22 marzo 2025

San Carlo a Cremona: l’ultimo elicottero di Paola Pivi ospite della chiesa sconsacrata

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Paola Pivi presenta la sua ultima installazione nella chiesa di San Carlo a Cremona, trasformando lo spazio in un’esperienza immersiva che ribalta la percezione del reale e dell’immaginario

Un elicottero Agusta 109 rovesciato al centro della navata centrale della chiesa seicentesca di San Carlo a Cremona, adagiato sulle sue pale. Questa, l’ultima istallazione site-specific di Paola Pivi, un sovvertimento di prospettiva che invita il visitatore a rimettere in discussione la percezione di un oggetto conosciuto, la sua funzionalità e persino sua stasi. La personale di Pivi, A helicopter upside down, sarà visitabile dal primo marzo fino alla fine di giugno 2025. Si tratta di un lavoro inedito, il primo elicottero che l’artista mette in mostra in diciannove anni, dall’esposizione di Salisburgo del 2006.

Il soggetto dell’elicottero capovolto richiama altri interventi dell’artista, oltre al sopracitato Westland Wessex che era atterrato al Kontracom06 austriaco. Primo fra tutti, Senza titolo (aereo), un jet Fiat fighter G-91 capovolto che, nel 1999, occupava il padiglione Italia della Biennale di Venezia e che ha portato Paola Pivi a vincere il Leone d’oro. Ma si può citare anche Camion del 1997, un tir rovesciato su un fianco, quasi disteso sul ciglio della strada; o ancora, il newyorkese How I Roll, un’installazione per il Public Art Fund del 2012 in cui un aereo Piper Seneca roteava in avanti, issato a due pali su cui poggiavano le punte delle ali.

Paola Pivi intesse quindi un rapporto di reiterata familiarità con questi mezzi di trasporto, che vengono spogliati della loro abituale funzione e divengono, nelle installazioni, qualcosa di altro. Si tratta di ready-made che esplorano con ironia il tema del dislocamento, operando dei teatrali colpi di scena che – su scala monumentale – permettono al visitatore di riflettere sul loro valore in quanto oggetti materiali con una specifica e predefinita funzione, ma anche con un loro bagaglio di nozioni preconcette che si portano dietro e che viene rovesciato insieme a loro. Questa nuova dimensione utopica, permea di una stravaganza che spiazza, esplora senza sosta nuove forme espressive, mescolando il familiare con l’ignoto.

«Riuscire a realizzare quest’opera è straordinario per me. La sensazione di entrare in contatto con qualcosa di così grande e di percepire davvero il mio potere, il nostro potere di posizionarlo sotto sopra, è un sentimento soddisfacente di essere vivi», ci ha raccontato l’artista. A helicopter upside down mette in scena un ribaltamento dell’immagine dell’elicottero sospeso in aria, in volo, ancorando piuttosto le pale al suolo della chiesa, quasi fossero radici.

Per Pivi, l’arte è una manifestazione della realtà espressa al suo massimo grado di libertà e potenzialità, una tensione al limite estremo. Ed ecco che una cascata di perle, un asino su una barca in mezzo al mare, delle zebre immerse nella neve degli Appennini, degli orsi dai piumaggi fluo e dai comportamenti molto antropizzati assumono la prerogativa di sfida al pubblico, suscitando meraviglia e al contempo rivendicando una ludica ma attenta riflessione sull’immagine di partenza, che assume un carattere quasi performativo. Rifiutando ogni artificio, Paola Pivi mette in evidenza lurgenza che guida la sua ricerca: la capacità di capovolgere – in tutti i sensi – il conosciuto, l’invito costante al pensiero critico.

La Chiesa di San Carlo e il progetto di Form. The Creative Group.

Il sito scelto per A helicopter upside down è quello della chiesa sconsacrata di San Carlo, che da settembre 2021 è palcoscenico del progetto culturale San Carlo Cremona, inaugurato con Glitches di Servane Mary, popolato in seguito dalla scultura di Mark Handforth, poi da videoarte, performance e sonoro di Dara Friedman, abitato ancora dopo dalla pittura di Robert Janitz e dai suoi Carmina Burrata. E ancora i lavori di Arthur Simms, le sculture poliedriche di Jessi Reaves, il Requiem di Jonas Mekas e le catene di Monica Bonvicini.

Il progetto, reso possibile da Form. The Creative Group. in collaborazione con Apalazzogallery di Brescia, ha portato in scena un interessantissimo dialogo fra l’arte contemporanea e un luogo tanto evocativo e ricco di storia. Un costante scambio, insomma, fra moderno e contemporaneo, in cui l’architettura seicentesca diviene il contenitore di un contenuto totalmente attuale, e l’arte un mezzo per esplorare i mutamenti della società, per stimolare e coinvolgere diversi tipi di pubblico, creando spazi favorevoli al progresso e al cambiamento.

La chiesa di San Carlo, che porta con sé una forte memoria storica della città e della comunità, amplifica le potenzialità di un coinvolgimento dei visitatori e favorisce indubbiamente un’apertura al contemporaneo. Il contesto, fortemente suggestivo e saturo di storia, esalta la possibilità di un dialogo tra la sfera del reale e quella dell’immaginario, intensificando ancora di più il processo di immersione nello scenario di sovvertimento al quale ci orienta Paola Pivi con A helicopter upside down. La navata diviene anch’essa una distorsione, muta il suo originale scopo e si fa palcoscenico dell’esplorazione da parte del visitatore. L’esperienza, pertanto, immerge in un’alterazione in toto, permettendo di porre in discussione il noto e di indagare, al contempo, una riscrittura di ciò che crediamo di conoscere.

 

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