L’astrazione geometrica ha sempre qualcosa di nuovo da dire: lo sa bene l’artista Eugenio Espinoza che fa ritorno alla Galleria Umberto Di Marino di Napoli con la sua seconda personale “Tre stanze, tre mesi”, dopo “Unlocking Something”, del 2017. È lampante l’intento dell’artista venezuelano di lavorare appositamente per lo spazio di via Alabardieri – come si evince dal titolo – ma anche di superare le sue note griglie in bianco e nero, introducendo il colore e superando i limiti delle geometrie auto-imposte. Dunque, l’intenzione di Espinoza è principalmente quella di fare ordine: ordine spaziale, sociale, esistenziale. Ma è anche quella di andare oltre il concetto di ordine precostituito, di disfarlo e ricomporlo, di adattarlo ai cambiamenti tanto del mondo esterno che del proprio sentire. È questo il caso dell’olio su tela About a new system (2020), che si colloca proprio in apertura, nella prima delle tre stanze, e che manifesta la volontà di “rompere gli schemi” attraverso una letterale lacerazione della tela, suddivisa, in rosso su bianco, in una griglia di dodici quadranti.
La posizione critica nei confronti della razionalità modernista, che imperversava negli anni ’70 in Venezuela, con i suoi riscontri politici e sociali, si riversa pienamente nell’opera di Espinoza, attraversando i decenni, arricchendosi, modificandosi, riattualizzandosi. Il simbolo supremo di quel movimento, la griglia, è quindi dileggiato, ripiegato, contaminato con combinazioni inedite di materiali, spesso provenienti da oggetti destinati ad altro uso.
I colori sono guizzi di vita non incasellabili, trasbordano dalle guide in nero, ridisegnano da sé un proprio spazio, trovando il modo di esistere nell’unicità. Abbiamo tutti da imparare dai rossi, dai gialli e dai blu di Espinoza. I limiti hanno un senso, nel mondo dell’arte e oltre, solo se l’intento è quello di superarli.
La mostra sarà visitabile fino al 3 giugno 2022.
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