Sándor PINCZEHELYI, Sickle and Hammer 3 (part.), 1973, Ludwig Museum - Museum of Contemporary Art, Budapest
Nell’ambito de #IPianiDelPalazzo, palinsesto digitale del Palazzo delle Esposizioni che si arricchisce ogni settimana di nuovi contenuti online accessibili a tutti, è stato reso disponibile il catalogo della mostra “Tecniche d’evasione. Strategie sovversive e derisione del potere nell’avanguardia ungherese degli anni ’60 e ’70”, svoltasi a Palazzo delle Esposizioni, a Roma, dal 4 ottobre 2019 al 6 gennaio 2020.
«Curato da Giuseppe Garrera e Sebastiano Triulzi, già curatori della mostra insieme a József Készman e Viktória Popovics, il catalogo ripercorre e illustra l’esposizione dedicata agli artisti dell’avanguardia ungherese che si trovarono ad operare in condizioni di pericolo, strenuo controllo e censura sotto un regime totalitario comunista, fino a rischiare la loro stessa incolumità», ha spiegato Palazzo delle Esposizioni.
Qui il link a cui potete consultare e scaricare il catalogo.
«La pubblicazione è un’indagine sullo stato dell’arte sotto ogni Potere: ciascun capitolo fornisce un manuale di tecniche di evasione e dà la possibilità di vedere immagini, operazioni, tracce di performance accadute in clandestinità e sotto gli occhi delle autorità, con la sola urgenza vitale di compierle.
In questo modo incontriamo e conosciamo, in alcuni casi per la prima volta in Italia, importantissimi artisti – quali Endre Tót, Judit Kele, Sándor Pinczehelyi, Bálint Szombathy, András Baranyay, Tibor Csiky, Katalin Ladik, László Lakner, Dóra Maurer, Gyula Gulyás, Ferenc Ficzek, Tamás St. Auby (Szentjóby), Gábor Bódy, Marcel Odembach, Gyula Pauer, Zsigmond Károlyi, Tibor Hajas, László Beke, István B. Gellér, György Kemény, Kálmán Szijártó, Gábor Attalai, Károly Halász, László Haris, Orsolya Drozdik -, la cui opera è stata salvata grazie alla dedizione e alla cura di musei e collezionisti.
Un particolare ringraziamento va al lavoro del Ludwig Museum – Museum of Contemporary Art di Budapest che, attraverso la raccolta, il rintracciamento e la messa in salvo di documenti, foto e materiali clandestini ed effimeri, ha permesso la ricostruzione di questa storia esemplare, nonché all’Accademia d’Ungheria in Roma», ha ricordato l’istituzione.
Ogni martedì, dallo scorso 22 dicembre, sui canali Instagram, Facebook, Twitter e YouTube e sul sito del Palazzo delle Esposizioni, saranno pubblicati sei brevi video (qui sotto il primo) che «richiamano ciascuno una singola opera presente in catalogo, particolarmente emblematica e densa di significati, indagheranno ulteriormente le tematiche dell’esposizione. Saranno gli stessi curatori Giuseppe Garrera e Sebastiano Triulzi a descrivere e narrare la complessa storia che si cela dietro ciascuna immagine per restituire l’atmosfera di quei tempi», ha spiegato Palazzo delle Esposizioni.
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