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Fino al 5 maggio lo Spazio Musa di Torino ospita le mostre “Ugo Nespolo” e “African Icons”, a cura di Giancarlo Conti, con la collaborazione della Galleria Senesi di Cuneo e della Fondazione Sarenco.
Ugo Nespolo (Mosso, 1941) è uno dei maestri italiani della pop art, conosciuto soprattutto per le composizioni pittoriche dall’acceso cromatismo. La sua carriera artistica ricca e variegata spazia dalla pittura alla fotografia, dalla scrittura al teatro e alla produzione di cortometraggi. Per questa occasione la Galleria Senesi di Cuneo presenta nello Spazio Musa ventisei lavori che ripercorrono la recente produzione dell’artista piemontese. Le opere esposte, acrilico su HDF, raffigurano le celebri serie musei e numeri, ma anche scene di natura morta, elementi musicali e icone pop. Alcune di queste sono degli omaggi all’amicizia con Enrico Baj, Giuseppe Capogrossi e Andy Warhol. Al termine del percorso espositivo una stanza comprende alcune delle sue opere prodotte negli anni Ottanta, una serigrafia, tre dipinti su legno e una scultura.
I puzzle dalle figure stilizzate e gli intensi colori vivaci, creati con una maestria che sembra quasi una produzione industriale, entrano in dialogo armoniosamente con la mostra “African Icons”, al piano sotterraneo, dove una selezione di opere pittoriche e scultoree, provenienti dalla collezione della Fondazione Sarenco, racconta il continente africano.
Gli artisti in mostra sono Mikidadi Bush, Seni Awa Camara, Mohammed Charinda, John Goba, George Lilanga, Eloi Lokossou, Joseph Lyombo, Esther Mahlangu, Margaret Majo, Maurus M. Malikita, Kivuthi Mbuno, David Ochieng, Peter M. Wanjau. Ognuno raffigura elementi differenti della tradizione africana, tra natura e cultura. Le tematiche principali sono la ritualità, la rappresentazione delle divinità, i safari, la borghesia africana e la pittura decorativa, come quella di Esther Mahlangu (Middelburg, 1935) che è stata anche la testimonial del campionato mondiale di calcio in Sud Africa.
Le due mostre diventano un viaggio che dalla frenesia pop approda nell’arte contemporanea del continente africano, mostrando come i linguaggi utilizzati dagli artisti esposti siano accomunati dall’utilizzo del colore come forma espressiva.