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Riccardo Gusmaroli e Andrea Viviani per SuisseArt, Madonna di Campiglio (Trento)
Mostre
di redazione
A Madonna di Campiglio, in provincia di Trento, il ristorante Cantina del Suisse nelle proprie sale propone SuisseArt, una serie di doppie personali che ogni due mesi circa presentando artisti e opere per unire arte contemporanea e enograstronomia. La curatrice del progetto, Giulia Cirillo, ci ha raccontato la mostra in corso in questi mesi, con opere di Riccardo Gusmaroli e Andrea Viviani.
Le parole di Giulia Cirillo, curatrice di SuisseArt
Come sono nate la collaborazioni con il ristorante Cantina del Suisse e la mostra con le opere di Riccardo Gusmaroli e Andrea Viviani?
«SuisseArt è un progetto che parla di due mondi: quello della ristorazione e quello dell’arte, in tutte le sue forme e sfaccettature. Abbiamo pensato a come far convivere questi due ambienti, apparentemente lontani e diversi tra loro. Così nasce l’idea di SuisseArt, l’arte che sposa l’enogastronomia.
Quello che vogliamo trasmettere ai nostri ospiti è un’esperienza completa: il nutrimento per il corpo e la scoperta di artisti che attraverso le loro opere rappresentano il nutrimento, nel senso più profondo del termine, dello spirito e della curiosità.
Gusmaroli e Viviani fanno parte di un gruppo di artisti che ciclicamente hanno esposto ed espongono sulle pareti della Cantina del Suisse, creando interessanti confronti tra produzioni artistiche diverse tra loro, ma in grado di creare dialoghi equilibrati e dinamici.
L’arte esce così dagli spazi istituzionali a essa dedicati, rompe i confini e si mescola ad altre forme d’arte come la cucina gourmet e l’enologia».
Quali lavori di Riccardo Gusmaroli sono esposti e come si collocano, più in generale, nella sua ricerca?
«Per ogni artista vengono selezionate alcune tra le opere più rappresentative valutando spazio e dimensioni. Per quanto riguarda Gusmaroli abbiamo scelto di esporre lavori che fanno parte del ciclo Carte geografiche, Fori Vulcani e Stelle, Uova-mondo e Vortici. Gusmaroli indaga il tema del viaggio, utilizzando oggetti del nostro quotidiano: dai francobolli, alle carte geografiche, come quelle presenti in mostra Da Imperia a Portifino ed Europa Blu.
Distintamente da Viviani, i vortici di leggere barche di carta formano sulla tela rotte di viaggi immaginari, ricalcano le maree e i venti creando un movimento ordinato.
La tridimensionalità delle sculture di ceramica in questo caso si presenta direttamente sulla tela, che prende vita a seconda della luce facendoci quasi percepire il danzare delle barche. Non solo tele per Gusmaroli, ma anche le Uova-mondo, che essendo in un ristorante proprio non potevano mancare: il guscio bianco è traforato, ricamato, bucato, per diventare di volta in volta finestra, superficie, punto di partenza da cui osservare la vita».
Quali lavori di Andrea Viviani sono esposti e come si collocano, più in generale, nella sua ricerca?
«Andrea Viviani, maestro di ceramiche, fa parte di SuisseArt fin dalla prima edizione. Questa volta ci presenta un’unica installazione Ritmi instabili composta da cinquanta elementi di diverse dimensioni che invadono in modo gioioso e ritmato lo spazio della sala espositiva creando vortici e costellazioni. Le opere di Viviani rimandano a forme antropomorfe e naturali, con colori brillanti e irridescenti che nascono da una profonda ricerca alchemica fatta di smalti ceramici e forme di cottura originali frutto dell’amore incondizionato per il suo lavoro d’artista. Viviani concretizza i suoi pensieri plasmando la terra, un materiale pesante e informe ma il risultato del suo lavoro si traduce in forme equilibrate, leggere ed eleganti che seguono ritmi instabili che amano l’imprevisto e l’apparente casualità, in sintonia empatica e profondamente poetica con la natura che lo circonda».
Quali progetti rivolti all’arte contemporanea ha il ristorante Cantina del Suisse per il futuro?
«SuisseArt viene riproposto ogni due mesi circa, presentando artisti e opere diverse di volta in volta. Un tentativo di avvicinare le persone al mondo dell’arte contemporanea, avvalendoci dell’aiuto di un elemento in grado di riassumere al meglio le caratteristiche di ogni opera: il vino. La sua storia risale a secoli fa, è cambiato e si evoluto nel tempo e accompagna momenti del nostro quotidiano e della nostra vita, dando a essi una nota di poesia.
Anche il vino si racconta quando viene degustato e, abbinato all’arte, non fa altro che arricchire questo nostro racconto. A ogni artista ne è stato accostato uno, che possa raccontarci i tratti principali delle opere utilizzando un altro tra i nostri quattro sensi: il gusto.
L’ospite può seguire il nostro consiglio e osservare le opere con gli occhi e “sentirle” in bocca attraverso il vino».