Il progetto espositivo UMWELT, a cura di Marco Mancuso, che apre la nuova stagione espositiva della Fondazione Modena Arti Visive – FMAV, è realizzato in collaborazione con festivalfilosofia e Smart Life Festival. Gli autori internazionali Forensic Architecture, Semiconductor, James Bridle, CROSSLUCID, Anna Ridler, Entangled Others, Robertina Šebjanič/Sofia Crespo/Feileacan McCormick, Eryk Salvaggio, dialogano all’interno di una mostra su arte, tecnoscienza, espressioni non-umane di intelligenza e ambienti collettivi naturali e artificiali. Il titolo della mostra, UMWELT, letteralmente “ambiente”, è un termine introdotto dal biologo e filosofo estone Jakob von Uexküll e che si ritrova ampiamente descritto nel volume Ambienti animali e ambienti umani. Una passeggiata in mondi sconosciuti e invisibili, edito Quodilibet.
Con il significato di universo soggettivo, il termine apre a una consapevolezza fino ad allora ignorata e che non pone più l’essere umano al centro del mondo. Ebbene, si riconoscono infinitesimali micro ambienti relativi a ogni altra soggettività che si muove e vive all’interno del mondo. È una tesi che parte dalla sfera animale per sviluppare una riflessione cardine – e già antispecista – secondo cui l’animale non umano non è oggetto passivo, bensì altamente consapevole dello spazio in cui si muove. Lo percepisce, lo modifica e lo costruisce.
L’ambiente – risultato dalla combinazione di mondo percettivo e mondo operativo – è multiforme, così come le intelligente sono plurime e si costituisce di queste innumerevoli identità che si pongono in relazione attiva con l’altro. Per meglio comprendere tale sistema collettivo di intelligenze, subentrano gli strumenti della tecnoscienza con cui, anche qui, l’essere umano-artista si pone consapevolmente in dialogo, con il risultato ultimo di una nuova idea di ambiente intrecciato (tema caro alla filosofa Donna Haraway).
Ogni singolo lavoro in mostra si fa portavoce di questi concetti. Non vi è un ordine rigido di fruizione, ma due installazioni immersive circoscrivono l’ambiente espositivo, trovandosi agli antipodi. L’installazione video di Robertina Šebjanič, Sofia Crespo e Feileacan McCormick, AquA(I)formings – Interweaving the Subaqueous (2021), esplora la complessità e la fragilità di ecosistemi marini e ha per protagonista la Pinna nobilis, mollusco filtrante in via di estinzione. Una speculazione, questa, che sottolinea la necessità di empatia verso quanto di non-umano.
Anche l’opera video Decohering Delineation (2022-2023) di Entangled Others prende in esame ecosistemi marini. Un possibile futuro scenario è immaginato attraverso un sistema computazionale quantistico che mette in relazione un enorme quantità di dati provenienti da diverse regioni oceaniche per generare un flusso visivo entangled fra diversi sistemi cognitivi, umano, naturale e artificiale.
James Bridle, autore del prezioso testo Ways of being (2022), espone tre pannelli fotovoltaici dal titolo Solar Panels (Radiolaria Series) (2022) che propongono la forma dei radiolari incisa al centro di ogni pannello. I Radiolari – la cui immagine può essere nota ad alcuni grazie alle famose litografie in Kunstformen der Natur (1904) – sono organismi marini il cui scheletro minerale di silice ha permesso loro la sopravvivenza nei secoli. L’autore ne incide la magnetica forma dopo aver scoperto (grazie a recenti studi nel campo dell’ottica) che incisioni sui pannelli fotovoltaici rendono lo stesso più efficiente. In questo senso si dà forma a nuove modalità di confronto con il più che umano in una benevola prospettiva in cui tecnoscienza e natura cooperano. Anna Ridler nella serie di coppie di stampe The Synthetic Iris Dataset (2023) utilizza tre diverse IA (DALL-E, Midjourney e Stable) per generare 150 immagini di fiore iris e portare alla luce complessità insite tanto nelle IA e machine Learning quanto in natura.
L’intreccio, l’entangled di cui si diceva prima, emerge manifesto nelle opere di CROSSLUCID. Nella serie di dipinti The Way of Flowers (2023-in corso), infatti, differenti sistemi cognitivi posti in relazione innestano inedite creature organico-floreali. Nel video The Salt and The Women (2023) di Eryk Salvaggio le immagini, date da un modello text to image, e la voce narrante, generata da GPT3, si sviluppano vicendevolmente in quello che è uno scenario fungino di rituale pagano-cibernetico al femminile. E ancora altre prospettive sono possibili grazie alle tecnologie della scienza come in Through the AEgIS (2017) del duo Semiconductor che mostra i comportamenti, altrimenti invisibili, dell’universo. Il gruppo di ricerca multidisciplinare Forensic Architecture si allinea effettivamente a delle pratiche forensi (attualmente sta mappando, tra l’altro, l’ecocidio in corso in Palestina). Utilizzando tecniche geofisiche non estrattive, scovano, nel caso di The Nebelivka hypothesis (2023), un sito archeologico in Ucraina di 6mila anni fa che dimostra come un insediamento umano siano entrato in relazione favorevole con il terreno occupato, esaltando la vitalità dell’ecosistema. La mostra, visitabile fino al prossimo 12 gennaio 2025, è corredata da un catalogo, edito Silvana Editoriale, che accoglie illuminanti contributi di Daphne Dragona, K Allando-McDowell e Laura Tripaldi.
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