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Tra due sponde del lago di Como: la mostra ‘Volti’ raccontata da Velasco Vitali
Mostre
di Emma Drocco
ArchiViVitali e FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano presentano, fino al 12 novembre 2023, la mostra collettiva a cura di Luca Beatrice ed ideata da Velasco Vitali VOLTI. La pittura italiana di ritratto nel XX secolo su due sedi espositive, lo Spazio Circolo a Bellano (Lecco) e Villa del Balbianello, dimora del FAI a Tremezzina (Como), che per la prima volta apre a un progetto d’arte contemporanea. Una mostra che celebra la pittura di ritratto tra ‘900 e contemporaneità, attraverso oltre sessanta opere di artisti italiani realizzate dal 1910 a oggi.
Tra gli artisti selezionati figurano Evangelina Alciati, Cesare Maggi, Matteo Olivero, Pompeo Borra, Jessie Boswell, Cagnaccio di San Pietro, Felice Casorati, Alberto Savinio, Mario Sironi, Gisberto Ceracchini, Alberto Ziveri, Gigi Chessa, Italo Cremona, Aroldo Bonzagni, Anselmo Bucci, Giorgio De Chirico, Ernesto Thayaht, Ferruccio Ferrazzi, Achille Funi, Carlo Levi, Ruggero Alfredo Michahelles (RAM), Nella Marchesini, Cesare Monti, Pietro Marussig, Francesco Menzio, Ubaldo Oppi, Lalla Romano, Enrico Baj, Carol Rama, Giancarlo Vitali, Giacomo Soffiantino, Giosetta Fioroni, Giovanni Testori, Mario Ceroli, Mario Merz, Salvo, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, Luigi Ontani, Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Mimmo Paladino, Thorsten Kirchhoff, Daniele Vezzani, Antonio Nunziante, Giovanni Frangi, Velasco Vitali, Luca Pignatelli, Daniele Galliano, Corrado Zeni, Stefano Arienti, Luca Caccioni, Massimo Kaufmann, Vanessa Beecroft, Livio Scarpella, Giovanni Iudice, Andrea Martinelli, Francesco Vezzoli, Enrico Tealdi, Valerio Berruti, Andrea Barzaghi, Luca De Angelis, Davide Serpetti.
Velasco Vitali, ideatore del progetto, ci racconta questa interessante iniziativa che connette due sponde del Lago di Como.
Da cosa nasce l’idea che dà vita al progetto che vede la collaborazione tra ArchiViVitali e FAI?
A cinque anni dalla morte di mio padre (Giancarlo Vitali) il paese ha voluto omaggiare questa sua “attitudine” al ritratto con una mostra fotografica pubblica dedicata ai volti degli abitanti di Bellano. Così il fotografo Carlo Borlenghi, che tra l’altro è stato un suo allievo, ha messo in posa più di 1500 bellanesi, le cui “facce” sono state esposte poi lungo le vie e sulle vetrine dei negozi, un omaggio alla comunità attiva e uno più sommesso che Borlenghi ha voluto tributare al suo maestro. Bellano in questo senso continua a rappresentare il luogo ideale per stabilire un sano dialogo con il territorio, una tabula rasa dove il rapporto fra storia e contemporaneità è più che mai attivo.
Dopo questa mostra, ne è seguita un’altra focalizzata sulla pittura, a cura di Alessia Romano con un’attenzione alla generazione giovane, i trentenni e in seguito quella dei ritratti eseguiti in pittura da Franco Battiato intitolata “la realtà non esiste”.
VOLTI, coprirà l’intero arco dei prossimi 4 mesi nelle due sedi, Bellano e Villa del Balbianello. Questo progetto ha origine dalla volontà di esporre e raccontare la densità espressiva della pittura attraverso una pluralità di voci, in connessione tra passato e presente. Forse anche di celebrare lo stupefacente ruolo che la pittura ha avuto nella storia del ritratto, forse l’asse portante nella pittura di tutti i tempi.
Un progetto diffuso di arte contemporanea che da alcuni anni si svolge sul Lago di Como, quali sono state le evoluzioni nei vari anni?
Ci sono state mostre che hanno visto coinvolte altre fondazioni o realtà istituzionali di prestigio come la Raccolta di Stampe Bertarelli di Milano, la Fondazione Ken Scott, la Fonderia Artistica Battaglia, un importante stampatore d’arte come Corrado Albicocco o molti teatri milanesi come Il Franco Parenti e il Teatro dell’Elfo, però tutti gli allestimenti sono stati progettati nella sede di Bellano. Dallo scorso anno anche le collaborazioni si sono estese, prima con Villa Carlotta poi quest’anno con Villa del Balbianello.
La mostra Volti connette due sponde del lago, quella lecchese con quella comasca, due opposti tradizionalmente “lontani”, il ramo manzoniano e quello comasco, l’area manifatturiera e quella del Grand Tour. La mostra ricollega queste due facce della stessa identità culturale?
E’ uno spunto per stabilire connessioni e aprire a nuove possibilità per il territorio. Come spesso avviene in molti luoghi di provincia o di confine la tendenza naturale è chiudersi su stessi, rilanciare una possibilità di confronto e di collaborazione con chi ha voglia di rimettersi in gioco e non dare nulla per scontato è invece la strada da percorrere e apre a scenari nuovi. Il Lago di Como poi, in questi anni, è letteralmente invaso da turisti provenienti da tutto il mondo, credo che il fine ultimo di un’amministrazione pubblica sia allora quello di offrire e mostrare loro l’aspetto culturale più vero, se poi questo fosse anche specchio di un carattere nazionale riconoscibile allora significherebbe essere sulla strada giusta.
«Volti è un frammento narrativo lungo cent’anni», come si articola questo racconto?
Mi sembra di poter affermare che lo svolgimento è per scatole a sorpresa, quasi tutti i dipinti sono inediti e pochissimo conosciuti, sono anche la chiara testimonianza che negli ultimi cento anni la provincia italiana è stata fertilissima e questo, dal punto di vista concettuale, è un aspetto chiave per un progetto che mira a far conoscere le peculiarità culturali di paesi di confine, o ai margini, come Bellano.
Per la prima volta Villa del Balbianello, dimora del FAI a Tremezzina (Como), apre le porte all’arte contemporanea. In che modo nasce questa collaborazione?
Credo che anche un ente dall’identità così chiara e fortemente strutturato come il FAI senta la necessità di far sentire la propria voce in presenza, promuovendo progetti nei quali poter riconoscere lo scopo della propria missione in termini di promozione e tutela dei beni culturali. Un po’ l’opposto del “mantenere” il bene a solo scopo museale e nient’altro. Quindi la collaborazione è nata per connettere due pensieri con lo stesso fine, nel concreto provare a gettare un seme di riflessione per individuare quale strada prendere per restituire valore e identità a un luogo, sia esso villa, paese o ambiente naturale.
Quali sono i progetti futuri?
Dopo 5 anni sono state realizzate 10 mostre, un programma d’incontri con gli autori curato da Armando Besio, un laboratorio di cinema documentario in collaborazione con Asilo Bianco, un museo dedicato all’opera di Giancarlo Vitali e un’altra sede espositiva in paese che potremmo definire una piccola kunsthalle. Oggi la collaborazione col il FAI e, per questa mostra, s’è aggiunto il patrocinio del Ministero dei Beni Culturali. Ora non tocca solo a me o ad ArchiViVitali annunciare nuovi progetti, mi piacerebbe che l’esperienza di questi anni si rivelasse davvero concreta e si traducesse in un polo di progettazione culturale con base sul territorio.