Un Maestro del vedutismo settecentesco, sperimentatore illuminato dei più aggiornati sistemi ottici per tradurre la prospettiva. E un’artista multidisciplinare di New York, la cui ricerca esplora l’intersezione tra la cultura umana e il regno naturale, ibridando fotografia, pittura, disegno, scultura, tra arte pubblica e installazioni site specific. Due mondi, due epoche, due approcci che convergono nella splendente luce di Venezia. Aprirà il 16 luglio, negli spazi londinesi della galleria e museo The Lightbox, “Canaletto and Melissa McGill: Performance and Panorama”, mostra che riunirà le opere del Canaletto (1697-1768) e di Melissa McGill (1969). L’esposizione racconterà il dialogo tra i due artisti, nati a distanza di 250 anni e idealmente incontratisi nella città Lagunare.
Giovanni Antonio Canal fu uno dei personaggi più in vista nel vivace ambiente culturale della Venezia del ‘700. Le sue vedute del Canal Grande verso il ponte di Rialto, del Bacino di San Marco dalla Giudecca, di Piazza San Marco, commissionate da importanti mecenati, rappresentano perfettamente la temperie percettiva dell’epoca. A Venezia, Melissa McGill ha vissuto dal 1991 al 1993 e qui è ritorna regolarmente per cercare ispirazione e stringere nuove collaborazioni. Il suo lavoro più recente, Red Regatta, presentato a Venezia nel 2019 in collaborazione con Magazzino Italian Art, Associazione Vela al Terzo Venezia e Comune di Venezia, con il supporto di Mazzoleni – galleria che rappresenta l’artista statunitense – a cura di Chiara Spangaro e con il project management di Marcella Ferrari, è un vibrante progetto di arte pubblica site-specific.
Per la mostra di Londra, The Lightbox presenterà la riflessione di questi due artisti su Venezia e sulle sue peculiarità visive, sonore e culturali. L’esposizione è scandita da un dialogo tra 20 dipinti, stampe e disegni di Canaletto e 16 opere tratte da Red Regatta di Melissa McGill, progetto quanto mai attuale, che sottolinea il rapporto delicato e liminale tra l’ambiente costruito e quello naturale della città unica al mondo.
Verranno inoltre esposti un documentario, rendering fotografici dipinti a mano, lavori sonori, un’installazione in vetro e acquerelli. Punto culminante è la scultura sonora Campo Box (Santa Maria Nova) del 2017, una installazione che evoca la planimetria e l’esperienza uditiva dei campi veneziani, piazze dalla forma irregolare, in questo caso l’iconico Campo Santa Maria Nova.
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