La rivista indipendente londinese NR Magazine propone quattro cortometraggi di Santiago Sierra, artista concettuale spagnolo noto per le sue installazioni e performance a sfondo politico. La location designata per l’esposizione, accompagnata dal testo critico di Jade Removille, è lo SpazioSERRA, progetto d’arte pubblica nato a Milano nel 2017 nell’ambito del programma di riqualificazione degli spazi metropolitani Artepassante. Una realtà presso la quale vengono messe a nudo tematiche di rilevanza politica e sociale, come quelle affrontate da Santiago Sierra, la cui opera è protagonista dell’ultimo numero della rivista NR, NR17 the Global Virtul issue Spring Summer 2023 pubblicato ad aprile.
La poetica di Santiago Sierra si basa sulla rappresentazione degli aspetti più controversi della società capitalista. Nella realizzazione dei suoi lavori, l’artista spagnolo utilizza perlopiù il video come mezzo di espressione di una realtà degradata, in cui i protagonisti sono soprattutto lavoratori che vivono e operano in condizioni disastrose. La mostra milanese si compone di quattro brevi cortometraggi che ruotano attorno a questa tematica, oltre che alla simbolica distruzione di un capitalismo ormai radicato nella società.
Il primo dei quattro filmati si intitola 250cm line tattoed on 6 paid people. Come suggerito dal titolo, sei persone sono state pagate dall’artista per essere tatuate sulla schiena. Sierra tatua i corpi degli individui coinvolti in un cortometraggio provocatorio, volto ad esplorare temi legati ai rapporti di potere e allo sfruttamento del capitale umano. È possibile che un essere umano possa piegarsi a qualunque volontà di un proprio superiore solo per ricevere pochi spicci in cambio? Ciò che si evince dal video è che non esista più un confine definito tra arte e mercificazione, tra individualità e svendita del proprio corpo. Sierra sostiene che le strutture sociali che l’uomo stesso ha costruito minano pericolosamente la libertà individuale e abbiano già portato l’umanità in una dimensione nuova, quella della Commodification.
Il secondo cortometraggio in mostra è 10inch line shaved on the heads of two junkies who received a shot of heroin as payment. Due giovani eroinomani sono presi da Sierra come esempio per la rappresentazione del fenomeno delle dipendenze. Una realtà di disperazione che porta giovani ragazzi di strada a fare di tutto pur di ricevere una dose. Sierra si cimenta nella rasatura di una parte della testa dei due protagonisti per mostrare l’impatto devastante delle sostanze stupefacenti attraverso un filmato ancora una volta crudo e dal fortissimo impatto emotivo.
20 workers in a ship’s hold incarna forse più di tutti gli altri cortometraggi la poetica di Santiago Sierra, che indaga la realtà di lavoratori sfruttati e costretti in spazi angusti. L’artista fa luce su una realtà di cui i media trattano in maniera superficiale, confinando una ventina di uomini all’interno della stiva di una nave. Questo approccio brutale è altresì ideale per sottolineare le terribili condizioni alle quali decine di migliaia di persone devono sottostare ogni giorno senza alcun tipo di tutela. Il quarto e ultimo film che completa l’esposizione si intitola Destroyed Word. La parola Kapitalism appare sullo schermo risultando dalla composizione di dieci frame separati. In ognuno di essi, si intravede un soggetto mentre procede a distruggere la lettera con la quale si trova a fare i conti.
Il risultato è che una platea di passanti è costretta ad imbattersi in una serie di rappresentazioni estranianti, a tratti angoscianti per via di un’estetica semplice e cruda. Le immagini in bianco e nero proiettano l’osservatore in una realtà ancor più fatiscente, in cui i protagonisti appaiono umiliati e privi di qualsiasi forma di speranza di redenzione.
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