Categorie: Mostre

Silvia Infranco e Laura Omacini: le nuove mostre da Marignana Arte a Venezia

di - 12 Ottobre 2023

Un mondo di simbolismo, memoria e guarigione. Nel cuore del progetto di Silvia Infranco da Marignana Arte, Viridis, c’è l’idea di esplorare la connessione tra l’uomo e la natura attraverso il prisma dell’arte contemporanea. Ma non è solo questo il suo lavoro, «È un atto d’amore verso la vita, la ricerca di una dimensione armonico-evolutiva del mondo», spiega Marina Dacci, la curatrice.

Nel cuore del progetto di Silvia Infranco c’è una profonda riflessione sul rapporto tra tempo e memoria, l’interazione tra l’arte e la scienza e la profonda spiritualità che emana da un’indagine oggettiva sul mondo naturale. Una mostra che è soprattutto una testimonianza dell’arte come strumento per scoprire nuove prospettive e connessioni tra mondi in apparenza distanti.

Silvia Infranco, “Viridis”, Installation view, ph Enrico Fiorese

Viridis si concentra su di una relazione, quella tra l’umanità e la natura all’interno dell’approccio fitoterapico, enfatizzando i significati simbolici e alchemici associati a pratiche di guarigione antiche, in cui il linguaggio aveva un ruolo fondamentale nella ritualità legata al potere taumaturgico delle piante. Dopo un’attenta ricerca condotta su manoscritti e testi antichi, l’artista crea opere che evocano un’armonia tra il passato “magico” e la modernità tecnologica, aprendo nuove porte all’interpretazione e alla comprensione del mondo che ci circonda.

Un aspetto affascinante del lavoro della Infranco è il suo approccio al linguaggio come veicolo di cura e guarigione. Le opere rappresentate in questa mostra evocano gli odori e i sapori delle erbe, cosÏ come le storie legate ai miti antichi che le hanno accompagnate attraverso i secoli. Ecco che le piante officinali diventano parte integrante delle sue creazioni, conservate in scrigni di cera o incatenate in ampolle, mentre la clessidra segna il tempo della loro sedimentazione. Opere che proteggono e celebrano la dimensione intangibile delle piante tanto quanto la loro esistenza tangibile.

Silvia Infranco, “Giusquiamo” sx e “Belladonna” dx, ph Enrico Fiorese

L’artista racconta con questi ultimi lavori il suo profondo interesse per il tema delle piante officinali e il loro potere taumaturgico, ispirato dalla mitologia greca, in cui la metamorfosi in forma vegetale rappresentava una forma di guarigione contro i destini nefasti. Questo concetto di “salvezza” è stato successivamente rintracciato nelle virtù mediche di numerose piante presenti nelle farmacopee medievali. Un percorso che l’ha condotta alla consultazione di manoscritti antichi e libri a stampa, che hanno alimentato il suo affascinante rapporto con i rimandi simbolici legati alle piante.

In parallelo a queste ricerche, ha esplorato un altro mezzo molto potente, quello del linguaggio, utilizzato come mezzo magico-simbolico per attivare le virtù delle piante. Questa attivazione coinvolge preghiere e invocazioni recitate durante la raccolta, la preparazione e la realizzazione degli impasti, in cui la parola aveva un ruolo fondamentale. Le Precationes, come la Precatio omnium herbarum e la Precatio Terrae, presenti in manoscritti medievali, sono state selezionate dall’artista come fonti d’ispirazione per le sue opere in mostra.

Silvia Infranco, “Time of Memory”, ph Enrico Fiorese

Un interessante lavoro che si concentra principalmente su piante con proprietà taumaturgiche che agiscono sulle patologie nervose che affliggono la società contemporanea. Piante come il tiglio, l’iperico, la salvia, la malva e molte altre, sono rappresentate in modi diversi nelle sue opere, in un’analisi attenta delle loro proprietà curative. La mostra diventa quindi una testimonianza, quella della capacità dell’arte contemporanea di connettere il passato e il presente, il simbolico e il reale, aprendo nuove porte alla comprensione del mondo e delle sue infinite connessioni.

Spostandosi di pochi passi, nella Project Room di Marignana Arte, troviamo la mostra Congiungimenti, un’opera d’arte in continua evoluzione. Laura Omacini sfida infatti le categorie tradizionali dell’arte, sfumando i confini tra oggettività realistica e soggettivismo espressionista. Nel suo lavoro, l’artista si concentra sul velo che separa la realtà dall’osservatore, rivelando la complessità di questo rapporto. Opere che dipingono sia l’impossibilità di uno sguardo oggettivo sulla realtà sia la potenza e l’incanto del mondo esterno.

Congiungimenti, 2023, collage, pastello, acrilico e olio su tela, 130×80 cm

«Nelle opere esposte, la luce, i colori e le forme si espandono, si trasformano e trovano nuovi significati.» Sono parole di Yoann Van Parys nel suo testo Loin de là, dedicato all’artista e citato dal filosofo Jonathan Molinari all’interno della pubblicazione che accompagna la mostra. Parole che descrivono perfettamente l’effetto delle sue opere: un effetto dilatativo e a tratti ipnotico. La mano che dipinge si muove tra il mondo esterno e quello interiore, consentendo lo scambio continuo tra i due. Questo gioco di rimandi e rivelazioni riflette non solo l’abilità tecnica dell’artista ma anche la profondità della sua ricerca estetica.

Laura Omacini è una giovane artista che ha già ricevuto riconoscimenti importanti nella sua carriera. Nata a Venezia nel 1991, ha dimostrato una notevole dedizione all’arte sin dai suoi studi all’Accademia di Belle Arti di Venezia e all’École Européenne Supérieure d’Art de Bretagne di Rennes. Nel 2017, è stata premiata con il Contemporary Art Prize da Rotary Club di Bonn, Novara e Strasburgo. Ha anche beneficiato di un atelier presso l’Istituzione Fondazione Bevilacqua La Masa a Venezia tra il 2019 e il 2020 e ha partecipato a un programma di residenza d’artista presso il MEVE (memoriale veneto della Grande Guerra di Montebelluna) nel 2021. Nel 2022, ha ricevuto il premio Level 0 ad Art Verona e ha presentato la mostra personale “Le beatitudini” con grande successo presso la Galleria Internazionale di Arte Moderna di Ca’ Pesaro a Venezia.

Day off, collage, pastelli, acrilico e olio su tela, 24×18 cm, 2023

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