Palazzo Merulana offre i suoi spazi per valorizzare la creatività degli artisti e delle artiste della comunità LGBTQIA+ con la mostra “ULTRAQUEER – espressioni artistiche metagender”. A cura di TWM Factory, con la partecipazione di Fondazione Elena e Claudio Cerasi e CoopCulture, il progetto indaga la dimensione queer mettendo in luce l’opera artistica della comunità LGBTQIA+. Così, l’”Ultraqueer” fa il suo ingresso in uno spazio istituzionale, aprendosi al dialogo per un confronto costruttivo al di fuori da logiche pregiudicanti. Ad accompagnare l’esposizione a Palazzo Merulana, una pubblicazione per promuovere la riflessione sull’identità, edita da TLON. Con una serie di appuntamenti didattici e di dibattito, “ULTRAQUEER” incentiva il dialogo sulla libertà di espressione.
Articolata in diverse sezioni, la mostra ULTRAQUEER– espressioni artistiche metagender a Palazzo Merulana riunisce l’opera di artisti e artiste che lavorano sull’identità e sull’espressione. Attraverso lavori di diverso genere, sono esposte le visioni di persone che rappresentano la comunità LGBTQIA+. Centrale è la tematica del corpo, variamente esplorata dalla fotografia alla pittura, alla scultura, al video, alla performance. Ad apertura del percorso espositivo, gli scatti di Veronique Charlotte in Gender Project riportano l’immagine di ritratti in bianco e nero in cui il “gender”, più che al “genere”, fa riferimento al latino di “gentilezza”.
Invece, nel lavoro di Jacopo Paglione, i ritratti sono a colori: istantanee di personalità in eloquente silenzio, nella serie “Bedroom tales”. Giovan* artist*, nuovi linguaggi: affianco alle tecniche più tradizionali compaiono anche i lavori in digitale. Un esempio: Worm, Fall, Forever di Nicola Napoli, in cui le persone ritratte sono disegnate con linee e colori espressive di audacia e vitalità, in un tratto così definito ma al contempo giocoso. Laurence Philomene scende nel dettaglio con la sua macchina fotografica e, con intento curativo, dà voce a quelle identità che solitamente la storia ha emarginato.
Così, si parla di identità ma anche di umanità, come nel lavoro di Sara Lorusso che in My Generation restituisce un’elegante immagine del femminile completamente slegata da preconcetti, totalmente devota a una volontà libera. Una libertà che torna ampiamente nell’opera video .:INTRO:. di Yari Saccottelli & GelOsle che, attraverso immagini di corpi uniti nella natura, vuole inneggiare anche la musica. Corpi uniti e in movimento che ritroviamo anche nell’immagine di Agnes Questionmark (Agnes?) dove emerge l’idea della metamorfosi, Sometimes I think I should be more like a fish.
Oltre i movimenti corporali, a Palazzo Merulana con “UltraQueer – espressioni artistiche metagender” si raccontano anche i movimenti di protesta legati all’odierna comunità LGBTQIA+. Infatti, un’intera sezione è dedicata proprio a questi con reperti storici che testimoniano le vicende politiche legate al genere e alla libertà identitaria a partire dagli anni Sessanta. Manifesti del secolo scorso che parlano di un desiderio di libertà antico e oltre i sessi, come riscontriamo nelle opere di Chiara Bruni, ritratti di donna d’epoca in bianco e nero rivitalizzati da colorati ricami.
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