Abitazione e luogo di lavoro per i Procuratori di San Marco, la carica più prestigiosa dopo quella del Doge, con i suoi 500 anni l’edificio delle Procuratie Vecchie è uno dei simboli di Piazza San Marco, a Venezia. Storica sede di Generali fin da metà Ottocento, l’edificio è stato restaurato da David Chipperfield Architects e riaperto al pubblico con la mostra interattiva “A World of Potential”, a cura di Orna Cohen, co-fondatrice di Dialogue Social Enterprise (DSE).
«Il terzo piano, con una superficie di circa 3.000 metri quadrati, ospita, infatti, la sede di The Human Safety Net, che si dedica all’empowerment delle persone e crede nel potenziale umano e nel diritto di esprimerlo. Parte della sede ospita “A World of Potential”, un’innovativa esposizione aperta a tutti, incentrata sulla consapevolezza personale e sullo sviluppo del potenziale umano e affiancata da spazi per l’interazione, la condivisione e il dialogo: un caffè, ambienti di lavoro per The Human Safety Net e i suoi partner e un auditorium», hanno spiegato gli organizzatori.
Abbiamo parlato di tutto questo con Emma Ursich, Segretario Generale di The Human Safety Net nell’intervista qui sotto.
Che cosa è The Human Safety Net?
«The Human Safety Net è un movimento globale di persone che aiutano persone fondato da Generali e attivo in 23 Paesi in Europa, Asia e Sud America, al fianco di 61 ONG. La missione di The Human Safety Net è liberare il potenziale delle persone che vivono in condizioni di vulnerabilità affinché possano migliorare le condizioni di vita delle loro famiglie e comunità. In particolare i programmi della Fondazione sostengono le famiglie vulnerabili con figli piccoli (0-6 anni) e contribuiscono all’integrazione dei rifugiati attraverso il lavoro e l’imprenditorialità. A questo scopo, The Human Safety Net lavora costantemente per sviluppare una rete aperta con società, imprese sociali, organizzazioni e fondazioni che condividono gli stessi obiettivi, una piattaforma in cui ogni ONG partecipa attivamente e contribuisce diffondendo e apprendendo le best practice o sperimentando nuovi approcci. Il programma “Per le Famiglie” offre supporto ai genitori che vivono in circostanze vulnerabili durante i primi sei anni di vita dei figli, gettando le basi più solide possibili per il futuro dei bambini e promuovendo lo sviluppo della prima infanzia (ECD). Sono, infatti, i nostri primi sei anni di vita che ci rendono ciò che siamo. Il processo di costruzione del cervello nella prima infanzia avviene giorno dopo giorno attraverso relazioni, esperienze e opportunità di apprendimento. È stato provato che queste hanno un impatto sulla salute, sull’istruzione e sulle opportunità di carriera per tutto il resto della propria vita. Il programma “Per le Start-Up di Rifugiati”, invece, offre ai rifugiati gli strumenti per diventare imprenditori di successo o per ricevere una formazione professionale che possa favorire la loro inclusione nel mercato del lavoro locale, superando tutte quelle sfide particolari che devono affrontare all’inizio del proprio percorso imprenditoriale: normative complesse, una cultura del lavoro sconosciuta, barriere linguistiche e difficoltà a ottenere credenziali per iniziare a lavorare».
La sua sede è all’interno delle Procuratie Vecchie in Piazza San Marco, a Venezia, recentemente restaurato su progetto di David Chipperfield. Quali sono stati i principali aspetti del restauro?
«Generali, che ha iniziato la sua vita nelle Procuratie Vecchie nel 1832 e che ha acquisito, nel corso degli anni, quasi l’intero edificio, si è posta l’obiettivo di portare le Procuratie Vecchie in un rapporto più coinvolto con la città di Venezia, rendendone accessibile al pubblico, per la prima volta in 500 anni, un’ampia parte del terzo piano che è oggi la Casa di The Human Safety Net. La sfida affrontata nel recupero e nella riqualificazione di questo edificio è consistita nel riportare a nuova vita uno dei capolavori dell’architettura veneziana del XVI secolo, nel rispetto dei suoi caratteri storici, ma adeguandolo allo stesso tempo alle necessità di un utilizzo moderno. David Chipperfield Architects Milan ha sviluppato un’idea che non è definita da un singolo gesto architettonico, ma da una serie di interventi che hanno incluso il restauro del primo e del secondo piano, dove sono collocati gli uffici della Compagnia, la riorganizzazione dell’accessibilità e della fruibilità attraverso l’inserimento di una nuova circolazione verticale e il rinnovamento del terzo piano, con accesso pubblico agli spazi espositivi, alla caffetteria, agli spazi di lavoro e all’auditorium. Gli interventi hanno guardato a tecniche costruttive antiche, locali e tradizionali e hanno utilizzato l’artigianato per pavimenti, muri e soffitti, utilizzando pastellone e terrazzo, marmorino e scialbatura, ma anche cocciopesto e cotto, cercando non di imporre ma piuttosto di ereditare, in modo da completare in un insieme unico e recuperare l’integrità di ciò che è stato presente per centinaia di anni nel luogo probabilmente più rappresentativo di Venezia. Grande attenzione è stata data all’utilizzo di materiale riciclato e alla conservazione, ove possibile, di elementi originali appartenenti alla storia dell’edificio, come il recupero del legno esistente e il riutilizzo dei coppi in terracotta per la realizzazione dei pavimenti a terrazzo veneziano».
