Fra i più importanti architetti tardo barocchi, contribuì a dare a Vienna quel volto elegante che la contraddistingue ancora oggi. Fischer von Erlach. Entwurf einer historischen Architektur, realizzata in collaborazione con il Salzburg Museum, è visitabile fino al 28 aprile 2024. Formatosi a Graz nello studio del padre scultore, Johann Bernhard Fischer von Erlach (1656–1723) appena sedicenne si trasferì a Roma per perfezionarsi presso la bottega del pittore austriaco Johann Paul Schor, che lo avviò alla professione di decoratore. In poco tempo fu in grado di padroneggia le tecniche dello stucco, della scultura in marmo e del medaglione e realizza modelli per sculture architettoniche. L’architettura fu al centro dei suoi interessi romani, e studiò attentamente quella classica, rinascimentale e barocca. La profonda conoscenza dell’architettura del passato emerge dai suoi progetti, nei quali fa sempre riferimento alla tradizione romano-antica, ma allo stesso tempo la rinnova con la più alta ambizione artistica. Architetti romani contemporanei come Bernini, Borromini e Pietro da Cortona furono i suoi modelli di riferimento. L’aspetto storico fu sempre importante per Fischer von Erlach, che attendendo alla grandiosa opera Historischen Architektur, una raccolta di incisioni dei monumenti del passato, poté pubblicare nel 1721 la prima storia mondiale illustrata dell’architettura. L’attività di Fischer come architetto spazia dai giardini e palazzi cittadini per la nobiltà viennese alle chiese per l’arcivescovo di Salisburgo fino ai grandi monumenti imperiali della Vienna barocca. Fra i suoi capolavori viennesi, la Hofbibliothek e la Karlskirche che sorge proprio nei pressi del Wien Museum. Ideale completamento della mostra è appunto una visita agli edifici che l’architetto ha lasciato in città, contribuendo in maniera significativa a modellare quella bellezza che ancora oggi affascina ogni anno milioni di visitatori da tutto il mondo.
Suddivisa in nove sezioni con un’ampia selezione di opere – disegni, stampe, modelli, dipinti, sculture e libri – alcune delle quali inedite, compresi i disegni di Fischer provenienti dalla Biblioteca nazionale e universitaria di Zagabria e dall’Albertina di Vienna e le lastre di rame della Historischen Architektur, la mostra abbraccia un arco temporale che va dagli inizi di Fischer a Roma attraverso i primi edifici a Vienna e Salisburgo fino al grandioso cantiere della Karlskirche che fu il punto culminante della carriera di Fischer von Erlach. La parte storica della mostra è arricchita dalle le fotografie di Werner Feiersinger, che ritraggono gli edifici da prospettive nuove e inaspettate. La presenza di quadri e documenti della fine del Seicento e del primo Settecento sono funzionali a contestualizzare l’epoca in cui Fischer von Erlach fu attivo, decenni nei quali la Controriforma stava per cedere il passo all’Illuminismo e già si avvertivano i primi, benefici effetti del progresso tecnico-scientifico, e l’Impero Asburgico stava definitivamente consolidando la sua potenza in Europa. Serviva una capitale all’altezza, e Fischer von Erlach contribuì alla sua magnificenza; i modelli in scala degli edifici permettono inoltre di conoscere e apprezzare le sue modalità progettuali. Tecnicamente, i suoi progetti sono il risultato dell’armonico assemblaggio di semplici corpi stereometrici (cubi, cilindri, sfere) che si trasformano in emozionanti strutture scultoree.
Pubblicata nel 1721 a Vienna grazie a una sottoscrizione pubblica (dettaglio che dimostra come la capitale asburgica già avesse un mercato editoriale discretamente sviluppato), si tratta di una raccolta di 86 dispense che illustrano esempi di architettura ebraica, egiziana, siriana, persiana, greca, romana, araba, turca, siamese, cinese e giapponese, insieme ad alcuni progetti dello stesso Fischer von Erlach. Il quale si dimostra libero da ogni pregiudizio nei confronti delle culture straniere, prevalente anche allora sotto gli auspici del colonialismo: questo “viaggio” nell’architettura mondiale appare particolarmente affascinante, soprattutto dalla prospettiva odierna. L’interesse per l’architettura asiatica, dal Medio all’Estremo Oriente, era infatti all’epoca un qualcosa di più unico che raro, e denota un genuino interesse per le culture degli altri continenti. L’esposizione delle incisioni della Historischen Architektur è probabilmente il punto di forza dell’intera mostra, considerata la preziosità e l’eccezionalità dell’opera.
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