A Lugano, negli spazi di Cortesi Gallery, fino al 13 maggio sarà visitabile la collettiva “Redefining Space”, che, realizzata in collaborazione con The Cryptonomist, presenta opere di Leo Caillard (1985, Parigi), Matteo Mauro (1992, Catania) ed Emanuele Dascanio (1983, Garbagnate Milanese).
«L’esposizione, curata dagli artisti e da Lorenzo Cortesi, formalizza l’inizio di una nuova avventura per la Cortesi Gallery. La mostra, infatti, non è che il primo passo di un’operazione pensata a lungo termine, che vedrà susseguirsi indagini nel mondo della crypto arte come in quella dell’arte generativa. Una vera e propria sezione della Cortesi Gallery che prenderà il nome di C-VERSO. C-VERSO – ha dichiarato Lorenzo Cortesi – è nata dal desiderio di fornire supporto ai collezionisti interessati agli NFT e, allo stesso tempo, di far parte di questa nuova community artistica in continuo fermento», si legge nel comunicato stampa.
«Un percorso tra sette opere fisiche e sei NFT il cui obiettivo è quello di volgere lo sguardo all’arte del presente per instaurare un interessante dialogo tra classico e contemporaneo. I lavori presentati rinnovano il concetto tradizionale di spazio, ancorato alla dimensione fisica e materica del reale, per estenderlo oltre sé stesso nella sfera virtuale del mondo odierno. È la mitologia di una nuova dimensione, dall’arte materica a quella digitale, dal classico all’ipercontemporaneo. Nascono le nozioni di universo, multiverso e metaverso, concetti antropocentrici che ambiscono a cancellare i limiti del movimento e dell’esistenza nello spazio fisico per permetterci di intravedere un nuovo strato di realtà», ha spiegato la galleria.
Abbiamo parlato di tutto questo con Lorenzo Cortesi, Direttore di galleria.
Come questa mostra e l’apertura alle opere NFT si colloca nella ricerca e nella storia di Cortesi Gallery?
«Da tempo ormai mi interesso e mi occupo di digitale. Nell’avvento degli NFT vediamo un’innovazione tecnologica che ha dato l’opportunità all’arte digitale di trovare il proprio mercato. Cortesi Gallery continuerà principalmente a concentrarsi su arte post-war italiana ed europea, ma abbiamo deciso di seguire questo nuovo filone per avvicinarci di più alle giovani generazioni interessate all’arte che vivono sempre di più nel digitale. Vogliamo fare parte di questa nuova community culturale. Perché così dev’essere considerata la Crypto Art: non solo un movimento artistico, ma – appunto – un movimento culturale. L’arte digitale sarà sempre più presente e sarà considerata arte contemporanea, senza distinzioni. La nostra sfida è concentrarci sul valore artistico di queste opere».
«La community NFT è mossa principalmente dagli artisti e in questo caso c’è stato fin da subito un ottimo dialogo su come presentare la mostra. Tutti e tre gli artisti condividono l’idea di spazio e di trasformazione dal digitale al fisico. È venuto naturale dunque decidere di curare noi stessi la mostra. Personalmente mi sono occupato dell’allestimento, concentrandomi sul dare importanza a ogni opera, in modo da far dialogare al meglio le diverse forme artistiche. Creare un’esposizione in cui arte fisica e digitale fossero in costante connessione. Un incontro, non un confronto».
Quali sono i progetti futuri di Cortesi Gallery?
«Saremo presenti ad ArteFiera Bologna a maggio dove lanceremo la nostra piattaforma per minting di NFT di arte generativa con artisti molto affermati del settore come Stefano Contiero, Ben Kovach e Jeff Ippsketch. Andremo poi a BRAFA Art Fair Brussels a giugno e in seguito a ArtMonteCarlo a luglio. La prossima mostra in galleria sarà nei nostri spazi di Milano. Esporremo una personale di Chiara Dynys curata da Giorgio Verzotti».
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