Colori accesi, contrasti ben delineati, un gesto pittorico intenso, privo di incertezze, eppure elegante e delicato nella sua determinazione. In questa ossimorica caratterizzazione risiede probabilmente tutto il fascino dellâartista cinese Hsiao Chin (1935-2023) che ha a lungo soggiornato in Europa, contaminando il suo stile profondamente connotato dalla cultura orientale con le istanze e il gusto delle tendenze novecentesche occidentali.
Il percorso di formazione e studio di Hsiao Chin è estremamente originale: formatosi in Cina, arriva in Europa a metà anni Cinquanta e, dapprima in Spagna poi in Italia, entra in contatto con i milieu culturali che in quegli anni tanta parte ebbero nel dibattito artistico ed estetico europeo.
Scrive Michele DâAurizio al proposito del soggiorno europeo: ÂŤIn Europa, Hsiao riconosce immediatamente unâaffinitĂ tra la sua pittura e lâArte Informale; anzi, nel vocabolario gestuale di questâultima rintraccia il terreno di una possibile ibridazione tra tradizioni estetiche occidentali e orientali. Tuttavia, i riferimenti, spesso indebiti, di molti pittori informali allâarte calligrafica orientale lo spingono a riscoprire le motivazioni filosofiche che storicamente animarono i letterati cinesi. I suoi quadri si popolano di segni prelevati dalla simbologia taoista e resi fortemente materici dallâuso della pittura a olioÂť.
In Spagna, Hsiao frequenta dunque Tapies, Saura, Millares, venendo in contatto con le coeve esperienze informali europee, ma anche con la vivace produzione dellâespressionismo astratto della New York school. Successivamente, in Italia, nel suo primo viaggio condotto nel 1958, saranno Fontana, Manzoni, Castellani e altri i suoi interlocutori a Milano, dove si trasferirĂ a seguito dellâorganizzazione della sua prima mostra fiorentina presso la Galleria Numero di Fiamma Vigo. E poi lâamicizia e il lungo rapporto di collaborazione e scambio con Giorgio Marconi permetteranno a Hsiao di raggiungere quella maturitĂ estetica di cui è possibile avere diretta testimonianza ammirando oggi le opere esposte alla Galleria Il Ponte a Firenze.
Il percorso espositivo nello spazio della Galleria Il Ponte è affascinante: le opere fortemente distanziate tra di loro permettono al visitatore di trarre giovamento dallâintervallo che intercorre tra lâuna e lâaltra, esperendo, dopo averne ammirata una, il âvuotoâ cosĂŹ importante nellâarte orientale, prima della pienezza e dellâintensitĂ dellâopera successiva e potendo in questo contrasto comprendere profondamente lâunicitĂ che connota il gesto pittorico di Hsiao Chin. Un impeto irripetibile il suo, che scaturisce da lunga meditazione rendendo il momento dellâatto creativo e artistico esatto e rapido, privo di incertezze e ripensamenti e per questo coinvolgente, affascinante, indimenticabile.
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