Immerse in una dimensione sospesa, a metà tra il passato, il presente e un futuro in cui l’essere umano è scomparso, The Metabolic Era espone le creature di Giovanni Chiamenti, in mostra ad ArtNoble Gallery fino all’8 novembre 2023 con un testo di Treti Galaxie. Organismi e fossili rendono visibile un probabile scenario distopico, successivo all’Era dell’Antropocene, in cui la presenza dell’individuo è ridotta al grado zero a causa delle proprie azioni. Ma sul pianeta Terra, logorato dai suoi stessi abitanti, qualcosa sta accadendo. Le opere sono tutte esposte per la prima volta ad eccezione di Cortex (2019), uscita dallo studio in occasione della collettiva Immersione Libera, nella Palazzina dei Bagni Misteriosi, a Milano.
La ricerca scientifico-antropologica di Chiamenti accompagna quella artistica, andando ad approfondire il discorso in merito a discipline quali le biotecnologie, la geologia e la chimica. Da questa analisi attenta prendono forma diversi filoni narrativi tra cui Interspecies Kin, presentato nel 2022 allo Spazio Volta di Bergamo ed ispirato alla Elysia Chlorotica, un gasteropode marino capace di praticare la fotosintesi clorofilliana. Nello stesso progetto sono state integrate anche le opere Πλαστιλεῖμμα (Plastileimma), che hanno portato l’artista a vincere il Combat Prize 2023. Il termine, coniato da Chiamenti, è interpretabile come «discendente della plasmabilità» e si riferisce a creature ibride capaci di riorganizzarsi a livello fisico per adattarsi a nuove condizioni ambientali e climatiche.
The Metabolic Era di Giovanni Chiamenti si pone come un prosieguo dell’idea di approfondire il rapporto, a tratti contrastante e distruttivo, che l’essere umano intrattiene con la natura che lo accoglie. Lo spazio di ArtNoble è invaso da fossili e mutanti, presentati sotto forme diverse e display di vario tipo. Ad aprire il percorso, su un tavolo nero la cui forma ricorda quella di una cellula, i sopracitati Πλαστιλεῖμμα (Plasteilemma) (2023), in ceramica Raku e termoplastica e la quale descrizione del testo critico di Treti Galaxie risulta calzante: «Molte creature ora usano la bava come protesi. È un comportamento curioso. Inizialmente, alcune creature danneggiate dai predatori avevano iniziato a sostituire gli arti mancanti con la bava di microplastiche». Discorso analogo per le due Κατάλειμμα (Kataleimma) (2023), ancora in una fase primordiale di cambiamento.
Dal soffitto, illuminate da una luce brillante, pendono gli eterei Plastifossils (2023), realizzati combinando tra loro copie di fossili animali preesistenti, che invitano a girare attorno ai cinque reperti per scoprirne dettagli e peculiarità. Si prosegue con la fontana Metabolize! Phagocytize! (2023) che, come suggerisce il titolo, mostra una creatura in fase di digestione, la quale ha inglobato le microplastiche e ha riconfigurato la struttura interna del proprio organismo, sopravvivendo alla tossicità dell’ambiente che la circonda.
In mostra anche il video Oblivous Shift (2023), nato in collaborazione con Maria Castagna, che racconta la storia dell’intera serie realizzata tra il 2022 e il 2023. La narrazione è stata affidata all’AI Runway Gen-2 che, attraverso le fotografie delle serie precedenti e i testi scritti dall’artista, è andata a comporre il filmato in modo indipendente. All’interno dell’opera le fasi di genesi, sviluppo e declino di queste creature. Conclude il percorso Cortex (2019), la stereolitografia 3D della corteccia di un albero di sughero, ipotetica precorritrice dell’intera serie e in potenza, grazie al suo bagliore a tratti ultraterreno, simbolo premonitore di un futuro che potrebbe non comprendere l’essere umano.
Così come l’intera mostra, anche lo stesso racconto immersivo di Treti Galaxie invita a ragionare sulle conseguenze delle azioni degli individui: «Un giorno finirà la plastica anche sulla terra. Forse le creature impareranno a crearla, come hanno fatto gli esseri umani moltissimo tempo fa, e la storia tornerà a ripetersi, con i suoi predatori, con le sue prede, con i suoi mutamenti inconsapevoli». Un monito, quindi, che offre la possibilità di aprirsi a nuove visioni, più sincere e altruiste.
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