Amsterdam Notes è un disegno straordinario lungo quasi 40 metri, realizzato dall’artista e attivista americano nel lontano 1986, quando ancora poco conosciuto, preparava la sua prima personale allo Stedelijk Museum di Amsterdam. Dopo quasi tre decenni di assenza dalle sale espositive, quest’opera iconica di Keith Haring ritorna visibile al pubblico. È la Galleria IMC dello Stedelijk ad accogliere questo capolavoro che ci permette di immergerci nell’universo di uno degli artisti più iconici del XX secolo, capace di catturare l’attenzione del mondo con il suo stile distintivo e il suo impegno sociale.
Haring infatti, oltre ad essere noto per i suoi simboli iconici come cani che abbaiano, figure danzanti e bambini radiosi, è un artista che ha sempre affrontato tematiche sociali rimanendo di grande rilevanza nel corso degli anni. Le sue opere ci parlano di questioni complesse, guerra, razzismo, droga e l’AIDS, problemi che continuano a vessare la nostra società. Amsterdam Notes si distingue per la sua unicità nello stile, andando oltre le opere più riconoscibili di Haring e offrendo un affascinante sguardo su un lato meno noto del suo talento artistico. Infatti pur essendo una delle sue opere più grandi, la composizione spaziale delle immagini non è pensata per riempire il piano dell’immagine, in contrasto con il suo stile caratteristico.
Un disegno ad inchiostro nero, con un bordo in vernice acrilica rossa, che si estende su una lunghezza di quasi 40 metri. Un’opera di tale portata non solo cattura l’attenzione, ma affascina lo spettatore grazie alla varietà di elementi rappresentati. Amsterdam Notes è una fusione di creature fantastiche, figure umane che danzano, fanno l’amore, volano e saltano. Una composizione unica che si discosta dallo stile caratteristico di Haring, offrendo una prospettiva nuova sul suo lavoro e creando un dialogo interessante tra l’artista e lo spettatore che si vede assorbito all’interno di questa grande opera disposta su 3 grandi pareti.
Un’opera piena di dettagli, uno dei più curiosi è la presenza di figure di pesci, forse un cenno scherzoso al cognome dell’artista, che in olandese significa “aringa”, inserendo così nell’opera un richiamo al contesto in cui è stata pensata. Amsterdam Notes, creata nel 1986 per la prima mostra personale dell’artista nel museo, rappresenta un momento fulcro della carriera di Haring, quando è iniziata l’ascesa dell’artista alla fama mondiale.
Un’opera simbolo che il direttore dello Stedelijk Museum Amsterdam, Rein Wolfs, descrive così: «Amsterdam Notes è un arazzo contemporaneo di Bayeux e un Santo Graal per i fan di Haring. Momenti come questo sono unici e accadono raramente. Ma quest’estate la porta della tesoreria dello Stedelijk è socchiusa!»
Il programma estivo dello Stedelijk continua con un’interessante mostra sul panorama artistico moderno. La mostra Modern — Van Gogh, Rietveld, Léger e altri, visitabile fino al 24 settembre, esplora l’evoluzione del concetto di modernità nelle arti, presentando opere di oltre 200 artisti che hanno gettato le basi per l’arte moderna che conosciamo oggi. Oltre 300 opere provenienti da movimenti artistici diversi, dal realismo all’Arts and Crafts, offrono una prospettiva avvincente sull’evoluzione delle espressioni artistiche nel corso dei decenni.
Una mostra che non solo mette in risalto nomi noti come Vincent van Gogh, Piet Mondrian e Fernand Léger, ma offre anche una piattaforma per artisti meno conosciuti che hanno contribuito al panorama artistico del ventesimo secolo. Rein Wolfs, direttore del museo, sottolinea: «Modern mostra che la modernità del ventesimo secolo, con le sue forme geometriche e astratte, non è emersa all’improvviso, ma è stata il risultato di enormi cambiamenti iniziati nel XIX secolo.»
Un programma, quello del museo che si prospetta molto interessante anche per l’autunno, con l’inaugurazione il 7 ottobre una retrospettiva dedicata alla celebre artista Nan Goldin, nota per il suo sguardo intimo e crudo sulla vita umana. La mostra, intitolata Nan Goldin: This will not end well, presenterà il suo lavoro come filmmaker e esplorerà le diverse sfaccettature del suo stile unico. Le opere di Goldin infatti rappresentano un’analisi sincera della vita quotidiana e delle relazioni umane, offrendo uno sguardo profondo e spesso crudo sulla condizione umana.
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