Catturati in passaggi essenziali, come incontri con gli eventi, come fare saliente nella casualità emersa da figurazioni istantanee, come legami e avvenimenti impregnati di una storia del territorio, le serie di ritratti fotografici di Stefano Fontebasso De Martino nella mostra “TRANSITI. Sul filo dell’INFINITO”, a cura di Ivan D’Alberto, presso la YAG/garage di Pescara, segnano strade tracciate lungo le linee dei volti degli artisti che hanno intessuto rapporti d’amicizia, instaurato collaborazioni e accresciuto il mondo culturale della terra d’Abruzzo.
Le fotografie carpiscono gli attimi di lavoro degli artisti, le azioni performative, gli allestimenti, i momenti pregni della ricerca e della vita in studio, che lasciano una traccia profonda nel lavoro di Fontebasso De Martino, aprendo lo sguardo verso poetiche sempre attuali, coinvolgenti, perennemente compiute e reiterate nelle intensità delle opere, duplicate e conservate all’infinito nella fotografia, estese e prolungate sempre e di nuovo nello sguardo del fruitore.
Nella vastità e varietà ritrattistica che ha coinvolto il fotografo romano nel corso degli anni, gli artisti scelti per ampliare lo sguardo su questo panorama di dialogo e operatività nella regione, rappresentano un flusso significativo e fondamentale non soltanto per l’ambito regionale, ma per la ricerca artistica nazionale e internazionale: Emilio Vedova, Michelangelo Pistoletto, Vettor Pisani, Cesare Pietroiusti, Luca Maria Patella, Pino Pascali, Ugo Mulas, Mimmo Paladino, Luigi Ontani, Hidetoshi Nagasawa, Nunzio, Fabio Mauri, Jannis Kounellis, Joseph Kostuth, Gino De Dominicis, Enzo Cucchi, Mario Ceroli, Piero Pizzi Cannella e Joseph Beuys.
Come ago magnetico della riflessione sulla realtà visuale dell’arte contemporanea, il transito lungo il territorio si delinea come racconto, come attenzione, lettura testimoniale ed esplorazione di un percorso amicale, radicale, che ha unito istituzioni, famiglie, galleristi, curatori e operatori culturali a questo orizzonte artistico, raccolto attraverso il ricordo di chi ha vissuto l’esperienza concreta, il cammino e l’affezione di questi grandi nomi dell’arte contemporanea per l’Abruzzo, o ne preserva la narrazione: l’Accademia di Belle Arti de L’Aquila, il Liceo artistico “Misticoni”, il Centro di Archiviazione e Promozione della Performing Art di Pescara, le famiglie Coen e Pieroni, Sala e Spadano, De Domizio Durini, Cesare Manzo, Rizziero Di Sabatino, Benedetta Spalletti, Enrico Sconci, Mariantonietta Firmani, Gabriele Di Pietro, Ettore Spalletti, Elio Di Blasio, Franco Summa e Sandro Visca.
Nella mostra, il rigore e la nettezza allestitiva evidenziano la correlazione diretta tra immagini e testo, portando in luce la memoria fermata come impronta visiva e testuale, colta in una dilatazione temporale che si proietta nel presente come campo aperto e reticolo di rimandi.
Fontebasso De Martino, nei ritratti fotografici in connubio con le opere, delinea un ordine narrativo di richiami visuali tra soggetto raffigurato e dimensione formale, tra momento racchiuso e testimonianza. Ritornano alla mente le parole di Italo Calvino ne “La follia del mirino”, in «Il Contemporaneo» del 30 aprile 1955: «ci interessa sempre l’opera del fotografo professionista […] che sa che la realtà della storia si legge nei suoi continui momenti eccezionali, non nella sua (apparente) mediocrità quotidiana».
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