BEFORE AND AFTER WRITING è il progetto espositivo dell’artista multi-disciplinare e autore americano Seth Price, in corso fino al 4 maggio presso la sede pop-up napoletana della galleria tedesca Gisela Capitain. La mostra, articolata attraverso le sale cinquecentesche di Palazzo Degas – dove aveva sede l’atelier del grande pittore e scultore francese – si sviluppa attorno al nucleo centrale di un’opera inedita che dà il titolo all’intera esposizione, un lungo volume-leporello che si dispiega attraverso la sala centrale del piano nobile. All’interno di questo libro-scultura, una serie di immagini fotografiche generate con HDRI sono intervallate da testi serigrafati su blocchi di vetro che, alla stregua di lenti di ingrandimento, rintracciano e documentano la vita degli esseri umani in vari momenti del nostro estremo passato remoto, dal 44.736 al 14.091 a.C.
In un ribaltamento immaginario di prospettive, Price posiziona il suo sguardo nell’epoca preistorica, ossia quella fase che, da convenzione culturale, indica l’immenso periodo storico antecedente all’invenzione della scrittura, e si rivolge allə visitatorə per raccontare la vita umana così com’era prima che venissero istituiti i concetti di tempo e di progresso, prima della progettazione delle macchine, prima che le persone bianche, le malattie e il sé costituissero dei temi. Attraverso un’analisi dei tempi più remoti e precedenti alla nascita di invenzioni tecnologiche, categorie sociali e sistemi economici, così come dei ruoli di genere e dei campi ideologici, l’artista utilizza il passato per ri-determinare il nostro punto di vista sul presente e lo fa per mezzo di un dispositivo assemblato con i metodi artigianali più tradizionali combinati alle tecnologie digitali più recenti.
Questa tensione tra materia organica e inorganica si ritrova anche nelle opere alle pareti della stanza, dove alcune maschere antropomorfe stilizzate che richiamano le emoji o i fumetti risultano composte da tessuto muscolare umano scansionato da un software 3D. Queste presenze fantasmatiche prendono in esame il corpo umano come il terreno dove gli effetti delle tecnologie si manifestano più profondamente, e ne rintracciano gli sconfinamenti e le metamorfosi. Con questa serie, la ricerca di Price, che negli anni passati si era concentrata sull’impiego di “digital skins” all’interno delle sue opere, diventa più introspettiva e sembra riflettere un tentativo di cogliere la vera essenza dell’umano, al di là delle determinazioni dei poteri biopolitici.
L’indagine artistica di Price, da sempre improntata alla multidisciplinarietà e all’ibridazione dei campi dell’espressione artistica e culturale, utilizza le strategie dell’appropriazione e del ricondizionamento di suoni, immagini, pattern, simboli e dati auto-generati per indagare i confini della realtà e della raffigurazione. Attingendo a internet come a un meta-archivio ma anche come il luogo del potenziale per la ricombinazione attraverso nuove direttive, l’artista si muove dalla smaterializzazione alla materia, affidando una grande componente compositiva all’accidentalità, nell’ambito di un processo che passa dalla produzione alla post-produzione e al cui interno il tempo diviene circolare.
Nell’ultima sala della mostra, due serie di disegni su carta ideate durante i momenti di recente alterazione storica, come la pandemia, fanno da cornice alla nuova traccia audio registrata dall’artista, dal titolo Coinos Driftos, realizzata in occasione della mostra a Napoli.
BEFORE AND AFTER WRITING estende l’indagine di Price sullo statuto incerto e labile delle immagini, portando l’attenzione dell’artista a concentrarsi sugli effetti degli eventi storici e politici sugli esseri umani, sia nella loro dimensione di corporeità organica/disorganica che nella loro capacità di costruire sistemi, idee, linguaggi, spazi sociali. La mostra non rappresenta né un commiato dall’umanesimo né una svolta post-umanista, piuttosto raffigura un’umanità nel processo di testare, pensare, sperimentare, porsi delle domande e mutare profondamente, in uno stretto confronto tra passato e futuro.
D’altronde, lo stesso Seth Price nel 2007 affermava: «C’è una domanda alla quale nessuna opera d’arte ha una risposta, alla quale ogni opera d’arte è suscettibile, ovvero: e allora? Non c’è risposta. Lo chiedi a te stesso, come artista, e c’è solo silenzio. Non è una questione nichilista, né uno scetticismo inutile, perché il silenzio prodotto è effettivamente utile. Questo silenzio registra un’eco: l’artista ha emesso un rumore e ha preparato una sorta di dispositivo di registrazione per catturare l’eco che ritorna. La tua espressione ora ha un’ombra che non può essere scacciata. Questa è l’opera».
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