Tra antico e contemporaneo, Donatello e Olafur Eliasson a Palazzo Strozzi

di - 2 Dicembre 2021

Con il Natale ormai alle porte, si avvicina per i musei e le istituzioni culturali il momento di presentare il nuovo anno che, si spera, potrà essere ricco di aperture in presenza. Dopo Pirelli HangarBicocca di Milano e Museo Madre di Napoli, questa volta tocca alla Fondazione Palazzo Strozzi di Firenze mostrare le carte della sua programmazione. Dopo un 2021 che tutto sommato è andato bene, tra l’installazione di JR, la collettiva “American Art” e la retrospettiva su Jeff Koons, che sarà visitabile fino al 30 gennaio 2022 e fino a ora ha fatto contare circa 80mila visitatori, nei prossimi mesi gli spazi dello storico complesso monumentale ospiteranno due grandi mostre, dedicate a due mostri sacri dell’arte antica e contemporanea, in un dialogo tra tradizione e attualità: Donatello e Olafur Eliasson.

Dal 19 marzo al 31 luglio 2022 si terrà la grande retrospettiva dedicata al Maestro del Rinascimento fiorentino, che riunirà per la prima volta i suoi più importanti capolavori in un grande progetto realizzato insieme ai Musei del Bargello e in collaborazione con la Skulpturensammlung und Museum für Byzantinische Kunst dei Musei Statali di Berlino e il Victoria and Albert Museum di Londra. «Una mostra storica e irripetibile che mira a ricostruire lo straordinario percorso di uno dei maestri più importanti e influenti dell’arte italiana di tutti i tempi, a confronto con capolavori di artisti come Brunelleschi, Masaccio, Andrea Mantegna, Giovanni Bellini, Raffaello e Michelangelo», spiegano da Palazzo Strozzi. A cura di Francesco Caglioti e concepito su due sedi, il progetto amplierà la riflessione su questo artista rivoluzionario nei materiali, nelle tecniche e nei generi, e ad abbracciare finalmente le dimensioni dell’universo donatelliano.

Donatello , Madonna col Bambino (Madonna Pazzi), 1420-1425 circa, Musei di Stato di Berlino – Patrimonio culturale prussiano. Collezione di sculture e Museo di arte bizantina. Foto Antje Voigt

Seguirà in autunno, dal 22 settembre 2022 al 29 gennaio 2023, la più grande personale mai realizzata in Italia dedicata a Olafur Eliasson, uno degli artisti più originali, visionari e influenti del nostro tempo, che coinvolgerà il pubblico in un’inedita interazione con l’architettura rinascimentale di Palazzo Strozzi. Come del resto capita spesso nei suoi progetti ad ampio respiro come quando nell’aprile 2021, giusto per citare uno degli ultimi, “aprì” letteralmente la Fondazione Beyeler di Basilea, per farci passare un fiume verde, con tanto di ninfee e felci. Curata da Arturo Galansino, l’esposizione permetterà di immergersi nel mondo artistico di Eliasson attraverso un’ampia panoramica di opere della sua trentennale attività, ma anche tramite nuove opere pensate appositamente per Palazzo Strozzi.  Utilizzando spesso materiali come luce, acqua e nebbia, Eliasson è celebre per le sue opere che riflettono sugli stati e le condizioni di percezione, rendendo lo spettatore un soggetto partecipe nell’attivazione del lavoro. La mostra è promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi in collaborazione con lo Studio Olafur Eliasson che, situato a Berlino, riunisce un ampio gruppo di artigiani, architetti, archivisti, ricercatori, amministratori, cuochi, storici dell’arte e tecnici specializzati.

La biografia di Olafur Eliasson

Nato nel 1967, l’artista islandese-danese Olafur Eliasson lavora con la scultura, la pittura, la fotografia, i video, le installazioni e i media digitali. La sua pratica non si limita ai confini dei musei e delle gallerie e coinvolge il pubblico attraverso progetti architettonici, interventi negli spazi pubblici, azioni di educazione artistica, sociale e ambientale.

Dal 1997 le sue mostre personali di ampio respiro sono state ospitate nei principali musei di tutto il mondo. Ha rappresentato la Danimarca alla 50ma Biennale di Venezia nel 2003; nello stesso anno ha presentato “The weather project”, installazione site specific per la Turbine Hall della Tate Modern di Londra, visitata da più di due milioni di persone. Nel 2014 la mostra “Contact” ha inaugurato la Fondation Louis Vuitton a Parigi. La mostra del 2015 “Verklighetsmaskiner (Reality machines)” è divenuta l’esposizione di un artista vivente più visitata di sempre del Moderna Museet di Stoccolma.

Nel 2016 Olafur Eliasson ha realizzato una serie di interventi per la reggia e i giardini di Versailles e ha allestito due grandi mostre al Long Museum di Shanghai e al Leeum, Samsung Museum of Art di Seul. Reality projector, installazione site-specific per la Marciano Foundation di Los Angeles, è stata inaugurata nel marzo 2018, lo stesso mese di “The unspeakable openness of things”, mostra personale al Red Brick Art Museum di Pechino.

Nel 2019 si è tenuta presso la Tate Modern “In ​​real life”, ampia retrospettiva sulla pratica artistica di Eliasson negli ultimi venticinque anni, che nel 2020 ha viaggiato al Guggenheim di Bilbao. Nel 2020 si sono tenute “Olafur Eliasson: Symbiotic Seeing” al Kunsthaus Zürich e “Sometimes the river is the bridge” al Museo di Arte Contemporanea di Tokyo. Per la mostra “Life” del 2021, Olafur Eliasson ha rimosso la facciata in vetro della Fondation Beyeler a Basilea e ha creato un’installazione dove l’acqua verde brillante di uno stagno è stata deviata all’interno delle gallerie del museo, insieme a una miriade di piante, anatre e ragni.

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