Hugo Canoilas, Between Head and Stomach, installation view. Credits by Luca Guarneri
Mancano pochi giorni al termine della mostra “Between Head and Stomach” di Hugo Canoilas (Lisbona, 1977) – presto protagonista della prossima Manifesta 15 che si terrà a Barcellona – che dimostra la raffinata attenzione della Galleria Massimoligreggi di Catania nei confronti di importanti e poliedrici artisti che sanno ancora tornare alle pratiche iniziatiche dell’arte.
La mostra, infatti, punta il focus dell’attenzione su tre paradigmatici cicli di disegni, opere di acclarata raffinatezza visiva e tecnica, che raccontano un modo intimo e urgente di fare arte, in cui l’artista si spoglia nuovamente per quell’esigenza da cui tutto ha inizio.
Verrebbe facile, ad una prima considerazione anatomica, pensare che tra la testa e lo stomaco risieda il cuore – simbolico luogo di conservazione sentimentale ed emotiva – ma orientando la nostra ricerca tramite l’incisivo titolo della mostra è possibile rintracciare elementi analogamente importanti per la produzione di Hugo Canoilas. Tra la testa e lo stomaco si posizionano i polmoni, luoghi d’aria e di respiro, di rigenerazione e sostegno come i disegni dell’artista, grazie ai quali lo sguardo respira e depura l’intima percezione dell’opera, spianando una strada sicura in cui far muovere le proiezioni dell’osservatore.
Paradigmatico il ciclo che l’artista descrive come “disegni ciechi” poiché realizzati con una candela di cera su carta, richiamando automaticamente l’immaginario dell’antico pittore che si orientava all’interno della scatola pittorica solo grazie ad una piccola fiammella. Qui il segreto si fa opera tra gli strati di una delicatissima pittura adagiata sui disegni, come a voler nascondere l’iniziale gesto dell’artista, ma che attiva un’accennata negazione che separa il colore e restituisce tutta la luce dei primi strati. Ad ultimare questa forma di intimità è tutto ciò che avviene tra l’opera stessa e il suo futuro custode: nascosti sul retro di ogni disegno, piccoli collages riportano i pensieri e gli appunti visivi dell’artista, amplificando il valore intimo dell’oggetto-opera e la sua inequivocabile unicità.
Utilizzato come appunto o nascosto in cassetti, il disegno rappresenta il legame covalente con un modo del fare arte poetico, sincero e necessario, che permette ad artisti come Hugo Canoilas di rendere visibile il linguaggio con cui elaborare gli impulsi intellettuali e interiori. Probabilmente bisognerebbe tornare a guardare in modo sensibile i disegni per poter accedere alla poesia custodita nell’arte.
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