Paola Pezzi, Fire, 2021, cotone, 100x100x8 cm. Foto di Francesca Piovesan
Topofilia: il rapporto di profondo attaccamento che lega le persone ai luoghi. La parola deriva dal greco tĂłpos che significa luogo e philĂa, amore. Da questâultimo concetto nasce il senso di appartenenza. Tuttavia, il fatto di essere nati in una determinata cittĂ /nazione non preclude il sentirsi parte di essa o, banalmente, di amarla, anzi, quante persone rinnegano le proprie origini, non solo geografiche ma anche culturali. A volte, però, la terra in cui siamo cresciuti ci manca e si insinua in noi un sentimento nostalgico accompagnato dalla volontĂ di renderle grazie in relazione a quello che ci ha dato.
Proprio in questo sentimento di ritorno, di amore per la propria cittĂ , di restituzione concettuale in una sorta di ringkomposition, si inserisce il progetto âUNA GENERAZIONE DI MEZZOâ, progetto pluriennale dedicato allâarte contemporanea in cui artisti bresciani, nati nella seconda metĂ del XX secolo, dopo esperienze nazionali e internazionali, tornano a Brescia esponendo le proprie opere nella magnifica cornice di Palazzo Martinengo Cesaresco.
Lâassociazione Meccaniche della Meraviglia presenta la mostra âSpellboundâ, terza tappa espositiva del progetto, dedicata agli artisti Maurizio Donzelli e Paola Pezzi a cura di Alberto Fiz per Donzelli e Marco Tonelli per Pezzi. La mostra sarĂ visitabile fino al 3 settembre 2023, presso le sale di Palazzo Martinengo Cesaresco a Brescia. La mostra risulta essere un dialogo tra gli artisti, originari dalla cittĂ della Leonessa, in cui entrambi danno concretezza al proprio bagaglio di esperienze e, attraverso le loro opere, creano unâatmosfera magica e romantica costellata da lavori che incantano il pubblico.
Maurizio Donzelli si interroga sullâinizio del processo iconico e sulle modalitĂ dello sguardo, offrendo al pubblico una panoramica di tutta la sua poetica. Lâartista crea una relazione con lo spettatore, lo rende partecipe dei suoi lavori, anzi, lo rende il protagonista di essi, come nel caso della serie âMirrorsâ. Attraverso un sapiente utilizzo dei media, permette allâopera di presentarsi e ripresentarsi in svariati modi, cambiando ogni volta in relazione allo sguardo dello spettatore. CosĂŹ facendo, consente ad ognuno di noi di creare una visione personale dellâopera.
Se da una parte troviamo un dialogo forte e immediato con il pubblico, fatto da colori sgargianti e giochi di luce, dallâaltra parte, Paola Pezzi ci conduce in una dimensione piĂš intima, fatta di oggetti di uso comune, scarti e rimanenze di materie povere. Questi âreiettiâ, attraverso la tessitura e lâintreccio, nelle sue mani diventano gioielli preziosi che, dopo una catarsi metaforica, trovano una nuova destinazione dâuso. Erede delle neoavanguardia italiane, stabilizza e glorifica il binomio tra gesto manuale e intenzione concettuale.
Nella filosofia socratica il dialogo non è visto come una competizione, ma risulta essere un lavoro di gruppo che insegna la partecipazione, lâascolto, la tolleranza e il rispetto altrui. Il dialogo socratico è condivisione e il filosofo viene visto come colui che ha il compito di stimolare il pensiero critico e creativo. Proprio cosĂŹ, dunque, gli artisti Donzelli e Pezzi si pongono come filosofi â mediatori di questo dialogo tra le loro opere e il pubblico, creando anche uno scambio estetico e linguistico fra loro stessi, stimolando nuove domande e attribuendo allâarte la funzione di guida alla scoperta del nuovo e dello sconosciuto.
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