Antonio Donghi, Gita in barca (1934), olio su tela
Un mondo personalissimo, invaso da una luce fissa e assorta, quotidiano nelle apparenze ma permeato da una atmosfera magica. Ă lo stile della pittura di Antonio Donghi, (1897-1963), protagonista della mostra La magia del silenzio, a Palazzo Merulana, Roma.
Donghi ha contribuito a definire lâestetica del periodo interbellico italiano, divenendo una figura di spicco nel panorama artistico del suo tempo e affermandosi come uno dei principali esponenti del realismo magico italiano. La svolta artistica di Donghi, formatosi allâAccademia di Belle Arti di Roma, avvenne tra il 1922 e il 1923, influenzato dal Magischer Realismus tedesco di Franz Roh, genere conosciuto forse tramite le opere di Umberto Oppi, esposte alla Galleria Bragaglia di Roma. Ma il curatore della mostra a Palazzo Merulana, Fabio Benzi, individua numerose fonti dâispirazione dellâartista, tra cui Giotto, Piero della Francesca, Orazio Gentileschi, Bronzino, Holbein, Giulio Romano, Raffaello e il cinema espressionista.
Le opere in mostra rivelano lâimportanza della dimensione domestica e familiare, espressa attraverso uno stile che mescola surrealismo, classicismo e una raffinata eleganza. Figure realizzate come solidi geometrici sono sospese in una sorta di limbo atemporale. Una pittura apparentemente semplice ma ricca di mistero, che cattura lo spettatore in un vortice di emozioni, tra senso di attesa e di inquietudine.
La mostra presenta 34 dipinti, che offrono una panoramica completa dellâopera di Donghi, dai primi lavori giovanili a quelli della maturitĂ , tra cui opere rare come Le lavandaie (1922-23), Gita in barca (1934), Piccoli saltimbanchi (1938), dalla collezione di Elena e Claudio Cerasi. Altre opere, come La Pollarola e Ritratto di Lauro De Bosis, provengono principalmente dalla Gam di Roma e dalla Galleria Nazionale di Arte Moderna, oltre a collezioni di Banca dâItalia e Gruppo UniCredit. Le opere, nel loro insieme rappresentano lâintero percorso dellâartista, toccandone tutti i temi principali: paesaggi, nature morte, ritratti, figure in interni ed esterni, personaggi del circo e dellâavanspettacolo.
Donghi si distingue nellâuso del colore e della luce per creare scene suggestive e incantevoli, spesso rappresentando figure solitarie immerse in unâatmosfera di quiete e contemplazione. Il tratto pittorico, i volumi, i colori e la disposizione ordinata degli oggetti, comunicano nei suoi lavori un senso di armonia e di equilibrio.
Nonostante il suo successo artistico, Antonio Donghi condusse una vita riservata e mantenne un profilo basso nel mondo dellâarte. Tuttavia, il suo impatto sullâestetica italiana del Novecento è stato significativo, influenzando generazioni successive di artisti. Nel corso della sua carriera, lâartista partecipò a numerose mostre nazionali e internazionali, guadagnandosi il rispetto della critica e del pubblico. Le sue opere sono state esposte in importanti gallerie e musei di tutto il mondo, contribuendo a diffondere il suo nome e il suo lavoro a livello internazionale.
La mostra di Antonio Donghi sarà visitabile a Palazzo Merulana, Roma, fino al 26 maggio 2024.
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