« Gennaro – ci racconta la curatrice – inizia da un oggetto già preesistente, procede poi lavorando attorno al suo significato significante, che viene mascherato e modificato, tramite l’ausilio, come in questo caso, della cera ». Per la serie di opere che compongono l’esposizione Strato impermeabile, l’artista ha deciso di utilizzare il cartone per ricreare l’anima dell’oggetto. Questo, dopo essere stato ricoperto di mani di cera d’api e di paraffina, va a generare un oggetto altro, completamente diverso dall’originale, quasi irriconoscibile.
Dalla sagoma cartonata emerge un oggetto sacrale che richiama il marmo, caratterizzato da una superficie liscia, luminosa e striata. La cera qui non ha solo la funzione di riprodurre questo effetto ma è stata scelta in quanto, ci suggerisce la curatrice, « possiede la funzione di sigillare e proteggere i materiali o gli alimenti dal loro deperimento. Dunque Gennaro se ne avvale alludendo a questa sua proprietà originaria, al fine di sigillare e bloccare nel tempo il materiale ».
Inoltre la stessa scelta del cartone non è casuale, continua Chiara Boscolo, esso è infatti un «materiale di scarto. Il suo utilizzo vuole avere un rimando ai rifiuti prodotti a livello industriale, al fine di ridargli nuova vita, cambiandone completamente di significato».
L’involucro di cera diventa dunque una seconda pelle, che protegge dentro di sé l’anima dell’oggetto, preservandone la sua aurea originale. Questo secondo significato, che gli si è sovrapposto, ne altera la sua forma prima e ne sconvolge la sostanza.
L’esposizione Strato impermeabile nello spazio di 10zerouno si pone dunque come una sorta di critica nei confronti del largo utilizzo in ambito industriale di determinati materiali destinati al consumo immediato. Per farlo, l’artista, cerca di presentare all’osservatore un nuovo punto di vista, proponendo dunque un nuovo modo di osservare e interpretare il materiale, a cui viene restituito un nuovo senso e significato, così come una nuova esistenza.
Gennaro De Luca nasce nel 2001 a Cassino, attualmente frequenta l’Accademia di Belle Arti di Roma. Nella sua ricerca, condotta attraverso i linguaggi della scultura, si interroga sul rapporto che insiste tra significato e significante, che spesso si traduce, nel suo lavoro, nella relazione tra effimero e durevole. Recentemente ha partecipato ad alcune mostre collettive, fra queste troviamo: la Biennale del Salento, Ecomuseo della Pietra Leccese ,Cursi (LE) (2021); Eden, Palazzo Venezia, Napoli (2022); Cinguettii, Maranola Formia (LT), in collaborazione con “ Fondazione Volume!” e “Seminaria sogninterra”(2022). Nel 2023 è tra i vincitori di WAO, We Art Open, CREA Cantieri del contemporaneo, Venezia.
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