25 gennaio 2024

Tina Modotti si mostra, a Rovigo

di

Unica. Palazzo Roverella fino al 28 gennaio espone la monografia "Tina Modotti. L’opera" una raccolta unica in Italia di testimonianze di una delle fotografe più intraprendenti del XX secolo

Entrata Mostra Tina Modotti. L'opera. Palazzo Roverella, Rovigo

Palazzo Roverella di Rovigo ospita l’unica mostra completa e mai organizzata in Italia di una delle più importanti artiste ma soprattutto donne del XX secolo: Tina Modotti. L’opera. 

Rovigo riprende così il suo tradizionale appuntamento con la fotografia internazionale, inaugurato negli anni scorsi con Robert Capa e Robert Doisneau. Si sta parlando infatti di una monografia del tutto eccezionale, composta da più di 300 opere quali foto, filmati, macchine fotografiche, vestiti, scritti, provenienti da musei e collezionisti privati di ogni parte del mondo, ritraenti la ricerca artistica e politica della vita di Tina Modotti (1896-1942).

Anonimo, Tina Modotti a San Francisco, 1920, Stampa contemporanea Fine Art, Archivi Cinemazero Images, Pordenone

Donna di carattere, Tina non ammetteva limiti ne oppressioni. Era una persona pura, passionale e fragile, che divorò la sua breve (morì infatti 45 anni) ma intensissima vita, dalla città natale di Udine ad Hollywood, attraversando la vivacità culturale del Messico, il rigore comunista sovietico ma anche gli orrori della guerra civile spagnola. 

Spuntano quindi documenti, immagini, spezzoni di film muti e scatti di nature morte, simboli ma soprattutto della quotidianità del basso e medio ceto popolare. Ecco quindi gli operai, i contadini, ma anche le donne ed i bambini, espressione di un popolo che ha attraversato l’orrore della guerra e della miseria, senza perdere nondimeno la propria resilienza. Dalle fotografie emerge infatti, a partire dal 1923, uno sguardo malinconico ma profondo dell’Artista, attento alla scelta dei soggetti e delle rappresentazioni, grazie alla frequentazione anche di circoli e personalità artistiche importanti, tra cui i pittori Frida Kalho, Diego Rivera ed il fotografo americano Edward Weston, da cui apprese l’arte della fotografia.

Enrique Diaz, Tina Modotti davanti a una sez ione della sua mostra nell’atrio della Biblioteca Nacional de la Universidad Autonoma del México, CIttà del Messico, dicembre 1929

La sua carriera fu inoltre caratterizzata da relazioni con personalità maschili marcate, che ne segnarono il suo cammino. Tra queste si ricordano il pittore Robo, lo stesso Eward Weston,  l’attivista cubano Julio Antonio Mella ed il politico e antifascista Vittorio Vidali. Morì, probabilmente per un arresto cardiaco, nel 1942, dopo una cena a casa da amici. La sua tomba oggi è nel grande Panteón de Dolores a Città del Messico. Di lei si persero così le tracce, come spesso accade nel corso della storia. Tuttavia le sue opere vennero poi riscoperte nel 1977, con l’importante esposizione al MoMa di New York, Tina Modotti.

Tina Modotti, Donna di Tahuantepec, Messico, 1929, Stampa contemporanea alla gelatina d’argento, Archivi Cinemazero Images, Pordenone

Tina Modotti. L’opera offre per la prima volta in Italia un racconto reale della vita di una donna libera, con una potenza comunicativa in cui, sin dalla prima sala della mostra, traspare una personalità autonoma, anticonformista, intellettuale, delicata ma pungente come una rosa, paladina della solidarietà sociale, una Donna. Essa infatti non si rassegnò mai al ruolo che la società le aveva assegnato ma cercò sin dalla tenera età sé stessa, in ogni respiro. Si dedicò infatti al teatro e al cinema, per poi scoprire la fotografia ed infine la vita politica. Fu un’accanita, irresistibile e appassionata promotrice dei valori sociali per la difesa del prossimo, contro dittatori e calunniatori, con una rara e delicata forza interiore. Di questa parlerà poi il famoso poeta Pablo Neruda, nel celebre epitaffio inciso sulla stele dedicatagli: “Puro è il tuo dolce nome, pura la tua fragile vita:/di ape, ombra, fuoco, neve, silenzio, spuma,/d’acciaio, linea, polline, si è fatta la tua ferrea,/la tua delicata struttura”.

Tina Modotti, Compesinos che leggono El Machete, Messico, 1929, Stampa Contemporanea Fine Art, Archivi Cinemazero Images, Pordenone

Partecipare all’evento al Palazzo Roverella rappresenta quindi l’occasione, unica in Italia, per conoscere e condividere quegli scatti intrisi di quelle gesta ed ideali di una delle donne più vive e intraprendenti del XX secolo: Tina Modotti.

La mostra è divenuta possibile grazie alla fondazione Cariparo, in collaborazione con il Comune di Rovigo e l’Accademia dei Concorsi. È stata inoltre prodotta da Dario Cimorelli Editore con Cinemazero e curata da Riccardo Costantini, assieme alla cooperazione di Gianni Pignat e Piero Colussi, oltre al sostegno di Intesa San Paolo. Il tutto per un evento di cui la sola inaugurazione ha registrato più di 900 ingressi, a testimonianza del grande interesse dell’evento rodigino nel territorio nazionale.

Tina Modotti, El Manito, Messico, 1925, Stampa contemporanea Fine Art, Archivi Cinemazero Images, Pordenone

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui