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Seboo Migone, So Many Forgotten Sunsets – Galleria Alessandra Bonomo
Arte contemporanea
In via del Gesù a Roma, Alessandra Bonomo ospita la prima personale di Seboo Migone “So many forgotten sunsets”. Un artista nato nella capitale, diplomato alla Wimbledon School of Art di Londra (1992) e che ora vive tra Roma e Val d’Orcia (Toscana), dopo aver esposto in tanti diversi paesi. In mostra una selezione di opere a olio su tela, ritratti a olio su tavola e un’antologia di disegni, paesaggi e autoritratti a matita e carboncino. Con la sua pittura, Seboo Migone ci porta dentro il racconto delle sue memorie e ci guida all’interno delle sue visioni così dense di colore.
So Many Forgotten Sunsets (2021) è l’opera che dà il titolo a questa esposizione, dà inizio e allo stesso tempo racchiude tutto il viaggio nei ricordi degli occhi del pittore, le sue sensazioni trasferite sulla tela. I tramonti dimenticati sono quelli in cui il pittore si è immerso. Quelli vissuti nel perimetro di un vecchio capannone nella campagna toscana, che è stato temporaneamente il suo studio, e tutti quelli dimenticati ma che qui riemergono in un abbraccio di colori caldi.
Il viaggio nei ricordi di Seboo Migone
Un amarcord tra le suggestioni visive del pittore si articola negli spazi della galleria Alessandra Bonomo. Seboo Migone ritrae scene e volti – familiari o sconosciuti – della sua vita vissuta, istantanee di sue varie rimembranze. Come i quattro uomini abbigliati alla turca che, pensosi sotto ai loro fes, si guardano intorno affacciati da un’imbarcazione in Cargo (2021). Invece, Viola (2021) è suggerito da una foto. Un mezzo busto incorniciato di una ragazza spensierata, illuminata dal sole del sud della costa francese. Un’impressione intrisa della spensieratezza à la nouvelle vague, coi suoi capelli corti riporta alla mente l’attrice Jean Seberg, in questa tela di grandi dimensioni. Da Pano a Katho (2021) racconta di due persone camminanti, forse passeggiando durante una conversazione.
L’espressione dei colori nella galleria Alessandra Bonomo
In “So Many Forgotten Sunsets” Seboo Migone riporta il suo patto tonale con la pittura. È un’espressione di colori memore dell’Epressionismo astratto newyorkese, di Mark Rothko e Philip Guston e anche del Color field e di Morris Louis. Allo stesso tempo si fa vivo il riferimento alla stagione della pittura francese del primo Novecento, con Vincent Van Gogh, Edvard Munch, André Derain e Paul Gaugin. Nelle stanze della galleria regna un’atmosfera densa di gialli, arancioni e verdi, che l’artista ha assimilato anche dalle sue visioni nella campagna toscana.
Invece, gli azzurri sono suggeriti dai suoi viaggi in Grecia e poi c’è il bianco, un bianco vivo e consistente, non un’assenza di colore – precisa Seboo. Anche gli inverni diventano caldi, come gli oli su legno Winter Tale (2021) e Inverno (2021). Emerge così la natura sempre presente nella pittura di Seboo Migone, madre primordiale di questo mondo colorato.
L’artista si unisce agli spazi naturali attraverso una metamorfosi, dando forma ad una sorta di terreno vago in cui processi mentali si sposano con paesaggi interni ed esterni e la geografia si fonde con la psiche (Alan Jones, 2010).
L’istinto mnemonico del disegno di Seboo Migone
A guidare la composizione di Seboo Migone è un’istinto mnemonico, tratteggiato con il carboncino in piccoli quadernetti e disegni in cui racchiude i suoi paesaggi di memorie. Così la sua mente imprime su carta le idee per le sue tele. Ricordi di persone e di momenti, immagini allo specchio e visioni del sé e degli altri, come svelano Nightwach (2021) o Painter (2021). Una spinta creativo che dà vita a composizioni fantasiose, come quella di Metà e metà (2021) o di Quadro finestra e quaderno (2021).