Sergio Perrero (San Maurizio Canavese, 1950 – Torino, 2020), architetto di formazione, era un artista eccentrico e geniale, racconta la curatrice Afrodite Okonomidou, così affascinato dal potenziale visivo ed estetico del tessuto da utilizzarlo come materiale elettivo. La stoffa viene impiegata da Perrero per esplorare differenti linguaggi come l’arte, il design, la moda e l’allestimento di grandi eventi. Ha lavorato per GRP Televisione e per T70 Mobili, per gli allestimenti di Artissima e del Salone del Libro di Torino, così come per lo studio Testa e per famosi marchi di moda come Jean Paul Gaultier, Prada, Gucci, Armani e molti altri.
Elogio dell’imperfezione, ideata da Gino Piardi e Pietro Tassi, è una raccolta di circa 80 opere inedite di Sergio Perrero, suddivise in grandi tele, oggetti d’arredamento e capi di abbigliamento. L’antologica fa parte di Perrero Experience: un progetto che ci siamo impegnati a proseguire per dare un segno di continuità alla ricerca svolta da Sergio Perrero. Ora sta portando avanti una missione di catalogazione dell’immenso e inconsapevole archivio di Sergio, ma anche di conservazione della memoria. L’organizzazione di questa prima antologica è il primo atto di “restituzione” al mondo della sua opera artistica attraverso la quale vogliamo far vivere il suo genio e la sua visione attraverso la diffusione delle sue creazioni, afferma Gino Piardi.
La produzione artistica di Sergio Perrero fugge da una rigida classificazione potendosi definire, come fa riflettere Vittorio Sgarbi nel suo testo critico, una pittura che si fa decorazione. Il critico d’arte vede per la prima volta una tela e una libreria di Perrero durante una recente edizione della fiera romana Più libri più liberi e scatena una riflessione sull’identità della produzione artistica dell’artista piemontese, in bilico tra decorazione e opera d’arte.
Nel laboratorio serigrafico di Muriengo fondato da Perrero, le sottopezze da lui utilizzate durante il processo di stampa diventano la base per la creazione di moduli decorativi che, completati da un intervento pittorico finale, si trasformano in tele informali. Attraverso la tintura e la tecnica della sovrapposizione di stampa impara a giocare con gli strati e i colori, dando vita a forme e tonalità che non si ripetono mai. Utilizza il manufatto tessile per creare grandi quadri ma anche per dare una seconda vita agli oggetti in disuso.
Infatti Sergio Perrero era un precursore del riciclo, recuperava pezzi di arredamento delle stagioni precedenti e ridava loro nuova vita. Lo Spazio Musa, oltre ad ospitare la prima mostra d’arte di Perrero, è stato il luogo in cui l’artista ha trascorso gli ultimi anni della sua vita, esprimendo la sua creatività irrefrenabile, rivestendo tavolini, mura e scale. Uno dei tessuti che decorano le pareti dello spazio presenta la scritta “save nature” e potremmo considerarlo un lascito testimoniante il pensiero e l’azione artistica di questo artista visionario, impegnato a ridare una seconda vita ai materiali, volgendo un pensiero alla salvaguardia della natura.
Lo scorso 31 maggio 2023 lo Spazio Musa ha ospitato un’asta benefica a favore della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro Onlus, a cura della Sant’Agostino Casa D’Aste, riscuotendo molto successo.
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