voglio davvero assumere questo ruolo?”. Questa interazione rende l’opera un’esperienza provocatoria, invitandoci a riflettere sull’attività di sorveglianza automatizzata.
Infine, Border Birds, realizzata in collaborazione con la sorella Bieke Depoorter, affronta il tema della sorveglianza in modo poetico, raccogliendo immagini di uccelli che attraversano i confini di vari Paesi catturate con l’aiuto di telecamere aperte e IA. L’opera evidenzia il contrasto tra la libertà di movimento degli uccelli e le difficoltà che gli esseri umani affrontano nel superare i confini, offrendo una riflessione simbolica sulla migrazione e le barriere imposte dalla sorveglianza.
Oltre alle opere di Depoorter, la mostra include il progetto The Glass Room Misinformation Edition del gruppo Tactical Tech, un viaggio di data visualization che mette in luce i pericoli di una sorveglianza pervasiva. Attraverso poster, installazioni interattive e animazioni, l’organizzazione illustra le implicazioni del riconoscimento biometrico e i rischi connessi a una sorveglianza invisibile.
When they see us è il primo appuntamento della rassegna The Next Real, una serie di eventi curati da Sineglossa a Bologna in programma fino a giugno 2025, dedicati al rapporto tra arte, intelligenza artificiale e società, tematiche che riguardano sempre più da vicino la nostra vita digitale e le sue implicazioni nel mondo fisico.
La mostra sarà visitabile fino al 28 settembre 2024.