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Sguardi stratificati. Roma vista con gli occhi del cinema, dell’arte, della letteratura
Mostre
Sotto la guida di Francesco Stocchi, Direttore artistico del MAXXI di Roma, si è inaugurata Passeggiate Romane con la scenografia di Dante Ferretti. Una mostra atipica con un format espositivo inedito, che parte dal museo progettato da Zaha Hadid, interpretandolo e creando fantasiosi rimandi, come sentieri liberi e dinamici disposti per accogliere e sviluppare suggestioni.
Passeggiate Romane è un invito a ripercorrere la stratificazione artistica e sociologica di Roma nella storia, da quella che era a quella che è e a quella che diventerà. La sua eterna contemporaneità permette al visitatore di articolarsi in un percorso sinuoso della Galleria 1 del museo, che ricorda ed evoca lo scorrere lento del Tevere, culla in qualche modo dei tesori di Roma. Il contenitore, ora più che mai, si amalgama e trova linfa nel suo contenuto. Il titolo della mostra è preso in prestito dall’omonimo libro di Stendhal e per la sua esposizione si ispira ai Racconti romani di Alberto Moravia e di Jhumpa Lahiri. Lo scenografo tre volte premio Oscar Dante Ferretti ha progettato un set cinematografico con vie piazze, caffè e una galleria d’arte, in un eclettico racconto scandito da opere d’arte selezionate provenienti dalla Galleria Borghese, dalla Galleria Nazionale e dai Musei Capitolini che difficilmente sono visibili al pubblico.
La mostra si apre con Natale di Roma di Franco Angeli. Il soggetto della lupa capitolina è immagine sia iconica che contemporanea, letta attraverso una velatura tipica dell’artista, che invita l’osservatore a soffermarsi davanti all’opera per poterla riconoscere, preludio di una mostra che si presenta di facile lettura ma che nasconde messaggi, memorie, critiche e lodi di una capitale «che è arte», come sostiene Dante Ferretti. La passeggiata continua tra i tavolini apparecchiati di una tipica osteria, affiancati dall’opera Intermittenze di Toti Scialoja. Compaiono anche scritte con le bombolette che raccontano altre storie di vita urbana, trattate come opere, accanto ad alte opere, per una continuazione di arte nei tempi.
Inseriti nella scena, gli elementi della vita urbana, come lampioni, panchine e cassonetti strapieni di rifiuti per denunciare i problemi. «Per noi romani il problema dei rifiuti si è talmente normalizzato da essere diventato un tratto caratteristico della città» racconta Ferretti, che prosegue dicendo, «questo, però, non intacca minimamente la bellezza di Roma». Prevale dal suo punto di vista la passione a discapito dell’indignazione.
Mura romane fanno da sfondo a reperti di epoche romana o etrusca tutti rigorosamente ritrovati sul suolo capitolino. Interessante mostrare reperti antichi in un museo di arte contemporanea, una riuscita contaminazione che esalta il patrimonio e la storia in termini dinamici e conferma la collaborazione tra i vari musei di Roma. Continuando la passeggiata espositiva si oltrepassano archi composti da mattoncini di rimando di una Roma antica e su questi muri opere come la copia del Ritratto di Papa Giulio II di Raffaello Sanzio; dalla parte opposta invece si ammira il grande olio su tela di Carlo Battaglia e Superficie 76 bis di Giuseppe Capogrossi. A seguire due vedute del Canaletto, un dipinto di Giovan Battista Viola, una scena del Cavalier d’Arpino e il Ponte Sant’Angelo Wrapped di Christo.
Un labirinto dal pavimento specchiato ospita le opere della Galleria Borghese che si riflettano e si sdoppiano con il Giudizio di Paride di Crescenzi, Giuditta con la Testa di Oloferne di Fede Galizia, Lucrezia di Giovanni Andrea Sirani. Concludono Giorgio de Chirico e Valerio Adami, Carro solare e Officina Solare n2 di Ettore Colla, Rapporto sulla paura di Achille Perilli, Sfera di Luca Patella e tre monumentali sculture in pietra di Lorenzo Guerrini. Passeggiate Romane al MAXXI è un Tableau vivant in cui la scenografia e la cinematografia si fondono e si confondono con l’arte. Il risultato è uno sguardo sovrastorico e stratificato.