Come è nato il progetto interattivo “A World of Potential” e qual è il suo tema?
«“A World of Potential” è una mostra interattiva che offre ai visitatori un’esperienza immersiva per comprendere e connettersi con il proprio potenziale, esplorando i punti di forza del proprio carattere, e per vedere le migliori qualità nelle altre persone. Il concetto di potenziale umano è infatti il filo rosso che collega i programmi di The Human Safety Net: crediamo che tutti abbiano un potenziale e il diritto di svilupparlo ed esprimerlo, anche quando nascono o si trovano in condizioni che lo rendono difficile. Può trattarsi di bambini nati in famiglie vulnerabili o di rifugiati che hanno dovuto lasciare il proprio Paese d’origine perdendo tutto e si trovano a ricominciare da zero in un contesto completamente nuovo. La mostra è stata curata da Orna Cohen, co-fondatrice di Dialogue Social Enterprise (DSE), impresa sociale con sede ad Amburgo, in Germania, che dal 1988 promuove l’inclusione sociale delle persone vulnerabili attraverso mostre e laboratori in tutto il mondo. Per sviluppare il percorso espositivo, DSE ha scelto il lavoro degli psicologi americani Martin Seligman e Christopher Peterson come cornice teorica del progetto. Nei primi anni 2000 hanno sviluppato il metodo VIA (Values in Action), che fornisce una lista di 24 punti di forza caratteriali. Il metodo VIA è universale e può essere applicato a tutti gli esseri umani, ovunque nel mondo. Si basa sull’idea che tutti hanno punti di forza caratteriali e che questi possono essere rafforzati nel tempo: un approccio che si adatta perfettamente alla filosofia di The Human Safety Net. La mostra offre ai visitatori l’opportunità di esplorare alcuni dei punti di forza identificati dal metodo VIA e selezionati con l’aiuto di esperti della Mayerson Academy, un’organizzazione no-profit con sede a Cincinnati, Ohio (USA), che si impegna a utilizzare la scienza del carattere per creare luoghi di apprendimento e lavoro, perfettamente in linea con i valori espressi e promossi da The Human Safety Net».
Che cosa possono trovare i visitatori al suo interno?
«Il percorso espositivo è stato disegnato dallo studio di architettura Migliore+Servetto come un vero e proprio viaggio, inedito e sorprendente, che conduce il visitatore alla scoperta delle proprie potenzialità. I valori della creatività, perseveranza, gratitudine, curiosità, speranza, intelligenza sociale, lavoro di squadra sono trasformati in vere e proprie esperienze, tutte diverse , in cui immergersi individualmente o assieme ad altri visitatori. Questo è possibile grazie a 16 machine à montrer interattive, al contempo analogiche e digitali, capaci di coinvolgere i pubblici più diversi e generare riflessione e autoanalisi. Il risultato è un vero viaggio attraverso i nostri punti di forza, sorprendente e stimolante, ma anche estremamente divertente. I visitatori sono invitati a guardare dentro di sé e a lasciarsi sorprendere da ogni singolo passo di questa esperienza. È qualcosa di reale, che agisce sui sensi, sulla memoria e fa nascere emozioni positive. Ma è anche un’esperienza che crea un passaggio da “io” a “noi”. Alla fine del percorso il visitatore può incontrare, attraverso un video, un protagonista di The Human Safety Net che condivide i suoi stessi punti di forza e ha la possibilità di scoprire qualcosa di più su quella persona e sul lavoro che fa come membro di The Human Safety Net. In questo modo, l’intera esperienza aiuta a capire come tutti possono contribuire a migliorare le condizioni delle persone più vulnerabili. Nella parte finale i visitatori possono avere maggiori informazioni sulle attività gestite da The Human Safety Net e donare metà del prezzo del biglietto a uno dei programmi gestiti dalla Fondazione a loro scelta. All’interno del percorso espositivo, c’è anche The Art Studio, un grande open space assegnato a uno studio artistico, dove gli artisti invitati esporranno opere che interpretano i temi su cui si concentra il lavoro di The Human Safety Net. Attualmente L’art Studio ospita “CHUTZPAH – Una tenda che non è una tenda, animali che non sono animali”, progetto artistico di Atelier dell’Errore (AdE) BIG, curato da Gabi Scardi».
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