Un mondo di simbolismo, memoria e guarigione. Nel cuore del progetto di Silvia Infranco da Marignana Arte, Viridis, câè lâidea di esplorare la connessione tra lâuomo e la natura attraverso il prisma dellâarte contemporanea. Ma non è solo questo il suo lavoro, ÂŤĂ un atto dâamore verso la vita, la ricerca di una dimensione armonico-evolutiva del mondoÂť, spiega Marina Dacci, la curatrice.
Nel cuore del progetto di Silvia Infranco câè una profonda riflessione sul rapporto tra tempo e memoria, lâinterazione tra lâarte e la scienza e la profonda spiritualitĂ che emana da unâindagine oggettiva sul mondo naturale. Una mostra che è soprattutto una testimonianza dellâarte come strumento per scoprire nuove prospettive e connessioni tra mondi in apparenza distanti.
Viridis si concentra su di una relazione, quella tra lâumanitĂ e la natura allâinterno dellâapproccio fitoterapico, enfatizzando i significati simbolici e alchemici associati a pratiche di guarigione antiche, in cui il linguaggio aveva un ruolo fondamentale nella ritualitĂ legata al potere taumaturgico delle piante. Dopo unâattenta ricerca condotta su manoscritti e testi antichi, lâartista crea opere che evocano unâarmonia tra il passato âmagicoâ e la modernitĂ tecnologica, aprendo nuove porte allâinterpretazione e alla comprensione del mondo che ci circonda.
Un aspetto affascinante del lavoro della Infranco è il suo approccio al linguaggio come veicolo di cura e guarigione. Le opere rappresentate in questa mostra evocano gli odori e i sapori delle erbe, cosÏ come le storie legate ai miti antichi che le hanno accompagnate attraverso i secoli. Ecco che le piante officinali diventano parte integrante delle sue creazioni, conservate in scrigni di cera o incatenate in ampolle, mentre la clessidra segna il tempo della loro sedimentazione. Opere che proteggono e celebrano la dimensione intangibile delle piante tanto quanto la loro esistenza tangibile.
Lâartista racconta con questi ultimi lavori il suo profondo interesse per il tema delle piante officinali e il loro potere taumaturgico, ispirato dalla mitologia greca, in cui la metamorfosi in forma vegetale rappresentava una forma di guarigione contro i destini nefasti. Questo concetto di âsalvezzaâ è stato successivamente rintracciato nelle virtĂš mediche di numerose piante presenti nelle farmacopee medievali. Un percorso che lâha condotta alla consultazione di manoscritti antichi e libri a stampa, che hanno alimentato il suo affascinante rapporto con i rimandi simbolici legati alle piante.
In parallelo a queste ricerche, ha esplorato un altro mezzo molto potente, quello del linguaggio, utilizzato come mezzo magico-simbolico per attivare le virtĂš delle piante. Questa attivazione coinvolge preghiere e invocazioni recitate durante la raccolta, la preparazione e la realizzazione degli impasti, in cui la parola aveva un ruolo fondamentale. Le Precationes, come la Precatio omnium herbarum e la Precatio Terrae, presenti in manoscritti medievali, sono state selezionate dallâartista come fonti dâispirazione per le sue opere in mostra.
Un interessante lavoro che si concentra principalmente su piante con proprietĂ taumaturgiche che agiscono sulle patologie nervose che affliggono la societĂ contemporanea. Piante come il tiglio, lâiperico, la salvia, la malva e molte altre, sono rappresentate in modi diversi nelle sue opere, in unâanalisi attenta delle loro proprietĂ curative. La mostra diventa quindi una testimonianza, quella della capacitĂ dellâarte contemporanea di connettere il passato e il presente, il simbolico e il reale, aprendo nuove porte alla comprensione del mondo e delle sue infinite connessioni.
Spostandosi di pochi passi, nella Project Room di Marignana Arte, troviamo la mostra Congiungimenti, unâopera dâarte in continua evoluzione. Laura Omacini sfida infatti le categorie tradizionali dellâarte, sfumando i confini tra oggettivitĂ realistica e soggettivismo espressionista. Nel suo lavoro, lâartista si concentra sul velo che separa la realtĂ dallâosservatore, rivelando la complessitĂ di questo rapporto. Opere che dipingono sia lâimpossibilitĂ di uno sguardo oggettivo sulla realtĂ sia la potenza e lâincanto del mondo esterno.
ÂŤNelle opere esposte, la luce, i colori e le forme si espandono, si trasformano e trovano nuovi significati.Âť Sono parole di Yoann Van Parys nel suo testo Loin de lĂ , dedicato allâartista e citato dal filosofo Jonathan Molinari allâinterno della pubblicazione che accompagna la mostra. Parole che descrivono perfettamente lâeffetto delle sue opere: un effetto dilatativo e a tratti ipnotico. La mano che dipinge si muove tra il mondo esterno e quello interiore, consentendo lo scambio continuo tra i due. Questo gioco di rimandi e rivelazioni riflette non solo lâabilitĂ tecnica dellâartista ma anche la profonditĂ della sua ricerca estetica.
Laura Omacini è una giovane artista che ha giĂ ricevuto riconoscimenti importanti nella sua carriera. Nata a Venezia nel 1991, ha dimostrato una notevole dedizione allâarte sin dai suoi studi allâAccademia di Belle Arti di Venezia e allâĂcole EuropĂŠenne SupĂŠrieure dâArt de Bretagne di Rennes. Nel 2017, è stata premiata con il Contemporary Art Prize da Rotary Club di Bonn, Novara e Strasburgo. Ha anche beneficiato di un atelier presso lâIstituzione Fondazione Bevilacqua La Masa a Venezia tra il 2019 e il 2020 e ha partecipato a un programma di residenza dâartista presso il MEVE (memoriale veneto della Grande Guerra di Montebelluna) nel 2021. Nel 2022, ha ricevuto il premio Level 0 ad Art Verona e ha presentato la mostra personale âLe beatitudiniâ con grande successo presso la Galleria Internazionale di Arte Moderna di Caâ Pesaro a Venezia.
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